Capitolo due

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Sbadiglio spostando lentamente le calde e invitanti coperte dal mio corpo  e mi preparo per raggiungere il liceo a piedi,come ogni mattina.

Ho tentato di far resuscitare il mio telefono e per fortuna ci sono riuscita,anche se lo schermo è parzialmente rotto riesco ad usarlo lo stesso, ricevo un messaggio da Blay dove mi dice che ha la febbre e decido di risponderle dopo.

Continuo a camminare raggiungendo il viale di casa Scott e mi concedo di guardare di sfuggita se l'auto di Micha è ancora parcheggiata davanti al garage.

Appena sbircio di soppiatto realizzo che non c'è nessuna auto.

Penso che il dopo sbronza di una Domenica movimentata l'abbia colpito in pieno come Lunedì scorso.

Si era presentato a scuola completamente ubriaco  e aveva  vomitato sul banco durante una lezione sulle particelle,e io ho dovuto riaccompagnarlo a casa sua reggendolo per tutto l'intero tragitto dove mi ha praticamente raccontato tutto,già,esattamente tutto di tutti ma non ha mai parlato di se'.

Non riesci a fottergli nemmeno un'informazione anche se è sbronzo.

Mi incute decisamente terrore il fatto che io continui a pensare a lui molto spesso,non mi sono mai innamorata in tutti i miei diciassette anni di vita e non lo sarò mai,almeno non di Micha Scott.

Il fatto è che ho sempre avuto una passione per le cose strane,quelle silenziose oppure quelle che trasmettono brio e gioia ma lo fanno in silenzio,cautamente,come un gatto che studia  la sua preda con un solo scopo in mente: prenderla.

Micha è esattamente come un cacciatore che studia attentamente la sua preda,ti cerca e ti osserva,sa tutto di te ma tu non sai niente di lui,ed è questo il fatto più snervante: io non so niente della sua vita oltre il suo nome e dove abita so solo che suo padre è morto cinque anni fa' ma non so per quale causa.

E ho una voglia matta di scoprire cosa nascondono quegli occhi color giada.

Prima di entrare in classe rispondo velocemente al messaggio che mi ha inviato Blay,e con il mio solito anticipo prendo posto accanto a Micha,mi stupisco di lui,è arrivato più presto del solito.

"Cazzo Ella,ieri stavo per ucciderti"

Lo guardo per qualche secondo poi prendo i miei quaderni e annuisco mentre lui continua a parlare.

"Mi vuoi spiegare perché non mi parli mai,sono così odioso?"

Sbuffo infastidita,e osservo come le sue mani si attorcigliano fra loro.

Il suo tipico atteggiamento da nervoso,si bagna spesso le labbra e socchiude gli occhi in due fessure aspettando una risposta decente.

"N-non sei o-odioso"

Dio,ho balbettato,è per questo che non parlo mai con lui.

"Allora parlami,è quasi quattro mesi che siamo compagni di banco e vicini di casa e le uniche  volte in cui mi hai rivolto parola di tua spontanea volontà era per dirmi cosa dovevo fare durante quei cazzo di esperimenti"

Reprimo una risata quando noto che indossa la maglietta all'incontrario, non sarò di certo io ad avvisarlo di questo piccolo dettaglio.

QUELLO CHE NON C'È.Where stories live. Discover now