Ginevra

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  il Re dorme sotto il baldacchino,il sonno del Giusto, senza sogni. 

Ginevra abbraccia se stessa al vento del nord, guarda fuori abbagliata dalla lucente armatura di Colui che non dorme. 

"Signore, fa che non incroci ancora i suoi occhi avviluppanti, occhi di gorgo profondo. Morgana maledetta!

La tua risata echeggia fra le mie mura, lo sapevi, infida! Sapevi che lui, ogni notte, avrebbe posato la sua ala di corvo qui sul mio guanciale."

 Il cavallo nero scalpita nella polvere...Ginevra, allontanati dalla finestra!

" La tela attende che il mio ago la infilzi, ricamo fantasie d'oro, nere e metalliche come il metallo della spada, rosse come il sangue che la insozza. La spada del Re brilla in un angolo della stanza,al sole. Le tue vesti Lancelot,

vorrei aspirarne il profumo...Una piuma corvina sul pavimento,guardo attraverso lo specchio, e intanto brucio..." 

Guarda i frammenti, la tua anima Ginevra.

 Fingi che lui non abbia affondato lo stiletto, fin dentro l'anima,senza neppure aver sfiorato la tua mano.

 La pace dovra' regnare fra le mura di Camelot ma...ride ancora Morgana. 


 Severina Fontana ( Circe )  

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