La vita è bella

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Ore 8:00,Un suono tremendo scuote il cuore di casa Cuccitini,il piccolo Lionel non era nel suo letto. "Dove si sarà cacciato!" Esclamò Celia la madre del nostro protagonista. "Non ne ho idea" rispose Jorge,marito di Celia,che con un' aria non proprio tranquilla, iniziò a distruggere le magliette da collezione del proprio figlio. "Non è possibile,cerco di lavorare per portare avanti la baracca,e nostro figlio mi ripaga così? Con le sue continue fughe da bambino?" E infuriato continuò a distruggere con una forza sovrumana le magliette originali di Simeone e Veron. Dovete sapere che il rapporto famigliare non era dei più idilliaci,infatti,Lionel parlava poco con il padre e molto di meno con la madre,si chiudeva in cameretta e lasciava spazio alla sua infinita fantasia riguardante il gioco del Pallone. Sognava di dribblare undici giocatori come fece Maradona,di vincere tutto,come fece lui,e di alzare al cielo la Coppa del Mondo,rendendo orgogliosa un'intera nazione,compresi i suoi genitori,ma spesso tutti i sogni non diventano realtà,o quasi. Nonostante questo forte desiderio di rivalsa verso il suo paese,suo padre lo bastonava frequentemente,non a parole,ma a cinghiate sulla schiena. Suo padre è un ex poliziotto ormai alla fine della sua carriera,infatti,una notte si fece sfuggire due noti spacciatori di Rosario,la città più grande e popolosa della provincia argentina di Santa fece. Dopo questo fatto fu licenziato,lui entrò in una profonda crisi e iniziò a drogarsi,pensava che solo così poteva ritrovare la felicità,ma si sbagliava. La madre invece era la classica donna senza stimoli,le bastava mangiare,dormire e non avere pensieri,non si occupava di se stessa,del marito, ma sopratutto di suo figlio,a cena stava muta,non diceva una parola,per paura che il marito diventasse violento anche nei suoi confronti. Entrambi i genitori non sopportavano il gioco del Calcio,sport sacro in argentina,ma sopratutto,non riuscivano ad accettare il talento del proprio figlio,volevano a tutti i costi che il figlio avesse una carriera brillante da medico,e ritenevano sciocca la scelta di perdere tempo dietro ad un pallone che per loro non significava nulla,ma per Lionel si! . "Ora basta,mi sono stancato,vado a casa degli aguero a cercarlo,quel piccolo infame sarà sicuramente dal suo amichetto sergio" urlò con voce rauca Jorge. Sergio è un amico d'infanzia di Lionel,proviene da una ricca famiglia Argentina conosciuta in città per la loro azienda,i genitori di costui sono l'opposto di quelli della piccola pulce,aperti mentalmente,attenti all'educazione del loro figlio preferito,ma sopratutto appassionati di calcio dalla nascita,infatti,ogni domenica sono in tribuna come ospiti d'onore per assistere alle partite casalinghe del Rosario Central,la squadra più blasonata della città. Nonostante l'enorme differenza fra i due,la loro amicizia li lega da anni,un po' come Vialli e Mancini. Jorge prese la giacca ed una sciarpa,si mise le sue scarpe Puma piene di buchi sotto la suola e si avviò verso l'uscita,apri la porta e disse a Celia "Se Lionel è dove penso che sia,stasera,avrai un figlio di meno", non ebbe neanche il tempo di voltarsi che uddì un suono provenire da dietro il Garage,Era lui! ,Entrambi si precipitarono per vedere cosa stesse facendo, e la scena che si trovarono davanti li lasciò senza fiato,lionel stava palleggiando con il suo vecchio pallone vinto ad una fiera anni prima. "Lionel! Sei sempre a perdere tempo con il tuo stupido Pallone,fila subito in casa" La pulce un po' innervosità da questo "buongiorno" tutt'altro che piacevole rispose "Non dovresti essere a lavoro? Ah già,mi sono dimenticato che ti hanno licenziato." Jorge andò su tutte le furie,prese un cavo elettrico posato sul terreno bagnato del giardino,e inizio a strangolare Lionel. Ad un certo punto, intervenì la madre,forse risvegliata dall'istinto materno che non l'ha mai caraterizzata in tutta la sua vita,divise i due litiganti,e fece rientrare il 13enne in casa. Il piccolo aveva sul collo i segni del cavo,forse se non fosse intervenuta la madre,ora,il ragazzo sarebbe morto. "Grazie mamma,è la priva volta che ti interessi di me, è una sensazione strana." " non ti ci abituare,ora prendi il tuo zaino e corri a scuola,sei in ritardo." Lionel prese Lo zaino,il pallone e corse fino a scuola,ma continuò a pensare ai fatti accaduti attimi prima,possibile che dei genitori debbano sfogare la propria frustrazione contro il loro figlio?. La pulce arrivò a scuola con un unico pensiero.."e adesso cosa mi potrà capitare?"

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