1. Homecoming

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Una berlina rossa fiammante sfrecciava sulla statale settantadue e da cliché la musica rimbombava nell'abitacolo, perché cantare a squarciagola in una macchina con tanto di finestrini abbassati è una delle gioie della vita!

Una canzone dal ritmo latino era accompagnata da una - non troppo - voce soave che imperterrita cantava storpiando, in un modo osceno, le parole spagnole; l'allergia era sovrana e quel senso di felicità era intensificato dal panorama che si stagliava difronte: il sole brillava con fierezza nel cielo e neanche una nuvola si riusciva a sorgere in quell'immenso azzurro.

A far contrasto con tutto quel rosso accecante vi era un enorme massa di capelli biondi e ricci, un sorriso sbarazzino stampato sulle labbra e un'enorme paio d'occhiali da sole a nascondere i due/quarti del viso della diretta interessata: Allison Sanchez, un nome, una promessa.

Una ragazza fin tropo fiera e scontrosa, ma dal cuore caldo e un sorriso da diabete, una ragazza che finalmente dopo due anni si ritrova a fare i conti con il ritorno a ''casa''.

Oshkosh, Wisconsi, una cittadina dal paesaggio rurale e dalle grandi campagne, famosa per l'industria del legname e con una bassa densità di popolazione: decisamente una città adatta per stanziarsi con la propria famiglia; tutti conoscevano tutti e tutti sapevano tutto, un comunità dai saldi valori e dalla forte credenza, sia mai che si saltasse la messa la domenica, e cosa c'è di meglio se non essere la figlia del reverendo?

Geoff Sanchez è un uomo fin troppo vivace per i suoi cinquantaquattro anni, dall'animo dolce e con espressione pacifica sempre stampata sul volto dai tratti delicati: aveva passato la sua intera vita dedicandosi alla sua famiglia e al suo lavoro, due cose essenziali per la sua esistenza e che lo rendeva un uomo felice e appagato; un nucleo familiare che comprendeva ben quattro figli che all'occorrenza riuscivano ad impegnare tutta la giornata senza permettergli di meditare sul discorso da pronunciare durante la funzione: l'improvvisazione era un'arte che aveva imparato a gestire con destrezza e ogni volta era capace di far emozionare e coinvolgere i fedeli con parole toccanti che, spesso, riscuoteva gli animi e si addentravano sotto la pelle; sermoni che ti coinvolgevano in una verità di spirito.

Un oratore d'eccellenza, dovuto anche all'enorme allenamento costretto a sopportare a causa della testardaggine dei propri 'pargoli', dotato di tanta pazienza ma che a causa della sua terzogenita si esauriva in un battito di ciglia e in tal modo, Allie, si era guadagnata la sua indipendenza: ormai Geoff si era arreso a quell'incessante battaglia, controvoglia e costretto dalla dolce moglie aveva concesso di farla volar via dal suo 'nido' e a malincuore si ritrovò costretto ad osservare la sua bambine crescere e divenire una donna.

« Merda, amo questa canzone! » un'esclamazione che fece scemare quella finta tranquillità che da un paio di minuti aveva avvolto l'autovettura e del tutto presa da quel ritmo incessante, oltre ad alzare notevolmente il volume della radio, iniziò a dimenarsi in un ballo - se così poteva essere definito - improvvisato; Allison era l'incarnazione dell'allegria o pazzia, dipendeva dai punti di vista: disinibita ma al tempo stesso tanto timida da sembrare ambigua, un miscuglio di emozioni e sentimenti che davano come risultato una ventunenne dalla battuta sempre pronta ma dal cuore fragile. La distrazione era tale che i un primo momento non si era accorta di quanto, in quel lasso di tempo, si era notevolmente avvicinata al piccolo centro di Oshkosh, finché i suoi occhi non riconobbero la piccola fontana che occupava il centro della piazza: un tenero sorriso prese posto sulle sue labbra mentre mille ricordi riaffiorarono alla mente; ovunque il suo sguardo si poggiava vari flashback inondavano i suoi pensieri, ogni angolo o panchina erano stati fondamentali per la sua infanzia e inevitabilmente quegli innocui oggetti nascondevano un segreto.

Erano passati due anni lontana da casa, anni in cui era notevolmente cresciuta e non solo fisicamente, era diventata una donna, una donna che seguiva il suo sogno: diventare medico; lontana dalle proprie abitudini e comodità a diciannove anni - nonostante il perenne broncio del padre nei mesi precedenti alla sua partenza - si era trasferita a Seattle dando inizio alla sua 'vita', iniziando a costruirsi tassello per tassello il suo futuro.

Il suo cuore mancò un battito quando iniziò a percorrere il viale che portavano all'accogliente Villa Sanchez, le guance imporporate a tal punto da nascondere le efelidi sul viso e sfilandosi gli occhiali da sole quegli enormi occhioni si rivelarono alla luce del sole: due pozzi turchesi colmi di gioia ed emozione; con il respiro mozzato parcheggiò dietro il pickup appartenete al fratello maggiore e in religioso silenziò afferro il suo borsone dal lato del passeggero per poi avviarsi in direzione del portone di casa, pronta a riabbracciare la sua famiglia, pronta a tornare bambina.



** SPAZIO AUTRICE**

che dire... è la prima volta dopo anni che trovo il coraggio a pubblicare qualcosa di mio, quindi siate clementi!!

Grazie per aver letto questo primo capitolo, entro pochi giorni pubblicherò il secondo e... qualche voto o commento non fanno mai male ahahahaha <3

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