Ilaria.

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Ma prima di scoprire le sorti di quella calda mattinata lasciamoci trasportare dallo scirocco e spostiamoci un po più a sud,nella calda e bella Sicilia e precisamente in quel paesino di Agrigento,dai 200 abitanti che si riuniscono due volte l'anno: a natale e a San Gerlando, patrono dell'isola.
Qui il sole,non tramonta mai e anche nei giorni più freddi dell'anno lui è sempre lì alto nel cielo pronto a specchiarsi nelle bellissime acque sicule e a riflettersi su quelle piante di limoni e mandarini che emanano i loro profumi avvolgenti dalle campagne fino alle vie dei paesini dove quei pochi bambini giocano allegri e spensierati.
E fra queste vie è cresciuto il nostro secondo personaggio.
La vedete quella ragazza che serve impacciata i caffè in quel bar? Beh lei è Ilaria,una tipica ragazza siciliana.
Non serve spendere parole sulla sua estrema bellezza.
La sua carnagione scura,i capelli lunghi marroni e i suoi occhi azzurri riflettono già ed esprimono da sè la sua persona.
In quegli occhioni colore del cielo ci di poteva davvero perdere per ore senza stancarsi mai di guardarli.
Lei era una ragazza semplice senza troppi fronzoli per la testa. Amava la vita e la sua bella isola.
Lavorava da poco in quel bar del signor Giovanni,un uomo famoso per la sua tirchieria, che l'aveva assunta solo perché attirava clienti di ogni età che andavano a prendere anche 5 caffè al giorno pur di scambiare due chiacchiere con la bella picciotta.
Anche se per lei,ogni cliente era uguale; Si limitava infatti a fare il suo dovere al meglio per arrotondare dei soldi così da poter andare a studiare ballo all accademia più prestigiosa di Milano.
La danza era sempre stata la sua seconda pelle.
Era il mezzo che le permetteva di superare gli ostacoli e gli orizzonti. Quando lei ballava infatti volava via,lontano dalla sua isola per raggiungere i posti più inesplorati.
Si sentiva libera.
Suo papà le aveva trasmesso la passione per il ballo.
Ogni sera da piccola, quando lui tornava dal lavoro lei saliva sui suoi piedoni e insieme ballavano il Walzer.
Ma questa era ormai una storia vecchia. Suo papà due anni prima si ammalò di una grave malattia che lo piegò in pochi mesi portandoselo via in quell'età in cui una figlia ha davvero bisogno di suo padre.
Per lei era stata dura. Ma doveva farsi forza per sua mamma e per la sua sorellina più piccola.
Ogni sera però dopo il lavoro lei prendeva dei fiori dalla Gina, una signora che le voleva un gran bene a tal punto da regalarglieli ogni giorno e prima del tramonto raggiungeva il cimitero,chiudeva gli occhi e si metteva a danzare un Walzer leggero immaginando di avere suo padre ancora davanti a sé pronto a stringerla e a proteggerla. Era in quel ballo che lei trovava la forza di andare avanti.
Quella sera sui fiori scrisse una dedica ''a mio padre e a quel Walzer che non abbiamo mai smesso di ballare ''
Lei infatti lo sentiva ancora sulla pelle,nonostante tutto.
Era l unico uomo della sua vita,diceva lei.. Nessuno ancora era riuscito a farle battere il cuore come ci era riuscito lui.. E si stava convincendo che mai lo avrebbe trovato nella sua vita .. Ma si sbagliava, ancora non sapeva infatti che le cose stavano per cambiare..

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 12, 2016 ⏰

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