Capitolo 1

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<<Ariana>> ... <<ARIANAAAAAA>> sobbalzai nel letto, ormai sveglia e con i timpani rotti. Mi voltai a vedere chi fosse a urlarmi nelle orecchie. Era mia mamma. <<Mamma, perché urli a quest'ora? Ho sonno, voglio dormire...>> <<Ari, è il tuo primo giorno di scuola, sono le 7:45, tra un quarto d'ora devi essere pronta! Su, vatti a preparare.>> Mi ero completamente dimenticata che oggi dovessi andare a scuola, non avrei voluto andarci, ma ci dovevo andare per forza. Mi alzai dal letto stiracchiandomi e sbadigliando, e andai a farmi una doccia. E' sempre nella doccia che mi preparo psicologicamente per una giornata di scuola, e per oggi avevo bisogno di sostegno psicologico extra. Non volevo rivedere nessuno di loro. L'estate è stata troppo breve, e anche in questa quarta estate, non ero riuscita ad escogitare un modo plausibile per riuscire ad evitarli o per riuscire a rispondergli fino a fargli rimanere a bocca aperta. Ma d'altronde, tutti sanno che i bulli ti sanno insultare così pesantemente da convincerti di essere una merda e da farti azzerare quel briciolo di autostima che avevo in passato. Avevo pensato di trasferirmi in un altro stato, ma sarebbe stato impossibile convincere la mamma. Per il resto nessun' altra idea. Sono davvero molto fantasiosa. Uscii dalla doccia, come sempre, ancora più spaventata di prima. Forse dovevo smettere di pensarci, almeno la mattina, ci avrei pensato a scuola magari. La scuola mi piace davvero un sacco, imparare tante cose nuove mi affascina, andare bene a scuola secondo me ti fa stare sempre un passo avanti rispetto agli altri che prendono brutti voti e quindi non sanno molto. Un altro motivo in più per essere presa di mira dai bulli. Jack, è il più cattivo, Michael è quello che ti guarda come fossi uno straccio e ti ci fa sentire così, e poi c'è Victoria, che sembra odiarmi solo per il fatto che esista. Comunque, adesso non volevo pensarci. Scesi le scale e andai in cucina dove mi aspettava una tazza di latte e cereali e la mia sorellina Nicky che parlava alla mamma con un tono saccente che odio quando usa con me ma mi diverto un sacco quando lo usa con lei. <<Mamma, ti ho detto di no!>> <<Nicky, so già che poi ti stuferai e la butterai nel camino come hai fatto l'altra volta.>> <<MAMMA, voglio con tutto il cuore quella bambola, ti prego, ti prometto che non mi stuferò e che le vorrò bene come vorrò bene a te dopo che me l'avrai comprata! Te lo giuro!>> la mamma si voltò a guardarmi esasperata e alla fine disse <<Va bene, te la comprerò, basta che la smetti!>> Sul volto di Nicky si dipinse un' espressione di gioia <<Sìììì, che bello grazie mamma!>> e corse a baciarla. Ci vogliamo molto bene, e nonostante papà ci abbia abbandonato appena nacque Nicky, siamo una famiglia unita e ce la caviamo. <<Ehi Ari, finalmente sei pronta! Muoviamoci che sei in ritardassimo.>> <<Okay, allora noi andiamo mamma, ciao!>> <<Ciao, e fai attenzione per la strada!>> me lo ripeteva sempre, come se me lo dimenticassi, ma va bene così, è solo un po' protettiva. Ci incamminammo per la strada e dopo aver svoltato l'angolo ecco che incontrai Lexie. <<Lexie! Ciao!>> mi guardò con aria stupita dicendomi <<Ari! Oggi sei uno splendore!>> indossavo un top rosa con una gonna a vita alta bianca e dei tacchi bianchi, e avevo una mezza coda con tutti boccoli ... avevo pensato che essere carina mi avrebbe fatta sentire meglio. <<Grazie mille!>> poi mi guardò con un' aria seria e mi chiese <<Sei pronta?>> non lo sapevo, non ero per niente sicura di quello che sarebbe accaduto dopo, pensavo a milioni di cose nella testa, ad un modo per fuggire da scuola, a come resistere a tutti quegli insulti, a come riuscire a non urlare aiuto. Non ero pronta, non lo ero affatto. Ma le risposi comunque <<Sì.>>


Un segreto da non nascondereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora