Capitolo uno

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Annuisco alzando la mano per salutare Blay mentre esco dal viale di casa sua.

Cammino lentamente e il vento fa svolazzare i miei capelli davanti al viso.Mi maledico mentalmente guardando il cielo: sta per piovere e io non ho un ombrello,il cellulare squilla facendomi ritornare di scatto alla realtà.

Sapevo chi era e non avevo voglia di rispondere.

Tolgo la giacca e tento di coprirmi da quelle gocce indemoniate,il cielo grigio e terso sembra uguale e identico al mio umore.

Un'altra chiamata,un'altro avvertimento.

Incomincio ad aumentare sempre di più il passo,devo arrivare a casa prima della quinta chiamata altrimenti non riuscirò a vedere la luce del sole domattina.

Evito una pozzanghera e attraverso la strada senza guardare.La mia vista è offuscata e il mio respiro è irregolare: ho sentito una macchina frenare di colpo lasciando un centimetro di distanza dalle mie gambe.

Mi guardo attorno intontita e spaventata,la giacca è per terra insieme al mio vecchio cellulare che oramai è andato in mille pezzi,i miei vestiti sono completamente  impregnati d'acqua.

Non sento più le gocce che cadono dal cielo,penso di aver preso un forte spavento e per questo non riesco a muovermi nemmeno di un centimetro,mi accorgo solo ora che i fari della macchina sono puntati su di me e quando il mio sguardo si posa sul ragazzo al volante desidero scappare.

"Ella?"

Appena scende dalla macchina la speranza di non farmi riconoscere da lui si spegne dal momento in cui pronuncia il mio nome.

"Micha,mi dispiace,ora devo andare"

Raccolgo velocemente gli oggetti che sono caduti per terra e corro verso il marciapiede opposto per sfuggire dal ragazzo dagli occhi verdi.Lui non deve assolutamente sapere che mi ha vista,o per meglio dire,che mi ha quasi investita,io devo essere invisibile per tutti.

Arrivo davanti al portone di casa mia,cerco le chiavi e appena le trovo apro la porta ed entro dentro ma non faccio in tempo ad annunciare il mio arrivo perché vengo colpita da un forte schiaffo che mi fa indietreggiare di qualche passo.

"Dove cazzo sei stata?"

Un'altro schiaffo,un'altro livido.

"Papà,ero da Blay stavamo studiando e non ho fatto caso all'ora.Mi dispiace"

Guardo di sfuggita mia sorella che è appoggiata allo stipite della porta con due occhi preoccupati e un'espressione tutt'altro che felice.

"Tu sei sempre da Blay,non ti credo.
Sei una puttana!".

Il suo duro calcio mi fa cadere per terra come un sacco di patate e incomincio ad appuntarmi mentalmente le cose che non devo dire o fare in sua presenza,non posso contraddirlo e nemmeno rispondere ai suoi insulti devo solo stare zitta e subire.

"Cosa pensi che direbbe tua madre adesso?"

Lo guardo negli occhi,quegli occhi che non riesco a riconoscere da tre lunghi anni,la solita luce che illuminava quel
blu intenso è scomparsa insieme al suo sguardo spensierato.La mia solita vita spensierata è scomparsa molti anni fa' insieme a mia madre.

QUELLO CHE NON C'È.Where stories live. Discover now