2. Lacrime

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Takuto p.o.v(point of view)

Era notte fonda ed ero lì da ore ad allenarmi. Dovevo proteggere ciò che amavo di più al mondo...il calcio.
Avevo lasciato Okatsu alle cure di Aoi e Midori, non volevo che fosse sola perché non lo era.
Perché quei ragazzi la stavano picchiando, io non riuscivo a capirlo, il solo pensiero che l' avessero toccata con quelle rozze mani mi faceva imbestialire e non poco.
Dopo quell' avvenimenti si erano rivelate nel mio cuore emozioni completamente nuove. Alcune di esse erano rabbia e frustrazione ma altre mi erano totalmente sconosciute.

"Okatsu..." sussurrai calciando il pallone.

Era sempre nei miei pensieri. Perché? Ogni cosa mi ricorda lei...lei! Quel piccolo, delicato e roseo fiore di ciliegio, nel pieno della bellezza, che a causa di un mio errore poteva cadere verso il terreno freddo e ghiacciato.
Maledizione! Non volevo farla soffrire!
Non volevo che quel dolce e timido sorriso scomparisse. Volevo vederla sempre felice e sorridente. Non volevo rovinare la sua vita a causa nella nostra missione.

"Takuto-sama? Eccovi qui, vi ho cercato ovunque" quella voce delicata e melodiosa poteva appartenere solo a Okatsu.

Infatti era lì a pochi passi da me. Era splendida come sempre ma il chiarore della luna la rendeva infinitamente più bella.
I capelli erano luminosi e brillanti, raccolti nella sua solita acconciatura e contornati da un nastro rosso acceso. Gli occhi erano puntati su di me in un chiaro invito ad aprire la mia anima. Le guance erano quasi completamente coperte dalle garze e la pelle resa simile al colore delle pure perle ricavate dal mare.
In quel momento non riuscì a pensare a qualcosa di più splendido e divino di lei...

"Scusami. Eri preoccupata per me?" domandai e lei sorrise.

"Leggermente...quindi dopodomani partite?" chiese e il suo volto si oscurò.

"Già" io non volevo vederla triste. L' unica cosa che potevo fare era andarmene via dalla sua vita.

Mi alzai e le augurai la buona notte ma mentre andavo via, lei mi abbracciò da dietro.
Le sue mani erano entrambe appoggiate sul mio petto.
Il suo petto combaciava con la mia schiena e il suo volto poggiato sull' incavo quella mia spalla. Sentivo il suo respiro solleticarmi il collo è piccoli brividi di piacere mi attraversavano la schiena. Il mio respiro accelerava, come il suo d'altronde.
Appoggiai le mie mani sulle sue e ascoltai. Ero certo che volesse dirmi qualcosa.

"T-Takuto-sama. R-Restate q-qui...p-portatemi con voi. T-Takuto-sama..." era chiaramente agitata, si notava dal respiro irregolare.

Mi girai verso di lei sciogliendo l' abbraccio. La guardai negli occhi ed erano ricolmi di lacrime ma sorrideva.
Lei...si stava sforzando di sorridere...per me. Per un idiota insicuro e incapace come me.

"T-Takuto-sama..." ripeté ma questa volta la sua voce uscì spezzata e disperata.

Non era un richiamo ma una richiesta. Una richiesta disperata. Mi stava chiedendo di starle accanto in ogni momento, sia di felicità che di disperazione.
Successe tutto in un millesimo di secondo. Le labbra morbide e setose di Okatsu sulle mie. Restai immobile in un primo momento ma poi ricambiai. Poggiai le mani sulle sue guance, restando attento a non toccare le garze per paura di farle male. Anche lei fece lo stesso sfiorandomi le guance con le sue dita.

"Takuto..." sussurrò per poi ribaciarmi.

Le nostre labbra non riuscivano a staccarsi. Era come se fossero due calamite che, nonostante tutto, si sarebbero attratte sempre e comunque. Nessuno dei due accennava ad altro... volevamo entrambi quel contatto e ci bastava per il momento. Non sapevo cosa provavo per lei. Forse amore?
Ci staccammo entrambi senza neanche una briciola di fiato nei nostri corpi. Eravamo entrambi rossi in viso e dal ritmo dei nostri respiri sembrava che avessimo corso una maratona per la muraglia cinese.

Perché mi sentivo in colpa...avevo privato Okatsu del suo primo bacio. Le avevo privato di qualcosa che avrebbe dovuto dare a una persona migliore di me. A un uomo da amare. A un uomo che io non ero. Non avrei mai potuto darle l' amore che meritava. Sentivo che le lacrime stavano uscendo ma non potevo fermarle. In quel momento non ero abbastanza forte per farlo.

"Vi amo" disse per poi baciarmi ancora e ancora e ripetendo quelle parole che mi rendevano felice ma mi facevano sentire indegno.

Eppure nonostante fossi un ladro continuavo a non allontanarla. Mi facevo baciare da lei perché in qualche modo quei baci mi facevano sentire amato e importante. Mi facevano sentire...bene. Non li meritavo.
Quei baci così caldi e carichi d' amore non li meritavo, neanche uno e allora perché lo faceva?
I-Io non ero un uomo. Non potevo darle quello che meritava e probabilmente l' avrei messa in pericolo.

"Takuto-sama? Voi...siete la speranza che mi sostiene ogni giorno dal dì alla notte... perciò io vi seguirò ovunque andiate non importa cosa mi accadrà" affermò gettandosi nuovamente sulle mie labbra.

Avevo raggiunto l' illuminazione. Lei mi ama. Mi ama a tal punto da rischiare il tutto per tutto per conquistarmi, per avere il mio cuore.
Io avevo risposto ai suoi baci perché l' amo. Allora visto che è così continuerò a rispondere ai suoi richiami e ai suoi baci... continuerò ad amarla e vivrò il più possibile per continuare a farlo.
Ti amo...
Ti amo...
Ti amo...
Cullami tra la dolcezza delle tue parole. Parole vere. Parole d' amore. Parole che non avevano bisogno
d' essere espresse a voce. Questi baci sono una realtà il modo in cui ci stringiamo in questi abbracci è la realtà dei fatti. Navigherò nel tuo cuore per riscaldarlo con il mio. Ti amerò ogni giorno di più e non ti abbandonerò a quest' oblio in cui sei costretta a vivere senza tregua. Non ti lascerò morire...non lo meriti. Ti donerò il mio cuore e la metà della mia vita e tu mi donerai mai lo stesso?

Vivremo insieme e moriremo insieme...
Nessuno ce lo impedirà.

Spazio autrice

Salve Moonies,
Vi piace la storia? Lasciate un commentino e un votino pucci pucci. Ci credete che rileggendo il capitolo ho pianto ;-;

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 21, 2016 ⏰

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