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Ryan decise di non andare a lavorare per qualche giorno, rimase a casa con me e Dolores, che mi insegnò a cucinare la pasta al pomodoro e tanti altri piatti deliziosi.
Era una donna diversa da come l'avevo immaginata. All'inizio mi era sembrata gentile nei miei confronti solo perché Ryan lo era con me, ma più le ore passavano più mi rendevo conto che Dolores era una brava persona. Paziente, amorevole e divertente. Ryan era come un figlio per lei e Dolores non perdeva mai l'occasione di lodarlo per i suoi successi lavorativi. Mi aveva raccontato che Ryan era riuscito ad acquistare un vecchio edificio abbandonato da ristrutturare. Il suo piano era quello di creare un rifugio per famiglie e persone in difficoltà. Era senz'altro un obiettivo nobile, ma non riuscivo a spiegarmi come mai lui avesse intenzione di aiutare le persone meno fortunate.
Ryan sembrava il tipico ragazzo egoista con un conto in banca esorbitante; ma passare del tempo con lui mi faceva capire che dietro quella corazza da duro insensibile si celava un uomo dolce e passionale.
Dopo l'ultima nostra discussione nella biblioteca, non avevamo più litigato. Mi scrutava ogni volta che ne aveva la possibilità, tanto che temevo che potesse leggere i miei pensieri scoprendo il motivo per cui non volevo essere toccata. Non ne avevo mai parlato con nessuno, d'altronde ero senza amici. Solo con Ryan avevo detto una stupida cosa alimentando i suoi sospetti. Non voglio parlarne. Ero sicura che avesse capito qualcosa e quei suoi sguardi inquisitori rappresentavano le domande che non mi aveva ancora posto e che non vedeva l'ora di pormi. Il solo pensiero che Ryan, prima o poi, avrebbe scoperto la verità mi terrorizzava. Di sicuro mi avrebbe fatto salire in macchina per portarmi da dove ero venuta.

"Come stanno i ragazzi?" La voce profonda di Ryan risuonò in tutta la cucina.

Eravamo seduti tutti e tre intorno al tavolo a mangiare un pezzo della torta che aveva preparato Dolores quel pomeriggio.

"Stanno bene. Ti ringraziano per i regali che hai fatto e non vedono l'ora di vederti." Gli occhi di Dolores luccicarono per un breve istante, ma tornarono subito normali.

"Presto verranno qui." La rassicurò Ryan stringendole la mano.

Io non dicevo niente, semplicemente ascoltavo fissando la torta davanti a me. Avevo capito fin dall'inizio che Dolores aveva una famiglia, ma non sapevo che Ryan fosse una figura presente per i suoi figli.

Dolores si alzò e mi passò una foto leggermente rovinata lungo i bordi. "Lui è Pablo, quello di fianco Alejandro."

Due bambini era seduti sui gradini di una vecchia casa di legno, ridevano e facevano la linguaccia a qualcuno, probabilmente alla persona che aveva scattato la foto. Sembravano felici e pieni di vita. Come potevano esserlo con la madre che viveva in un altro paese? Erano soli, senza la donna che avrebbe dovuto occuparsi di loro, eppure erano felici.

"Perché non sono qui?" chiesi ripassandole la foto e stando attenta a non sfiorarle le dita.

"Non sono riusciti ad ottenere i documenti per lasciare il Messico e venire a vivere qui."

"Perché non sei rimasta con loro?"

Ryan distolse l'attenzione dalla sua torta e mi fissò con aria di rimprovero. Non aveva il diritto di guardarmi in quel modo, così lo ignorai. Finsi di essere da sola con Dolores.

"Sono stata costretta a lasciarli, altrimenti saremmo morti tutti di fame. Sono lontana da loro, ma li chiamo quasi tutti i giorni. In questo modo riesco ad assicurare un futuro ai miei figli."

La mia vista si appannò leggermente e una piccola lacrima scese lungo la mia guancia. "Sei una madre meravigliosa."

Mi alzai e sparecchiai la tavola. Sapevo che Ryan e Dolores mi osservavano, ma non potevo fermarmi e affrontare i loro sguardi. Sarebbe stato troppo difficile per me. Avevo intuito che avevano entrambi delle domande da farmi, ma non volevo parlare di niente. Non avevo risposte né per me né per loro. Mi voltai per prendere i bicchieri e mi accorsi che Dolores era  sparita. Era andata via silenziosamente, senza che me ne accorgessi.

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