Capitolo 1

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"Sofia. Dai svegliati devi andare a scuola. Non vorrai fare tardi il primo giorno?!" Inizia ad urlare mia mamma alle 7.15
"Mamma calmati sto scendendo."urlo io allo stesso modo.
"Se fai ritardo già il primo giorno vedi poi."
"Mamma stai tranquilla."

Ecco, tranquilla un corno. Ero ancora nel letto che dovevo vestirmi e prepararmi, ma finché non lo sa, tutto bene.
Contro voglia mi alzai dal letto e presi i primi vestiti che trovai nell'armadio. Andai in bagno per truccarmi il minimo e corsi giù per il mio caffè mattutino. Alla fine corsi a scuola per non essere veramente in ritardo.

Arrivata davanti al portone mi sentii osservata come mai nella mia vita. Odio che la gente mi fissi, mi da fastidio essere al centro dell'attenzione. Entrai nell'edificio e cercai la segreteria. Ecco grave errore perché questa scuola é un labirinto e rischio di perdermi.
Cercai qualcuno che potesse aiutarmi ma sembravo invisibile. Cosa strana visto che fino a 5 minuti fa tutti mi fissavano.

"Ehi, piacere, sono Vanessa. Tu sei quella nuova vero?" Dio benedica questa ragazza.
"Piacere Sofia. Si sono nuova. Sto cercando la segreteria. Potresti aiutarmi?"
"Certo ti accompagno io" veramente, qualcuno benedica questa ragazza.

Era proprio una bella ragazza anche se sembrava strana. Aveva lunghi capelli neri e grandi occhi azzurri. Magra, con delle gambe lunghe.

Mentre andavamo verso la segreteria, che ho scoperto essere dall'altra parte dell'edificio, abbiamo parlato un po' di noi. Vanessa mi ha detto che fa danza classica da quando é piccola e ogni tanto fa dei concorsi. É veramente brava. E che ha un fratello maggiore ma a scuola fanno finta di non conoscersi.
Io le ho raccontato un po' della mia famiglia, di mio fratello che ormai é all'università e delle mie passioni per la musica e la danza.
Abbiamo moltissimo in comune e mi ha fatto subito sentire a mio agio con lei.

Arrivata alla segreteria, presi il foglio con le mie ore della settimana.
Oggi avevo
Prima ora chimica
Seconda ora disegno tecnico
Terza ora musica
Quarta ora matematica
Quinta ora matematica
Per me era la giornata ideale, invece Vanessa non sembrava così felice.
Siamo nella stessa classe. Menomale, almeno conosco già qualcuno.

Entrata in classe mi sono messa in banco con Vane degli ultimi banchi al centro. Appena entrata la prof mi ha fatto presentare alla classe. Situazione più imbarazzante non c'era. Passò così tutta la mattinata.

Ora di tornare a casa, Vane ha fatto un pezzo di strada con me e mi ha fatto vedere una scorciatoia da fare poi domani per andare a scuola nel caso fossi in ritardo.

"Mamma sono a casa" urlo con tutti i giorni ma non sento risposta. Vado in cucina e trovo un bigliettino.
"Sofi starò via un paio di giorni per lavoro. Scusa se ti ho avvisata all'ultimo. Baci mamma. Ps. Non sfasciare la casa grazie"
I soliti bigliettini di mia mamma.

Mi fiondo verso il frigo per cercare del cibo ma non trovo niente. Quella donna mi ha lasciata a casa da sola senza cibaria... ingrata di una.

Afferro il telefono e ordino una pizza.
Nel momento in cui metto giù il telefono mi arriva un messaggio.

-Non ti ho visto ho visto in giro per la scuola. Hai fatto amicizia?-
Ed eccolo il mio migliore amico. Mi sembrava strano non averlo visto oggi. Ma la scuola é grandissima quindi mi sembrava normale.

-Si ho conosciuto una ragazza di nome Vanessa. É simpatica. Comunque i ragazzi della tua scuola mi inquietano... mi fissavano tutti-

-non preoccuparti non mordono. Ma se ti toccano inizio io a mordere.-

Il solito iperprotettivo. É così da quando siamo piccoli. Se un ragazzo mi si avvicinava spuntava lui all'improvviso e li faceva scappare. Diceva che non voleva che soffrissi perché sapeva come erano fatti i ragazzi.

-ehi edward cullen tieni a bada i canini. So badare a me stessa. Non ho più 5 anni che devi arrivare tu a difendermi.-

È successo varie volte che dei bambini mi dessero fastidio e lui puntualmente mi difendeva e li minacciava. All'inizio mi dava fastidio ma dopo un po' ci ho fatto l'abitudine.

-lo so ma so anche come sono fatti i ragazzi e ne abbiamo già parlato quindi arrenditi.-

Era un caso perso ormai.

- va bene papà allora fai che passare da me che mi annoio. Così ci guardiamo un film.-

-sono già li-

Pensavo scherzasse ma dopo 3 secondi hanno suonato al campanello.

"Mi scusi ha per caso ordinato una pizza ed un migliore amico?" Disse quel cretino con una voce strana

"Noah ma quanto sei cretino?!"

"Ehi, ti ho portato la pizza e non mi ringrazi neanche?! Va bene me ne vado allora... e con me viene anche la pizza" e ci giro per andarsene. Io gli saltai sulle spalle, rischiando di farlo cadere e gli dissi con una voce da bambina e riempiendolo di baci"nononono ti prego ti voglio tanto bene non te ne andareee" rufiana mode on.
"Okay okay però scendi che sei pesante" come. Ha. Osato. Notando il mio sguardo si riprese e disse "nono sei leggerissima. Un peso piuma."
Okay adesso va bene. Scesi dalle sue spalle e gli rubai la pizza correndo per buttarmi sul divano urlando "se sono un peso piuma allora vorrà dire che per ingrassare mangieró tutta questa pizza da sola." Mentre mi buttavo sul divano, Noah mi afferrò dai fianchi e mi intrappoló iniziando a farmi solletico. Lanciai la pizza sul tavolino in modo da non rovinarla mentre mi dimenavo per farlo smettere ma non sembrava mollare la presa. Mentre cercavo di liberarmi mi arrivò un messaggio e lui curioso com'era smise di farmi solletico per prendermi il telefono e vedere chi fosse.

"É un numero sconosciuto che ti scrive 'ciao Sofia sono Vane. Ti va domani mattina di fare la strada insieme a me e a mio fratello?'" Appena finito il messaggio si giró verso di me con una faccia perplessa... bene c'era un ragazzo quindi mi avrebbe obbligata a non andare.
"Tu non vai se c'é un ragazzo" Ed eccoci che litighiamo.
"Noah la smetti? Ho 16 anni, so badare a me stessa e se voglio fare un pezzo di strada con una mia amica e il fratello posso e non sarei tu ad impedirmelo. Ogni volta la stessa storia... come se tutti i ragazzi che incontro pensassero solo a portarmi a letto."dissi ormai disperata dal suo comportamento.
"Non dico questo e lo sai Sofi. Però non mi sembra sia andata bene l'unica volta in cui ti ho lasciata fare e ti sei messa con quel cretino che ti ha fatto le corna" ecco lo ha detto. Lo sapevo. Al pensiero di quel cretino mi si riempirono gli occhi di lacrime e come al solito Noah se ne accorse e mi abbracció stretta come faceva di solito e mi sussurrò come se nessuno dovesse sentirci "scusami Sofi so che non dovrei rinfacciarti sta cosa perdonami". Finiva sempre così. Iniziavamo a litigare per poi finire abbracciati che ci chiedevamo scusa.
"Tranquillo Noah lo so che lo dici per il mio bene ma sai anche tu che non tutti i ragazzi sono così quindi io domani faró la strada con Vane e suo fratello che ti piaccia o no." Detto questo mi slegai dal suo abbraccio e lo trascinai sul divano per mangiare finalmente quella pizza ormai fredda e guardare quel benedetto film.

Passammo il primo quarto d'ora in silenzio agli angoli del divano ma pian piano ci avvicinammo, per poi finire accoccolati sul divano come ogni volta che guardavamo un film con lui che giocava con una mia ciocca di capelli. Mi addormentai sul divano con lui che mi coccolava e mi teneva stretta tra le braccia. Il posto in cui mi sentivo più protetta.

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