capitolo 2

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..."Antony devo presentarti una persona, lui (e indica il ragazzo dagli occhi azzurri seduto sul divano) é Alex tuo fratello!"...

Dopo la dichiarazione del signor Giovanni nella stanza cadde un silenzio imbarazzante. Il mio sguardo passava da un Antony esterrefatto al ragazzo seduto che a sua volta guardava prima Antony e poi me.

Ad un certo punto, ad interrompere quel giro di sguardi é proprio Alex che si alza e si avvicina ad Antony porgendogli la mano e dicendo:

"piacere di conoscerti Antony, dobbiamo dirci mole cose noi due...".

Antony lo guarda impassibile. Muove il suo sguardo verde dall'alto al basso, sembra quasi che voglia metterlo in imbarazzo. Ma non fa niente, rimane immobile come una statua a guardarlo. Poi con uno scatto si gira, prende le chiavi della sua auto e va via sbattendo la porta.

Quel rumore porta tutti noi alla realtà. Avete presente quelle situazioni in cui non si sa cosa fare perché si teme che qualsiasi cosa si dica possa risultare fuori luogo? Benissimo. Io mi trovavo in quella situazione. Non sapevo cosa fare e il mio ragazzo mi aveva lasciata lí, nel salone di casa sua ovvero l'ultimo posto dove volevo essere. Mi sentivo di troppo.

Ancora una volta rimanemmo tutti in silenzio fino a quando la signora Amanda non decise che era arrivato il momento di rompere il ghiaccio. Infatti, gentilissima come sempre mi si avvicino dicendo:

"Mi dispiace tesoro. Vedrai ora si schiarisce le idee e torna. Su siediti e mettiti comoda vi porto qualcosa da bere." .

Cosi mi siedo in un angolo del divano mentre il signor Giovanni esce dalla stanza per dirigersi nel suo studio, suppongo. Rimaniamo solo io e Alex in salone. Mi sentivo il suo sguardo a dosso, sembrava quasi volesse leggermi dentro e io imbarazzata com'ero mi toccavo le mani pur di non guardarlo. Dovevo assolutamente dire qualcosa, cosi mi feci coraggio e mi presentai.

"Piacere Megan. Sai mi dispiace per Antony. Evidentemente ha bisogno di un po di tempo per metabolizzare la cosa. É un piacere conoscerti".

"Il piacere é tutto mio Megan" disse guardandomi negli occhi.

"Allora..cosa mi racconti..cioè voglio dire..come...insomma, ecco... Come..."

"Intendi come ho scoperto che Giovanni é mio padre?" Mi interruppe con il suo sguardo di ghiaccio e un sorrisino stampato in faccia. Bene a quanto pare il mio imbarazzo lo divertiva.

"Intendevo proprio quello" risposi cercando di sembrare sicura.

"Lo so solo da qualche settimana. Mia madre si é ammalata di cancro e prima di morire mi ha confessato che quello che io credevo essere mio padre in realtà non lo era. Mi ha spiegato che prima di conoscere l'uomo che mi ha cresciuto era fidanzata con Giovanni, ma mio nonno nn vedeva di buon occhio la loro relazione. Voleva che mia madre sposasse il figlio di un suo caro amico. Lei però era incinta di me. Nonostante questo sposo Marco e lui mi ha cresciuto come se fossi figlio suo."

Ero sbalordita. Mi dispiaceva per lui, scoprire dopo non so quanti anni che l'uomo che credevi fosse tuo padre in realtà non lo é; e scoprirlo poi, prima che tua madre muoia, non é proprio una cosa piacevole. Qualsia cosa dicessi sarebbe risultata banale cosi me ne uscii con un "mi dispiace che tu lo abbia saputo cosi..". Lui mi guardò e continuò la sua confessione.

"Dopo aver scoperto la verità avevo deciso di continuare la mia vita come se non avessi mai saputo niente. Pensava che sarebbe bastato non pensarci e la terribile scoperta sarebbe svanita. Dopo un paio di giorni dal funerale di mia madre parlai con mio nonno paterno e mio padre. Loro mi hanno tranquillizzato e mio padre in particolare mi disse che lui mi aveva amato come se fossi stato suo figlio e cosi sarebbe continuato ad essere. E che se avessi voluto conoscere il mio vero padre lui mi avrebbe supportato e aiutato."

Mentre lui parlava non mi ero accorta di quanto ci eravamo avvicinati. Inizialmente eravamo agli estremi del divano e ora eravamo cosi vicini.. Ci guardammo negli occhi senza dire una parola. Ad interrompere quel momento fu la signora Amanda che entrò in salone con un vassoio contenente tra bicchieri di the con ghiaccio e noccioline. Prendemmo il bicchiere e bevemmo. Fino a quando un Antony quasi furioso entro in salone. E dopo aver salutato la madre mi prese per il braccio e disse: "Andiamo. Ti riporto a casa!". Salutai la signora Amanda e Alex che mi disse : "Grazie per avermi ascoltato, ci vediamo presto Megan." La sua frase sembrava una promessa . . .

Nel tragitto verso casa cercai di calmare Antony spiegandogli che mi dispiaceva per quello che stava passando e che poteva contare su di me. Lui non mi parlava, aveva lo sguardo fisso sulla strada. Non capivo perché si chiudeva in se stesso. Grr... Quando faceva cosi mi faceva venire un nervoso...

Arrivati sotto casa mia disse:

"Hai fatto la brava ascoltatrice con quello che sembra essere mio fratello..non mi aspettavo niente di diverso da tee. Stavo per ribattere che era stato lui a lasciarmi da sola in casa sua in un momento in cui io non centravo niente, che lui continuo dicendo:

"Non posso crederci. Ora cosa si aspetta mio padre che io lo accolga come se niente fosse?".

"Antony é tuo fratello. Conoscilo prima di trarre decisioni affrettate. Ci soffre anche lui."

Lui mi guardò, mi mise una mano sulla guancia in quella che sembrava essere una carezza e disse: "Io non ci soffro"...e mi baciò voracemente. Dopo qualche minuto a fior di labbra sussurro con un sorrisetto beffardo:

" la mia piccola ingenua Megan... Ci vediamo, buonanotte...".

Quelle parole mi innervosirono più del necessario. Mi trattava sempre come una bambina stupida. Scesi dall'auto ed entrai in casa mia. E dopo essermi struccata e aver indossato il pigiama andai a letto con i pensieri rivolti ad un paio di occhi azzurri . . .

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 23, 2016 ⏰

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