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PRIMA DI INIZIARE LEGGETE LA DESCRIZIONE DI QUESTA STORIA

24 novembre 2016, ore 6.30 a.m.

Un'altra noiosissima giornata è appena cominciata. purtroppo so che giorno è oggi. Un giorno che, per quanto mi riguarda, potrebbe anche cessare di esistere.

Dopo essermi svogliatamente preparata, esco di casa e alle 7.30 prendo un pullman che mi porterà direttamente davanti alla mia scuola.
Così, sulle note di "now I'm here", "Headlong" e "death on two legs", arrivo a scuola.

Alla prima ora ho matematica, la materia che odio di più. Decido quindi di accendere il cellulare e ascoltare un po' di musica.

Dopo altre due ore, finalmente, suona la campanella dell'intervallo. Tutti si spingono, si danno gomitate per arrivare all'unica macchinetta del piano.

Gregge di stupidi, guardate che se vi portate uno spuntino da casa fate prima, e per di più ne uscite vivi!

Quindi tiro fuori la mia boul calda con del caffè all'interno e me ne verso un po' in un bicchiere.

Ad un certo punto, un ragazzo entra in classe e cautamente si avvicina a me, l'unica "sfigata" che in tre mesi di scuola non ha ancora socializzato con nessuno.

Lui non è molto alto, abbastanza magro, capelli scuri e disordinati, mossi lunghi dietro fino al collo, con davanti una specie di ciuffo/frangetta.
Indossa dei pantaloni bianchi larghi, leggeri per essere novembre, una camicia blu con delle fantasie e una giacca nera in pelle chiusa da due lacci legati in un nodo. Un abbigliamento che non si vede tutti i giorni, mi piace.

E poi mio dio, che occhi! Marrone scuro, di quelli che non puoi fare a meno di fissare.

E poi mio dio, che occhi! Marrone scuro, di quelli che non puoi fare a meno di fissare

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Ok giuro non sono pazza ma...assomigliava vagamente un'altra persona. No no, sono proprio uguali. Ma com'è possibile?

"Me ne daresti un bicchiere? Sai, di solito mi porto del tè caldo, ma oggi me lo sono scordato!" Mi dice lui con un accento italiano un po'...strano. come se l'avesse imparato da poco. E poi che voce familiare.

"Sì certo tieni" gli dissi io cercando di comportarmi normalmente e di non fare emergere il mio lato timido.

"Grazie tesoro, davvero gentile. È la prima volta che ti vedo, sei nuova per caso?"

"Oh, ehm..si, è il mio primo anno qui. Ho iniziato a settembre. Tu invece mi sembri piuttosto grande..."

"Sì infatti questo sarà il mio ultimo anno qui; però mi farei bocciare volentieri. Vorrei trattenermi un po' di più..." disse con aria triste.

"Di solito voi ragazzi dell'ultimo anno non avete sempre voglia di finire la scuola in modo da poter lavorare?"

"Beh si, più o meno funziona così. Molte persone sono come dici tu ma io...non proprio"

Dopodiché ci fu una grande pausa in cui ognuno si gustò il proprio caffè;

"Sai, io penso di averti già visto da qualche parte ma...non mi ricordo bene" dissi io restando un po' vaga

"Non so, potrebbe essere"

Sì, ci siamo già visti, ne sono sicura. Ho una grande memoria visiva, a momenti mi ricordo ancora i volti delle persone che c'erano sta mattina sul pullman!

Poco dopo risuonò la campanella che indicava la fine dell'intervallo. Oh no.

"Beh, è stavo un vero piacere. Grazie del caffè, ciao Claire!" Mi salutò lui avviandosi verso la porta.

"Di niente, a presto" ricambiai io.

Ma... come faceva a sapere il mio nome?!

Poi si girò lentamente e mi sorrise dolcemente, ma...un po' malinconico.

"Lo spero" sussurrò solamente prima di andarsene definitivamente.

Buttai nel cestino i due bicchierini, e feci per mettere via anche la boul, quando sul banco notai un bigliettino a righe, tutto stropicciato, con una scritta, o meglio... un indirizzo:

London, Logan place, n.1.

Poi lo girai, e in basso a destra notai un'altra scritta:

Anyway the wind blows, doesn't really matters to me. Ti ricorderai di me?
                       
                     F, 24.11.1991 - 24.11.2016♡
                 

FIN3

24th November 2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora