La ricerca ebbe inizio: i contendenti, divisi in gruppi formati da tre elementi ciascuno, dovevano scovare gli "illusionisti" che li avrebbero teso delle misteriose insidie. Il premio consisteva in una romantica passeggiata in barca insieme ad una persona cara mentre il ricavato di tale iniziativa sarebbe stato impiegato nella ristrutturazione di un ponte appartenente alla parte storica della città. I gruppi furono decisi dalla sorte: il giudice della gara estrasse i nomi da un'urna e, grazie al fato, Alessia e Charlotte, le due inseparabili amiche, capitarono nella stessa squadra insieme a Marco, un loro vecchio compagno di scuola.
Si prospettava un gioco molto avvincente: c'erano cinque livelli da superare e cinque percorsi diversi da affrontare; in ogni "piano" si trovava un illusionista che metteva in difficoltà i concorrenti. Nei primi quattro livelli, ogni squadra aveva cinque minuti di tempo per riuscire a scovarlo e se, al termine di questi, non erano riusciti nel loro intento, venivano eliminati dal gioco. Nell'ultimo livello, invece, le squadre rimaste dovevano agire contemporaneamente e vinceva il premio quella che trovava per prima l'ultimo degli illusionisti.
Iniziata la gara, le insidie si fecero subito evidenti. Nella prima fascia si trovava Camilla, la più giovane, che al galoppo di un cavallo, appariva e scompariva nel prato. Non erano tuttavia veri e propri illusionisti ma semplici commessi di un supermercato che giocavano con la luce e l'ombra per far apparire e scomparire la loro immagine.
Il secondo step consisteva invece in un tragitto simile a quello di un addestramento militare e a capeggiarlo c'era Lorenzo. Nel terzo, dopo aver scalato una parete rocciosa, si incontrava Geremia; nel quarto bisognava invece attraversare una casa stando attenti però alle buche che ogni tanto si aprivano sul pavimento. In fondo a questo percorso si nascondeva Umberto, l'illusionista che solo tre gruppi riuscirono a vedere.
Pian piano che aumentava la difficoltà delle prove, le squadre dei contendenti diminuivano sempre più: all'inizio erano ventiquattro, ma soltanto diciassette riuscirono a superare il primo livello, al terzo poi arrivarono in dodici, al quarto in sette e, infine, al quinto in tre.
L'ultimo percorso era una casa di specchi. Giunti all'ingresso, Charlotte, Alessia e Marco decisero di dividersi per provare a scovare Michele, l'ultimo illusionista, ma quegli specchi confondevano le idee e facevano perdere l'orientamento. Dopo tutta una mattinata passata a correre a destra e a sinistra per cercare di superare i livelli, finalmente erano giunti all'ultimo passo, un altro gradino e sarebbero stati i vincitori. Passarono all'incirca due ore quando Charlotte riuscì a trovare Michele sbaragliando le altre due squadre.
Il gioco dunque finì vedendo come vincitori Charlotte, Alessia e Marco. Divertiti e stremati, i contendenti si recarono nella sala comunale a degustare un piacevolissimo rinfresco e lì gli sguardi iniziarono a farsi più chiari. Michele non faceva altro che fissare Charlotte ma lei non se ne rendeva conto. Era Alessia, invece, colei che aveva poggiato il suo sguardo sul bel Michele.
Quest'ultima provò così ad avvicinarlo e a parlarci un po'. Scoprì il suo magnifico senso dell'umorismo con battutine a volte un po' indiscrete ma che analizzate in fondo volevano essere da provocazione per Charlotte.
Lei tuttavianon aveva mai capito nulla di queste cose ma Alessia ci vedeva molto lungo.
- Perché quando lui parla con me guarda Charlotte?- pensò - Gli piacerà?
Aveva bisogno di schiarirsi le idee così chiese alla sua amica Charlotte se aveva voglia di accompagnarla a fare un giro sulla spiaggia.
Stava iniziando a farsi buio quando le due amiche, sedute ad un muretto, udirono strane voci che sembravano chiamarle nonostante in giro non si notasse alcuna anima viva. Leggermente intimorite, decisero di recarsi al bar più vicino per potersi rilassare un po'; forse la stanchezza le stava creando strane allucinazioni.
Ma mentre si avvicinavano verso il bancone, prese dal discorso, non guardarono d'innanzi a loro e si scontrarono contro due degli
"illusionisti": Charlotte cadde tra le braccia forti e possenti di Michele mentre Alessia tra quelle di Umberto. Le ragazze, imbarazzate, divennero tutte rosse in viso mentre i ragazzi le sorressero approfittando un po' della situazione per stringersele a sé. Vedendo questa scena Alessia capì che l'atteggiamento di Michele non era solo di cortesia, lui era stracotto di Charlotte; i suoi occhi, quando la vedevano, brillavano in un modo che non aveva mai visto prima in nessun altro. Era convinta che anche l'amica nutrisse qualcosa per lui ma che non riuscisse a sentire il suo cuore perché era troppo razionale.
Colta dall'imbarazzo, abbassando la testa per non incontrare lo sguardo dei due ragazzi che le stavano di fronte, salutò, si scusò per l'accaduto, prese per mano la sua amica e la portò via con sé. Una volta uscite dal bar, finalmente sole, le espresse i suoi pensieri riguardo a quegli sguardi
che aveva visto ma Charlotte tendeva a minimizzare:
- Tu, Alessia, lavori troppo di fantasia; vedi amore ovunque. Se fosse per te tutti dovrebbero essere fidanzati.
-Ma è vero scusa. Non è bello stare da soli e poi tu, per la tua timidezza e insicurezza, non hai mai avuto un ragazzo. Michele ti piace ancora, non negarlo. Perché non provi ad aprirti e a confidargli quello che provi?
- Basta con questi discorsi. Torniamo a casa che si è fatto tardi- e, con queste parole, Charlotte concluse la conversazione tra le due. Ma Alessia
sapeva di non sbagliarsi così, pensando che nessuno dei due sarebbe riuscito a fare il primo passo, affrontò lei la situazione e la mattina seguente andò a trovare Michele mentre si recava a lavoro.
Erano passati ormai quattro anni dal giorno in cui Michele per la prima volta mise piede nel supermercato di Edoardo, l'adorato padre di Charlotte; inizialmente cercava solo un lavoretto per potersi mantenere agli studi ma poi, una volta laureato in economia, stipulò un contratto a tempo indeterminato ricevendo tutte le promozioni che si presentavano.
Era un ragazzo molto ambizioso e determinato ma con i sentimenti non ci sapeva proprio fare, preferiva tenersi tutto dentro piuttosto che
affrontare la realtà rischiando un rifiuto. Alessia però era molto abile nel riconoscere quando una persona si innamorava e Michele lo era fin troppo.
Era una giornata tipicamente primaverile, nell'aria si respirava il profumo dei fiori appena sbocciati e lungo le strade le coppie, felici, facevano i primi acquisti di stagione. Percorrendo quella stradina che lo portava al supermercato nel quale lavorava, inspirava quegli odori sentendosi leggero e rilassato finché una voce pronunciò il suo nome:
- Michele aspetta- disse Alessia mentre provava a raggiungerlo.
Lui si fermò. Cosa mai poteva volere quella ragazza con cui aveva parlato, per la prima volta, il pomeriggio precedente?
- Alessia giusto? Cosa è successo?
- Si. Sono proprio io. Volevo parlarti riguardo alla mia amica.
Improvvisamente gli occhi del ragazzo si illuminarono, le pupille si dilatarono e lo sguardo divenne penetrante. Sembrava volesse leggere nella mente della ragazza.
Poi lei continuò: - Volevo chiederti conferma riguardo ai sentimenti che nutri per Charlotte.
Un nodo gli bloccò la gola impedendogli di rispondere, lo sguardo si fece basso e distante.
Sembrava volesse sparire pur di non aprire il suo cuore ad una sconosciuta che avrebbe anche potuto deriderlo. Ma no cosa gli passava per la mente! Lei era la migliore amica della donna di cui si era innamorato, non avrebbe mai potuto fargli questo; se gli stava chiedendo spiegazioni e certezze forse...
Trovò quel coraggio mille volte represso e raccontò ad Alessia tutto ciò che provava per Charlotte sin dal primo giorno in cui i loro sguardi si erano incrociati.
Capendo che avrebbe avuto bisogno di una spinta, le chiese aiuto e lei fu ben lieta di darglielo.
Quella sera, come al solito, alle ventuno in punto Charlotte si trovava sul pontile attendendo che l'amica arrivasse. Lì però non c'era Alessia.
Una figura prorompente si avvicinava a lei e nell'ombra delle sera le parve di riconoscere un sorriso familiare. Il cuore le partì all'impazzata, le mani le iniziarono a tremare e i suoi occhi si
sgranarono nel vedere quell'uomo che le andava incontro.
- Buona sera Charlotte. Queste sono per te- le disse mentre le porgeva un mazzo di venticinque rose legate con una retina verde alla quale era appeso un bigliettino.
Lei prese fra le sue mani quel fascio rimanendo sbigottita e perplessa da tutto ciò. Che cosa poteva significare? I loro occhi imperterriti scrutavano quelli che avevano di fronte a sé ma le loro labbra non riuscivano a formular parola.
Quei silenzi stavano diventando opprimenti.
Quanto avrebbe voluto stringerla a sé e baciare quella bocca così sottile, morbida e delicata.
Cercò un altro briciolo di coraggio che aveva in fondo al cuore per dirle di leggere il bigliettino che dichiarava il suo amore:
ventuno rose bianche che rappresentano la tua età candida e pura; una rosa gialla che rappresenta la mia gelosia e tre rose rosse che
rappresentano tre anni, tre anni in cui ti ho amato. Io ti amo Charlotte e tu? Cosa provi per me?
Spostatasi sotto il lampione per poter vedere meglio quelle lettere che le sembravano così irreali e tanto sognate, alzò lo sguardo in cerca di
quello di lui per poi tuffarsi tra le sue braccia ma questa volta non per caso...
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Soffio Di Vita. Respiro D'amore
RomanceEdoardo, titolare di un importante supermercato, ha due figli: Charlotte e Mirko. Lei é una ragazza molto dolce e fragile che ama in silenzio il bel Michele temendo di non essere corrisposta. Lui è un ragazzo poco più grande che si porta dentro un b...