2014
Seconda pagina di diario. Adoro scrivere. Questo diario è l'unica cosa che mi fa sentire ancora viva, perché stare qui sotto è come essere morti e dimenticati da tutti. Chissà se là fuori mi stanno cercando. Chissà se là fuori esiste qualcosa, o questo è un universo parallelo.
È passato qualche giorno (presumo) da quando lui non si è più fatto vedere. Da una parte è meglio così, dall'altra...mi manca. Sì, molto probabilmente mi prenderete per pazza perché una persona normale non direbbe mai una cosa del genere, ma c'è qualcosa in lui, che nonostante io lo odi da morire, mi fa sentire la sua mancanza. Sento come se ci fosse un legame tra noi due, un filo invisibile che ci lega. Nonostante tutto, io mi sento legata a lui in una maniera esagerata. Mi fa stare male il fatto che non mi cerchi più. Non mi sono scordata quelle sue parole, che rimbombano nella mia testa come un'ossessione. "Peccato, mi aspettavo di meglio".
Eppure dovrei essere felice. Non mi cerca più, cosa che volevo si avverasse da molto tempo. Solo ora che si è veramente realizzata capisco che in realtà non lo volevo. Non volevo che si allontanasse.
Bah, non mi capisco neanche io. Quando c'è non voglio stare con lui, quando non c'è ho un disperato bisogno di averlo accanto a me. Sono pazza lo so.
Ho bisogno della sua presenza, ora. Non posso immaginare le sue mani sul corpo di un'altra, no. Impazzirei.
Voglio che le sue attenzioni siano rivolte solo verso di me, non deve esistere nessun'altra ragazza nella sua vita a parte me.
Lui però questo non lo sa. Non sa che penso questo, perché mi sono promessa che non gli sarei ceduta, almeno non sotto i suoi occhi.
All'improvviso sento delle voci sussurrare il mio nome.
«Jennifer...»
«Jennifer...»
Sono a migliaia, eppure la voce è solo una. La sua.
Provengono da tutto lo spazio attorno a me, non c'è una fonte precisa.
Smette di chiamarmi e sento l'eco di una risata.
Perché ride? Gli divertono questi scherzetti?
Andiamo, che aspetta a farsi vedere?
«Jennifer, ti sono mancato?» mi sussurrano le voci con il suo tono rauco e dannatamente sexy.
Poi qualcosa mi sfiora i capelli. È come se fosse passato un fantasma, o una folata d'aria improvvisa, ma i miei capelli si alzano come se fossero stati toccati da qualcuno e la presenza di quel qualcuno la percepisco anche io, pur essendo invisibile.
È lui che mi ha sfiorata, lo so, ma perché non si fa vedere?
«Jennifer...» mi sposta di nuovo i capelli e sussulto quanto sento qualcosa di freddo, ghiacciato, posizionarsi sul mio collo.
Un brivido mi percorre lungo tutta la schiena. Sono le sue labbra, solo queste riescono a farmi provare tali emozioni.
Mi lascio andare e porto la testa all'indietro.
Lo voglio, dannazione se lo voglio.
Ma non posso.
«Fermati!» urlo all'improvviso.
E quei brividi finiscono, così come le folate d'aria. Si è veramente fermato.
«Dove sei, fatti vedere!» grido girandomi attorno.
Improvvisamente mi fermo e sento una mano accarezzarmi il mento, proviene da dietro.
«Ciao piccola» sussurra.
Io sobbalzo, mi giro, è proprio lui, dietro di me.
Lo guardo fissa, ha il solito sorrisetto malizioso stampato in faccia.
«Io..ho bisogno di farti qualche domanda» balbetto guardandolo nei suoi bellissimi occhi.
Sottrae la mano da sotto al mio mento e il suo sorrisetto scompare, come se si fosse infastidito.
«Perché...perché mi fai questo...cosa ti ho fatto?» gli chiedo in lacrime.
Si, mi piace, ma non posso dire di non essere spaventata e triste, devo capire.
«Perché ti amo, Jennifer» risponde, accarezzandomi il viso.
Lo dice in un modo così...strano che non posso non pensare che lui prenda troppo alla leggera i sentimenti.
Io mi sottraggo dalle sue carezze e indietreggio.
«Come puoi dire di amarmi..Non sai nemmeno cosa voglia dire amare qualcuno..Perché tu infondo sei un mostro, non hai mai amato e mai amerai..Poi nemmeno mi conosci! Roba da pazzi. Non siamo mai stati amici, nemmeno prima che..» mi fermo sul colpo, non voglio continuare la frase.
«Prima che? Avanti Jennifer, dillo! Voglio sentirlo!» mi urla contro sbattendo il suo petto contro il mio.
Sento il suo fiato caldo su di me. Mi sta fissando. È troppo vicino.
«Prima che il demone ti possedesse» dico abbassa voce.
Lui esita, poi scoppia in una tetra risata. Sembra uno psicopatico.
Continua a fissarmi. Che ha da ridere ora?
Deglutisco. Ho paura e lui non si allontana.
«Hai ragione» dice sorridendomi.
«Io non so cos'è l'amore, ma se c'è una cosa che so bene come farla, quella è farti impazzire».
Non reggo il suo sguardo, sposto la mia visuale sul pavimento.
Lui continua a fissarmi, lo sento.
Nessuno dei due fiata.
«Ancora non hai risposto alla mia domanda» gli dico, senza fissarlo negli occhi.
Il suo volto credo si incupisca ancora di più.
«Con tutte le ragazze del mondo..non ha senso..poi io e Stiles ci conoscevamo a malapena..e poi..lui era innamorato di Lydia, non di me» aggiungo.
Accenna un sorrisetto.
«Non ne sarei tanto sicuro».
Pronunciate quelle parole alzo la testa di scatto e lo fisso.
«Cosa?» dico sorpresa.
Lui mi prende violentemente il viso tra le mani e comincia a baciarmi, un bacio possente, sexy, passionale, veloce, come sa che mi piace.
Appoggio le mani sulle sue spalle, poi le faccio scendere leggermente fino ad arrivare al petto e strizzo la stoffa della sua maglietta tra le mie mani.
Cristo, ho il cuore a mille.
Dalle labbra passa al collo, dove mi lascia baci, succhiotti, sempre con foga.
Si leva la maglietta e resta a petto nudo. Posso ammirare il suo fisico da Dio. Sì, perché io ho un solo Dio. Ed è lui.
Lui mi prende violentemente per il collo e mi spinge velocemente verso il cancello, sul quale mi fa sbattere violentemente. Ho il suo petto contro il mio e sento il suo respiro caldo sul mio viso. Adoro quando mi domina, cazzo.
Mi sfila velocemente il vestitino, a seguire anche il reggiseno e le mutandine con un gesto veloce.
Mi alza le braccia e con la maglietta mi lega i polsi alle inferriate del cancello. Ora sono completamente nuda, sotto i suoi occhi, legata, impotente.
Lui mi guarda prima soddisfatto, poi abbassa il capo, si appresta a mordermi i capezzoli. Urlo dal piacere, mentre me li lecca, me li assapora. Le mie gambe sono bloccate dalle sue, solo le dita dei piedi riesco a muovere.
Distoglie l'attenzione dai miei capezzoli e ritorna a guardarmi negli occhi. Mi strattona i capelli, tirandomi la testa indietro.
«Com'è che stavi dicendo?» dice lui per provocarmi, mentre mi morde il lobo e poi lo succhia, tirandolo verso il basso.«Tu..» mormoro.
«Io..» mi imita.
I suoi baci mi inumidiscono il collo.
«Scopami ti prego, non ce la faccio più» dichiaro al limite della mia pazienza.
«È troppo presto ragazzina» dice facendo scivolare la sua lingua sul mio corpo, tra i miei seni, poi scende sempre più giù fino a poco prima del pube. «Prima voglio assaggiarti» dice guardandomi negli occhi. Io mi mordo il labbro inferiore, mentre comincia a darmi piccoli morsi nell'interno coscia. La sua lingua fa movimenti lenti e ripetitivi sul mio clitoride, spinge avanti e indietro, e lo fa piano perché vede la mia faccia sofferente. Voglio di più.
«Ti prego..» balbetto.
La velocità della sua lingua aumenta. Questa volta si concentra su tutta la mia intimità, non solo sulla parte alta. È la sensazione di un tornado tra le gambe.
Alle ultime parole che ho pronunciato, lui mi prende con forza le gambe che io attorciglio attorno alle sue guance e mi stringe fortemente le natiche. La posizione è un po' scomoda, essendo legata solo per le mani al cancello, ma in quel momento era la cosa che mi interessava di meno.
"Sto venendo" penso. Abbasso lo sguardo per cogliere il suo di sguardo. Freddo, glaciale, sensuale. Mi fa morire.
Sento la mia intimità contorcersi tra le sue labbra. Ho avuto un orgasmo. Ho il fiatone, lui si rialza. Mi slega le mani, io cado a terra.
«Rivestiti» mi ordina. Sembra che il nostro momento magico sia già finito.
Io mi aggrappo alla sua gamba prima che lui potesse andarsene.
«Non te ne andare» gli dico.
«Arriverà anche il tuo turno non ti preoccupare» dice con un sorrisetto, per poi sparire nel nulla. Un attimo prima c'era, un secondo dopo non c'era più. Io resto incantata a guardare il pavimento. Ma che sto facendo?
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Schiava del Nogitsune
FanfictionDiario di Jennifer Lane. Sono una schiava. La sua schiava. Sono la schiava del Nogitsune.