Capitolo 1
13 settembre 2011
Quella mattina in alto nel cielo c'era un sole pazzesco che entrava dalle finestre della mia stanza, era stata la sua luce del sole a svegliarmi di solito mi infastidisce questa cosa, ma quel giorno ero particolarmente felice.
Entrai in bagno per pettinarmi e lavarmi la faccia; quando tornai in camera sentii bussare era la domestica che mi informava che la colazione era pronta, allora io con un sorrisone stampato sulla faccia scesi il tavolo era pieno di gente che stava cantando una canzoncina per augurare buon compleanno a una bambina, tutti ridevano ed erano felici.
Più tardi io uscii con una famiglia per poter andare a festeggiare il compleanno di quella bimba; è stata to davvero un pomeriggio fantastico ci siamo divertiti molto ma oramai era sceso il buio e dovevamo tornare a casa.
Mentre mi accompagnavano a casa sull'autostrada scese una fitta nebbia che impediva di vedere quello che avevi davanti ma noi non ci avevamo fatto caso più di tanto, tutti dentro la macchina cantavano e ridevano ricordando i momenti passati, non ricordo esattamente che cosa stesse dicendo l'autista ma quando io guardai la strada, una luce accecante sommerse tutta la macchina, in seguito c'è stato un botto e la macchina si è scaraventata dall'altra parte della strada, in quel momento non sapevo che fare l'unica soluzione che avevo davanti era rompere la vetrata davanti.
Mi lanciai senza pensare e mi ritrovai a terra, la testa mi sanguinava e intorno a me l'asfalto era tempestato di piccoli frammenti di vetro che sembravano scintillare in quella notte, ad un certo punto sentii la sirena di un'ambulanza, vicino a me c'erano due corpi distesi per terra solo che non riuscivo a vedere la loro faccia dato che erano interamente coperti da un tessuto bianco , la testa mi bruciava da morire misi la mano sulla nuca e quando la tolsi era completamente ricoperta di sangue, quando ebbi visto quell'orrore avrei dovuto perdere subito i sensi, ma era come se il mio corpo non volesse chiudere gli occhi perché sapeva che non sarei riuscita a riaprirli. L'ultima cosa che ricordo è che una bambina correva verso di me e mi diceva di non lasciarla, dopo questo i miei occhi si chiusero.
22 giugno 2012
Non so per quanto tempo sono rimasti chiusi ma era come se ero sprofondata in un sonno perenne, continuavo a rivedere quell'incidente e mi chiedevo per quale motivo devo svegliarmi se le persone a cui voglio bene non ci sono più non ho motivo di aprire gli occhi di nuovo, decisi di abbandonarmi alla morte ma riapparve quella bambina aveva queste treccine d'orate e gli occhi color cielo, sulle guance gli cadevano delle lacrime mentre urlava, ed è stata proprio lei
a darmi la forza per poter riaprire gli occhi, ed è proprio per quella bambina che devo riuscire a superare qualunque cosa mi aspetterà nella vita io non morirò.
Il problema è che ero troppo sicura che quando mi sarei svegliata, avrei avuto una famiglia, vicino degli amici non pensavo di trovarmi da sola.
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Un passato dimenticato
RomanceLara è una ragazza di 14 anni, lei è molto distinta dalle sue coetanee non solo per il modo in cui si veste né per come si comporta; ciò che la gente ignora è che la sua diversità è dipesa da un fatto accaduto circa 5 anni fa, dopo quell'incidente...