Le campane rintoccavano labili le dolci note ovattate dal pregiato ottone, materiale di cui era composto principalmente quello strumento, che in quell'occasione suonava liete il canto dell'amore nell'aria.
La Spagna non era mai stata mai festante come quel giorno, in cui le porte della chiesa erano spalancate al mondo intero.
Sull'altare fiori variopinti, di tutti i tipi, emanavano i loro caldi colori ricadendo con morbidi glicini sugli angoli del tavolo ligneo, perfettamente elaborato.
Sopra il capo, gli affreschi della Vergine Maria, celebre per i matrimoni di quel tempo, affiancata dall'amato Giuseppe e il figlio, santo e glorificato, Gesù di Nazareth.
La storia umile di quella famiglia, con una storia tragica alle spalle, era evidenziata dalla candida colomba che sorreggeva tra il becco un ramo d'ulivo, seguita da una schiera rosata di celestini con a capo il nuovo prediletto di Dio, l'Arcangelo Gabriele.
La chiesa era addobbata a dovere, un vellutato tappeto mogano attraversava il corridoio centrale sul quale la sua amata sposa, che con canditi abiti avvolti di chiffon avrebbe varcato quella soglia tanto attesa.
Le file erano suddivise in base ai parenti dei due sposi, da un lato quelli dello sposo e dall'altro quelli della sposa.
Se ne contavano ben pochi da ambi gli altri.
Il resto della chiesta era principalmente avvolto dalle fila degli amici che si muovevano a prendere posto in attesa del lieto evento che stava per avere inizio.
Lo sposo stava in piedi, avvolto dal classico abito tradizionale spagnolo, contornato dall'energico blu che ricordava i mille mari solcati.
L'abito, avvolgeva nell sue sete una camicia comoda, candida, mentre i capelli castani lievemente mossi che ricadevano ordinatamente e puliti sulle spalle.
In piedi al centro dell'altare, aspettava solamente l'arrivo del suo prediletto.
Dalle tribune alle sue spalle sentiva le esclamazioni degli amici, dediti unicamente a complimentarsi energici con lui.
"Antonio, complimenti" dicevano con enfasi "Era ora che toccasse anche a te!".
Antonio Fernandez Carriedo, alias Spain, era così elettrizzato all'idea di un matrimonio che percepiva il cuore battere forte nel petto.
Un pulsare assoluto, un martellare continuo di ansia e trepidazione che rendeva il giovane così fremente.
Le porte in ebano della chiesa si spalancarono, rivelando un'abagliante luce che avrebbe condotto a sé la sua amata sposa, circondata dal candido vestito della purezza e innocenza.
La marcia nuziale tradizionale cominciò a levarsi nel cielo, assaporando lentamente ogni singolo momento, lasciando le proprie note libere di volteggiare in una sinfonia allegra e spensierata.
Il corpo della sposa di bella in vista.
Spain sorrise alla vista.
Una corporatura tipicamente maschile, piuttosto mascolina e scheletrica, ma non troppo magra si mosse lentamente verso di lui, circordato da un ampio vestito bianco, dal corpetto stretto ed elaborato, mentre la voluminosa gonna avvolta da tulle e chiffone, richiamava le tinte pastello della bandiera spagnola, avvolgendo l'abito in sé di eleganti sfumature.
Un lungo velo faceva da strascico al retro, ricadendo elegantemente sul corpo esile e mingherlino dello sposo.
I capelli ramati tendendo al castano scuso si ampliarono lieti sul capo, mentre il classico ricciolo che aveva sempre apprezzato possedeva il lato sinistro del capo del ragazzo.

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❝A wedding in tears❞
FanfikceLa vera felicità non è altro che una subdola illusione dettata dall'amaro fato che ci contraddistingue, cosa potrebbe succedere se essa ci venisse strappata brutalmente? ⇸FanFiction ⇹ Au: Hetalia (SpainxRomano)⇹ Mattina⇹