E se...

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IN UN FUTURO ALTERNATIVO
Paura, solo paura. Le mani di Regina tremavano e il respiro era accelerato. Trilli l’aveva appena lasciata davanti alla taverna dove avrebbe incontrato la sua anima gemella, o così diceva lei. Spingendo lo sguardo oltre il vetro sporco della porta, lo vide, illuminato da una luce verde invisibile agli altri. Stava brindando e sul braccio alzato poté scorgere il tatuaggio di un leone rampante. Cercando di ritrovare la calma, Regina aprì la porta. Per un attimo fu indecisa se entrare o no, ma poi la determinazione ebbe la meglio sulla paura e con passo sicuro varcò la soglia. In quel momento sentì che qualcosa dentro di lei si era diviso a metà: una parte di lei era rimasta fuori, in preda al terrore, decisa a chiudere la porta davanti a quella seconda possibilità che le veniva offerta. Poi tornò al presente e si accorse che in molti la fissavano meravigliati: cosa ci faceva una ragazza così ben vestita dentro ad una taverna come quella? Ma poco dopo l’attenzione dei curiosi fu attirata da due uomini che, ubriachi fradici, avevano iniziato a spingersi e poi a tirarsi pugni, dando vita ad una rissa. Un poco alla volta una turba di spettatori li circondò, celando lo spettacolo agli occhi di Regina. Questa si diresse indisturbata verso il bancone, dove ordinò da bere. Come avrebbe fatto a fare conoscenza con l’uomo della sua vita? Sarebbe andata lì e gli si sarebbe presentata come sua anima gemella? No, era fuori discussione. Per fortuna il fato le aveva sorriso e aveva fatto sì che l’uomo con il leone tatuato non si fosse lasciato distrarre dalla rissa, ma fosse rimasto incantato e incuriosito da quella ragazza così fuori posto. Pertanto se lo ritrovò accanto, con un sorriso simpatico sulle labbra e un bicchiere in mano. “Mi chiedo cosa ci faccia una come voi in un posto come questo”le disse con voce profonda. Lei rimase senza parole per la sorpresa e continuò a fissarlo per un po’, fino a quando questo non sorrise “non sapevo di provocare questa reazione sulle donne”. Regina si ricompose e spostando lo sguardo sul bicchiere, gli rispose “em … io … sto cercando qualcuno”. “Robin di Locksley al vostro servizio! Spero di potervi aiutare” “Credetemi, mi state già aiutando più di quanto pensiate”rispose lei timidamente. Cosa le succedeva? Dove era finito il suo coraggio, la sua forza? I suoi pensieri furono interrotti da Robin “Ne sono lieto … e sarei ancora più felice se conoscessi il vostro nome” “Regina” rispose lei guardandolo per la prima volta negli occhi. Quello fu l’inizio di tutto. Parlarono a lungo e si lasciarono a notte fonda, dandosi appuntamento per la sera successiva.
Il giorno dopo Trilli entrò nella camera di Regina, mentre questa leggeva accoccolata sul letto. “Allora? Com’è andata?” chiese allegra. Regina distolse lo sguardo dal libro e con gli occhi che brillavano le rispose “La più bella serata della mia vita. Lui è così … gentile, affascinante”. Trilli le si avvicinò con un sorriso sulla bocca “Finalmente hai trovato il tuo lieto fine!” “Sì, ma non ci sarei mai riuscita senza di te” le disse Regina, avvolgendola in un abbraccio affettuoso.
Più tardi Trilli stava volando via dal palazzo, quando si scontrò con Turchina. “Che cosa ci fai qui?!” le chiese con fare accusatorio. Trillli non sapeva cosa rispondere. Le era stato proibito di aiutare Regina, ma lei non aveva saputo resistere. “Io … io stavo …” “So benissimo cosa hai fatto: hai disobbedito, di nuovo”. Turchina non sapeva più cosa fare, quella fata giovane e testarda non voleva mai ascoltarla, non obbediva ai suoi divieti e faceva sempre di testa propria. “Sì, ho disobbedito, ma … ho fatto bene” le rispose Trilli, ritrovando la propria sicurezza. “Guardi Regina: è felice, ha trovato il suo lieto fine. Lei mi aveva detto che non c’era speranza, che l’oscurità la circondava e che il suo destino era già segnato … ma si sbagliava; tutto ciò di cui aveva bisogno era amore”. Turchina sospirò rassegnata “Spero tu abbia ragione … ma questo non cambia il fatto che tu mi abbia disubbidito!” “Ma …” “Niente ma, ti avevo avvertita che questa volta non l’avresti passata liscia. Non puoi fare sempre ciò che vuoi. La mia fede in te sta vacillando e sai che quando non crederò più in te, tu perderai le ali … Tuttavia le tue azioni hanno apparentemente portato a qualcosa di buono ed è giusto che tu continui ciò che hai iniziato. Da oggi sarai la fata madrina di Regina: il tuo compito sarà quello di proteggerla dall’oscurità. Fai attenzione, è la tua ultima occasione … se fallirai, perderai le tue ali”. Trilli rimase in silenzio. Dentro di sé era esultante, ma anche impaurita: quello era un ultimatum, non poteva permettersi di sbagliare.
Non appena Trilli se ne fu andata, Tremotino si materializzò alle spalle di Regina. “Buongiorno, cara” le sussurrò all’orecchio. Regina si riscosse per lo spavento, non l’aveva sentito arrivare. “Non ricordavo di avere una lezione oggi” “Oh, ma io sì … su, avanti, accendi quella candela”. Regina abbassò lo sguardo “Non voglio continuare le nostre lezioni”. Tremotino rimase impassibile, così lei continuò “Tutto questo non mi sta portando a niente. Sono mesi che mi impegno e guarda cosa ho ottenuto … nulla”. Si alzò dal letto e si portò vicino alla finestra. “Per tutto questo tempo tutto ciò che ho desiderato è stata la vendetta, ma adesso mi rendo conto che non è quello di cui ho veramente bisogno”. Tremotino stavolta le si avvicinò “Pensi che l’amore acquieterà la rabbia che provi ? Povera illusa” “Perché, la vendetta lo farà?” “Questo dipende da te”. Regina lo guardò e sospirò “Ormai ho fatto la mia scelta, non ho più bisogno dell’oscurità, della magia e di te” Tremotino sorrise beffardo “Questo è quello che credi, ma prima o poi tornerai da me e mi chiederai aiuto in ginocchio” dopodiché scomparve in una nuvola rossa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 23, 2016 ⏰

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