Il caldo mi stava letteralmente uccidendo. Avevo i capelli appiccicati alla fronte sudata, la maglietta comperata durante i saldi, con sopra un pupazzo non meglio identificato, mi si era incollata addosso ed ero convinta di non avere un odore particolarmente gradevole. Nell' insieme potevo dire di non essere al meglio delle mie possibilità. Non che fossi granché al meglio delle mie possibilità, ma di solito non puzzavo. L' abitacolo della macchina era incandescente, l' aria irrespirabile. Da quando il climatizzatore si era rotto cinque mesi prima io e la mamma avevamo trascorso periodi di freddo intenso e poi di caldo tremendo dentro quella vecchia carretta che con compassione chiamavamo automobile. Guardavo fuori dal finestrino la campagna scorrermi davanti agli occhi e pensavo rassegnata a quanto già mi mancava il nostro appartamento in città. Vivere in un condominio non era il massimo della vita, con i vicini che si lamentavano ogni volta che accendevo lo stereo o il gatto del piano di sopra che approfittava della finestra aperta per venire a dare la caccia a Nari, la nostra tartaruga domestica, ma lo preferivo alla desolata solitudine dove avrei dovuto trascorrere il resto dell' estate. La sorella della mamma viveva nel bel mezzo del nulla, il centro commerciale più vicino era a ventiquattro miglia dal suo cottage e nei paraggi non c' era nemmeno una fermata dell' autobus che potesse di tanto in tanto riportarmi alla civiltà, infatti l' avevano cancellata anni prima dal tragitto della linea 72b perché tanto nessuno osava mai avventurarsi fino a quella zona desolata della brughiera.
Se avessi potuto avrei escogitato qualche stratagemma per evitare quella vacanza fuori programma, ero o non ero l' unica ragazza della mia classe che era riuscita a evitare il compito a sorpresa di storia fingendo un calo di pressione e il conseguente svenimento neanche fossi un' attrice da oscar? Purtroppo però questa volta mi era andata male, mamma aveva intenzione di riappacificarsi con la nonna dopo dieci anni di litigi furibondi e pensava che fosse più sicuro lasciarmi a casa di qualcuno finché non avessero risolto le loro " piccole divergenze", come le chiamava lei. In fondo l' ultima volta che si erano viste era volato un intero servizio di piatti.
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La Straordinaria Estate Di Suzanne
FantasyCredevo anche che avrei passato una noiosissima estate a casa di zia Julienne... quanto mi sbagliavo!