II

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Cigarettes

Di certo un Jimin ormai maggiorenne e tinto di arancio, non avrebbe mai creduto che una mattina di fine settimana si sarebbe ritrovato in un letto non suo, con un gran mal di testa e senza gli abiti della sera prima. Specialmente, non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi una una testa grigia che liberava un'essenza di fumo al suo fianco.
Così, Jimin capì che forse sarebbe stato più che fottuto.

Fu proprio quando il ragazzo decise di uscire dal letto, tirando leggermente le coperte per coprirsi il minimo, che lo sconosciuto gemette infastidito e, con uno scatto distratto, appoggiò una bianca mano sul lenzuolo e lo tirò verso le proprie spalle appena scoperte e terribilmente nude.

Jimin sospirò e lentamente si avvicinò alla fine del letto.
Quando appoggiò gli scalzi piedi a terra, venne assalito da un terribile freddo, e in modo infantile, tornò subito sotto le coperte non curandosi del fatto che un Min Yoongi più scazzato che mai si fosse appena svegliato a causa della poca delicatezza di un Park Jimin che il freddo proprio non lo poteva sopportare.

Fu quando il più giovane, tutto raggomitolato su se stesso e piacevolmente coccolato dal calore delle coperte, incontrò lo sguardo infastidito di un Yoongi che si era svogliatamente voltato verso il lato dell'arancio, che capì che forse sarebbe stato più che fottuto.

"Ommiodiominyoongi"

"Ommiodioparkjaerin"

"Sono Jimin, Park Jimin, non Jaerin"

"Ah, ecco"

Cigarettes

Di certo un Park Jimin ormai maggiorenne e tinto di arancio, non avrebbe mai creduto che un giorno avrebbe incontrato nuovamente il bellissimo Min Yoongi, e che quest'ultimo avesse pure dimenticato il suo nome.
Fu ancora più incredulo quando l'altro appoggiò nuovamente l'immacolato viso sul cuscino e, con fare noncurante, emise un impastato "vorrei dormire, se non ti dispiace".

Jimin strabuzzò gli occhi e gli passò per la mente la mezza idea di fare un rumore assurdo, tanto per infastidire Yoongi già mezzo addormentato, perché sinceramente gli dispiaceva con tutto il cuore lasciarlo dormire.

Alla fine, Park Jimin realizzò che un po' fortunato lo era stato di conoscere, o per lo meno sapere, chi gli giaceva pigramente accanto, così pensò che sdraiarsi anche lui non avrebbe ucciso nessuno.

"Posso?" Fu la richiesta dell'arancio che chiedeva un po' di coperte e "no" fu la risposta dell'altro.

Alla fine, Park Jimin si ritrovò ad appoggiare la testa sulla piccola schiena di un Yoongi tornato alla posizione di poco prima e sorrise soddisfatto nel trovarla magnificamente calda. Gli sembrò pure che i battiti del maggiore fossero irregolarmente veloci, e si addormentò nell'ascoltarli.

Fu quando un paio di ore dopo, Jimin si risvegliò solo nel letto che capì che forse sarebbe stato più che fottuto.

Cigarettes

Di certo un Park Jimin ormai maggiorenne e tinto d'arancio, non avrebbe mai creduto che un mese dopo l'imbarazzante incontro con Min Yoongi, l'avrebbe rivisto in un negozietto di musica davanti all'uscita dell'affollata metropolitana.

Così capì che forse non era solo fottuto, ma era pure sfigato.

Appena il minore vide il grigio, credette che dovesse essere il minimo fargli irruzione davanti e urlargli contro che l'averlo lasciato solo (e con la stanza d'hotel ancora da pagare), non lo rendeva per niente simpatico.
Dunque si fece coraggio, aprì la porta che prontamente suonò per avvertire della sua presenza nella stanza ed avanzò con grandi passi verso Yoongi, che gli stava dando ancora le spalle.

"In cosa la posso aiutare?"

"Min Yoongi?" La voce di Jimin uscì debole e timida, e non ci pensò due volte prima di maledirsi mentalmente.

Fu proprio quando il ragazzo si voltò e sbuffò nel riconoscere la voce dell'arancio che Jimin constatò che l'altro non era proprio il ragazzo più adorabile nel mondo.

"Cosa vuoi, Jaerin?"

"E che cazzo, hyung, non puoi fare così. Non sono Jaerin, Cristo Gesù. Che poi, è un nome da donna?"

"Ah, già."

Jimin alzò gli occhi al cielo e fu quando il maggiore si piegò a chiedere cosa volesse da lui, che il minore pensò che quel Min Yoongi fosse davvero un grande, enorme, fantasmagorico stronzo indifferente.

"Scusami, hyung, credo che dovremmo parlare un attimo, non trovi? Lasciare un ragazzo conosciuto due anni fa in un hotel a trenta minuti di distanza da casa, non è elegante, sai? Inoltre, credo fosse carino avvertirti del fatto che ho dovuto dare tutta la mia paghetta per pagare una notte di soggiorno. Che poi, scusami hyung, ma per dirmi di essere gay dovevi spaccarmi il culo?"

Yoongi schioccò la lingua, provocando un lieve rumorino che Jimin trovò estremamente fastidioso in quel momento.

"Senti, Jinin"

"Jimin!" corresse esasperato l'arancio.

"Senti, Jimin. Mi dispiace di averti lasciato là, ma non pensavo ti servisse ancora la babysitter che ti riportasse a casa dalla mamma. Inoltre, sei stato tu a dire -hyung, facciamolo in un posto carino-, quindi io ho semplicemente esaudito i tuoi desideri."

Furono proprio le guance di un Jimin più imbarazzato che mai a prendere spazio sul suo minuto viso e per un momento (o forse di più, ma questo è un lieve dettaglio), sperò di poter rimangiare le parole dette e, se possibile, scavarsi una fossa bella profonda a mani nude.

"Inoltre, Jimin, se sei qui per aprire un interessantissimo topic sul mio orientamento sessuale, ti chiedo gentilmente di spostare il tuo bel culo da qui. Sto lavorando, se non vedi" ed indicò la spilla che portava sulla parte sinistra della camicia, con su scritto nome e cognome.

Min Fottutissimo Yoongi.
Del "fottutissimo" non ce n'era nemmeno l'iniziale, ma Jimin lo lesse proprio così.

"Dunque, Jimin, hai bisogno di aiuto?"

Sì, in quel momento Jimin aveva un disperato bisogno di qualcuno che gli tirasse un pugno in faccia, ma non gli sembrò molto elegante da chiedere.

Così Jimin prese a guardarsi attorno, più spaesato e imbarazzato che mai.

"B-Beh... dunque, mh. Ovviamente s-sono entrato per prendere, mh, delle cuffie? Sì, delle cuffie. Sai, quelle che usano i, mh, professionisti? S-Sì, loro" borbottò il minore, prendendo a grattarsi la testa e a sorridere forzatamente.

A Yoongi venne proprio da ridere e, improvvisamente, pensò che quel Park Jimin fosse davvero un tipo bizzarro e carino, proprio come l'aveva conosciuto.

"Questo stile mi sembra faccia per te"

"Hyung, sono rosa"

"Oh, scusami Jaerin, ti prendo quelle con i cuori"

E quando Jimin rise, Min Yoongi pensò fosse davvero, davvero, davvero tanto fottuto.

Cigarettes

Di certo un Park Jimin ormai maggiorenne e tinto d'arancio, non avrebbe mai creduto che, dopo quasi quattro anni, avrebbe risentito dire "sono ventiquattro euro"; e di certo un Park Jimin ormai maggiorenne e tinto d'arancio, non avrebbe mai creduto che quelle parole sarebbero state ripetute mille volte meglio da un'armoniosa voce, a tratti un po' roca.

E sicuramente, un Park Jimin rosso come un pomodoro, ormai maggiorenne e tinto d'arancio, non avrebbe mai creduto che lo stesso pomeriggio avrebbe trovato un bigliettino stropicciato all'interno del sacchettino di plastica che aveva accolto le cuffie appena comprate.

Min Yoongi
34 ×× ×× ×× 10
Chiamami.

Così Park Jimin capì che forse, oltre ad aver speso ventiquattro euro per delle cuffie rosa a cuori ed essere uno sfigato, era pure terribilmente fottuto.

;)

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