Pt. 1

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E un altro giorno inizia come al solito: la sveglia suona, io non mi alzo e mia madre mi urla che sono in ritardo dalla cucina...
"ALESSIA ALZATI È TARDI!!"
Quanto odio quel nome. Non tanto per il nome in sé ma per quella A finale che indica il fatto che io sarei una femmina anche se non mi sono mai sentito tale.
Mi faccio forza e scendo dal letto; vado a farmi la doccia e mi vesto mettendomi due top sportivi per coprire il seno, che fortunatamente non è troppo grande. Indosso una t-shirt, una felpa larga e un paio di jeans; prendo lo zaino, scendo, saluto i miei e vado verso l' autobus.
Arrivo alla fermata in 10 minuti, l'autobus sta per partire ma corro e riesco a prenderlo in tempo.
Suona la campanella e mi vado a sedere al mio posto: l'ultimo vicino al muro. In prima ora c'è scienze: non so se esiste una materia più noiosa di questa ma almeno la prof è mezza sorda e con il mio compagno di banco, Matteo DeRossi, parliamo e facciamo un sacco di battute stupide sulle immagini che stanno sul libro, del tipo: "quest'animale sembra la prof no?!" o le solite battutine che credo facciano tutti gli adolescenti.
A scuola quasi tutti mi chiamano con il cognome quindi l'unica cosa che mi da fastidio è che mi parlano al femminile e mi trattano come una ragazza, ma del resto è quello che vedono nonostante sia molto "maschiaccio"... Nessuno sa chi sento di essere veramente, ho sempre avuto paura di dirlo per cosa avrebbero pensato di me; spero di riuscire a fare coming out entro quest'anno, anche se è già da due anni che ripeto questa frase...

Trans In The ClosetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora