1. Della vita e della morte

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Digli questo, insieme al più e al meno degli eventi
qui succeduti... Il resto è silenzio.
-Amleto, atto 5 scena 2

Shion richiuse il libro. Poteva udire il suono della pioggia provenire dall'esterno.
  La stanza sotterranea riusciva a tagliare fuori dalle sue pareti la maggior parte dei suoni che giungevano dal mondo esterno, ma per una qualche ragione, il suono del vento e della pioggia non fallivano mai di trovare la propria strada attraverso i muri. Un topino si arrampicò sul suo ginocchio. Mosse i baffetti e strofinò insieme le zampine come per fare una richiesta.
  "Vuoi che ti legga questo libro?"
  Cheep.
  "Ti piacciono davvero tanto le tragedie. Non vorresti scegliere qualcosa di più divertente?"
  Il topolino guardò Shion e sbatté gli occhi color uva. Shion si sistemò meglio sulla sedia e incrociò le gambe con ancora il topo sulle sue ginocchia.
  Quella sedia doveva essere stata un pezzo raffinato di arredamento un tempo. Era evidente dalla struttura robusta e dalle delicate decorazioni incise sul dorso. Ma ormai era vecchia e logora; il colore era scrostato in vari punti, l'imbottitura era sbiadita al punto da non poterne stabilirne con certezza l'antico colore. Ma anche così, era uno dei pochi pezzi di arredo presenti nella stanza. Una settimana prima Shion l'aveva disseppellita da sotto la montagna di libri che ricopriva due terzi del pavimento della stanza.
  "Se li sistemassi potresti trovarci un tesoro ancora più grande qui sotto" Shion voleva sembrare serio ma Nezumi lo derise.
  "Perché non ti preoccupi di mettere su un po' di forza prima di pensare a stupidaggini come questa? Sei un signorino che probabilmente non ha mai fatto uno sforzo fisico da quando è nato. Guarda quanto sei magro e pallido"
  "Ero l'incaricato delle pulizie del Parco. Facevo lavori fisici per tutto il tempo"
  Le spalle di Nezumi si incurvarono. La voce era permeata di disprezzo.
  "Le pulizie? Pulire viene contato un lavoro fisico in No.6? Il tuo lavoro consisteva solo nell'attivare dei robot che si occupavano delle pulizie e della manutenzione al posto tuo. Lavoro fisico, caro moccioso..."
  Nezumi afferrò il braccio di Shion e affondò le dita così forte da farlo sobbalzare. Le dita di Nezumi, sottili a prima vista, avevano una presa sorprendentemente forte.
  "...è usare queste braccia, le tue gambe e metterci la tua schiena. Significa usare il tuo stesso corpo, ricordatelo"
  Ormai Shion non si lasciava più turbare dai modi sarcastici e pungenti di Nezumi. Riconosceva che la sua durezza e il suo cinismo celavano spesso una verità con cui non poteva evitare di trovarsi d'accordo e la maggior parte delle volte ne usciva più convinto che offeso. Era vero che il suo lavoro in No.6 si limitava solo a premere alcuni pulsanti su di un pannello di controllo. Non aveva mai sperimentato il tipo di fatica che faceva scricchiolare il proprio corpo sotto il peso. Non aveva esperienza di cosa significasse ritrovarsi completamente madido di sudore, di avere la pelle delle mani piena di tagli e vesciche, di sentire i propri muscoli dolenti dalla stanchezza, di essere tormentato da una fame insopportabile e del piacere di abbandonarsi ad un sonno confortevole dopo una dura giornata di lavoro.
  Non lo aveva sperimentato nemmeno una volta.
  "Ecco perché voglio farlo" disse Shion determinato, indicando la montagna di libri che era ammucchiata per tutta la stanza "Li organizzerò, li sistemerò per genere. E li metterò ordinatamente negli scaffali. Se non è lavoro fisico quello, allora non so cosa sia"
  "Ti ci vorranno centinaia di anni"
  "Lo farò in una settimana"
  Nezumi sollevò le spalle di nuovo. "Come vuoi" sospirò "Fà come vuoi. Ma limitati a libri e scaffali, non toccare nient'altro"
  "Non è che ci sia molto altro oltre a libri e scaffali qui dentro"
  "Come hai detto, potresti trovare un tesoro fantastico. A dire il vero, nemmeno io so cosa ci sia sotto quei libri"
  I topini chiacchieravano nascosti tra gli anfratti fra un libro e l'altro. Shion raccolse un volume dalla copertina di colore verde chiaro.
  "Nezumi"
  "Hm?"
  "Da quanto tempo abiti qui?"
  Le mura di cemento spoglio, le centinaia di libri, la camera sotterranea...non sembrava un luogo esattamente adatto per viverci.
  "Non sei cresciuto qui, vero? Dove sei..."
  Chiuse la bocca. Aveva notato che gli occhi di Nezumi stavano dando asilo ad uno sguardo d'acciaio.
  "M-mi...mi dispiace"
  Nezumi strappò il libro dalle mani di Shion e lo sbatté con forza su una pila di libri accanto.
  "Se intendi restare qui..." avvolse le spalle nel tessuto di superfibra e si concesse un sospiro impaziente "Allora fa qualcosa per quel tuo vizio di fare domande. Non so quanto possa sopportare ancora il tuo ficcare il naso in ogni piccola parte della mia vita"
  "Non sto ficcando il naso. Volevo solo sapere"
  "Indagare e interrogare la gente su ogni piccola informazione è chiamato ficcare il naso, ricordati anche questo"
  Shion sentì un'ondata di irritazione per il modo in cui le parole di Nezumi sembravano respingerlo. Un sentimento di indignazione iniziò a ribollire dentro di lui. Non stava ficcando nessun naso. Bloccò Nezumi per il braccio mentre stava lasciando la stanza.
  "Non conosco quasi nulla sul tuo conto. Ecco perché volevo sapere"
  "E io sto dicendo che questo è chiamato..."
  "Se fosse stato qualcosa per cui andava anche bene non sapere..." lo interruppe Shion "Non avrei insistito. Ma voglio sapere davvero. Per me, si tratta di qualcosa che ho bisogno di sapere. Voglio sapere, ed è per questo che...Argh..." si era morso la lingua. Si coprì la bocca con una mano e si gettò a terra in preda al dolore. Gli sfuggirono addirittura alcune lacrime dagli occhi e sentiva la bocca bollente. Nezumi scoppiò a ridere.
  "Cavoli, ma la goffaggine ti viene naturale? Non mi stanco mai di guardarti...stai bene?"
  "Più o meno. Mordersi la lingua fa davvero male"
Quando viveva in No.6, no...da quando era nato fino ai suoi 16 anni, Shion non era mai inciampato sulle sue stesse parole al punto di mordersi la lingua. Ed era la prima volta, anche, che aveva afferrato il braccio di qualcuno senza pensarci, solo per il desiderio di dire quello che gli suggeriva il cuore, con tanta urgenza che le sue stesse parole erano incapaci di stare al passo dei pensieri.
  "Allora?"
  Nezumi si accovacciò e guardò Shion in viso. La luce nei suoi occhi, che fino a un attimo prima aveva la lucentezza di un tessuto finemente intrecciato, aveva ceduto il posto ad un bagliore gentile.
  "Cosa vuoi sapere?"
  "Di te..." rispose Shion. "Voglio sapere di te"
  La bocca di Nezumi si spalancò. Chiuse e riaprì le palpebre diverse volte.
  "Shion, hai letto qualche strano libro ultimamente?"
  "Strano?"
  "Come storie d'amore, quel tipo di storie cliché e tutte uguali. Sai, dove un principe arriva a salvare la donzella in pericolo o dove due innamorati divisi devono superare delle difficoltà per riunirsi di nuovo"
  "Non credo di aver letto nulla di simile"
  "Allora da dove ti è uscita quella frase? 'voglio sapere di te'" ripetette Nezumi incredulo.
  "Non ho bisogno di leggere una frase per conoscerla"
  "Sei serio riguardo quello che hai detto?"
  "Certo. Nezumi..." Shion si asciugò la bocca e fissò dritto i due occhi grigi. "Voglio sapere. Voglio conoscere, perché ci sono ancora così tante cose che non so. Tutto quello che so è che mi hai salvato. Non conosco il tuo vero nome o come sei cresciuto, o perché vivi qui da solo, o cosa stai pensando ora, o quali sono le tue intenzioni...non ne ho idea. Non so una singola cosa di te"
  Si sentì afferrare il polso. Le dita di Nezumi erano sempre fredde e dure.
  "Allora ti dirò io qualcosa. Metti qui la tua mano"
Shion fece come gli era stato detto e posò il palmo della mano sul petto di Nezumi.
  "Cosa senti?"
  "Sento...? Bhe, sembra il torace di un uomo. È duro, piatto"
  "Lo so, lo so. Mi spiace per te di non aver grandi tette. Cos'altro?"
  "Beh..."
  Cosa percepiva in quel momento con il suo palmo attraverso la ruvida stoffa della maglietta di Nezumi? Era il battito del suo cuore, il suo calore, la fermezza della sua carne. Shion esitò a esprimere in parole quello che sentiva. Non riusciva a spiegarsi il perché. Allontanò la mano dall'altro e strinse le dita a pugno. Nezumi sorrise quietamente.
  "Il mio cuore stava battendo e sentivi calore, giusto?"
  "Certo, sei vivo, è normale il tuo cuore batta e che tu sia caldo"
  "E' cosi. Io sono vivo e sono proprio qui davanti a te. Questo è tutto quello che ti basta sapere. Che altro vuoi di più?"
  Nezumi si alzò in piedi e guardò Shion dall'alto. Il suo sguardo era freddo come le sue dita.
  "Quelle che vuoi sono informazioni" disse freddamente. "La mia data di nascita, come sono cresciuto, la mia altezza, peso, indice di intelligenza, dati del DNA. Vuoi solo informazioni che puoi convertire in numeri. È l'unico modo in cui provi a capire gli altri. Ecco perché non puoi comprendere gli esseri viventi che si trovano intorno a te"
  Shion si alzò in piedi a sua volta. Strinse ancora più forte i pugni.
  "Sei bravo col sarcasmo e ami prendere in giro la gente. Non ti piace il pesce e ti agiti nel sonno"
  Ci fu un momento di silenzio.
  "...Huh?"
  Shion continuò.
  "Hai una grandissima conoscenza che spazia in tutti i campi, ma non è metodica. A volte sei capriccioso e permaloso, altre volte sei pigro e incurante dei dettagli. Adori la zuppa bollente e brontoli quando non è abbastanza salata. E la scorsa notte mi hai dato ben tre calci nel sonno"
  "Hey Shion, aspetta un attimo..."
  "Da quando sono venuto qui, questo è tutto quello che so di te. Non sono numeri. Non ti sostituirei mai con dei numeri. Non lo farei mai"
  Lo sguardo di Nezumi scivolò lontano da lui.
  "Sono solo uno sconosciuto per te" disse "Non dovresti essere interessato agli sconosciuti. Quattro anni fa mi hai salvato la vita e avevo un grosso debito con te. È per quello che ti ho aiutato. Quindi se vuoi puoi restare qui finché desideri e fare quello che vuoi. Ma non pensare mai di voler conoscere di più su uno sconosciuto"
  "Perché no?"
  "Perché diventerebbe un ostacolo"
  "Un ostacolo? Conoscere una persona diventa un ostacolo?"
  "Sì, per gente come te. Sei bravo a ricavare informazioni ma ti arrendi facilmente alle emozioni. Ti fidi troppo facilmente della gente ed arrivi ad attaccarti a loro. Te l'ho detto prima, no? Butta via tutto quello che non ti serve"
  "Si, ma..."
  "Ma quello che stai facendo ora è l'esatto contrario. Stai iniziando ad interessarti a me e volerne sapere di più. Stai provando ad aggiungere ancora più peso a quello che già porti. Sei uno stupido senza speranza, semplicemente irreparabile"
  Shion non capiva quello che Nezumi stesse dicendo. Era più confuso e difficile da afferrare di qualunque altro libro di scuola letto fino a quel momento.
  "Nezumi, non capisco cosa vuoi dire" Diede voce ai suoi pensieri con sincerità.
  "Più sai, più ti attaccherai. Di questo passo non potremo più essere sconosciuti. E quello sarebbe un grosso problema per te"
  "Per me? Perché?"
  "Quando diventeremo nemici, non riuscirai ad uccidermi" C'era un cenno di risata nella sua voce. Shion affondò il piede fermamente nel tappeto consumato.
  "Mentre sei impegnato a rimanere intrappolato nelle tue emozioni, ti potrei conficcare un pugnale nel cuore...Sai, un pugnale è un arma davvero antica, ma sa essere utile a volte"
  "Perché dovremmo diventare nemici? È semplicemente assurdo. Questa è una cosa totalmente stupida"
  "Davvero? Io penso sia piuttosto plausibile"
  "Nezumi!" disse Shion animatamente.
  Si udì un forte rumore ed un pila di libri cadde per terra. Un topolino saltò sulla spalla di Nezumi.
  "Beh, se hai davvero intenzione organizzare questi libri è meglio se ti sbrighi. Una settimana passa in un lampo. Vado a lavoro" Nezumi si girò agilmente sui talloni e uscì dalla porta. Shion avvertì tutta la tensione accumulata fino a quel momento abbandonare il suo corpo. Era freddo ed aveva i vestiti appiccicati. Le conversazioni con Nezumi lo sfinivano così tanto da ritrovarsi a sudare freddo. Shion si leccò le labbra asciutte.
  "Non so nemmeno che lavoro fai" borbottò fra sé. "Volevo solo sapere. Chi è lo stupido tra noi?"
Lasciò le parole pendere per un momento, poi decise di mettersi a lavoro per organizzare la montagna di libri.
  "Shion" La porta si aprì e la voce di Nezumi lo chiamò. Un paio di guanti da lavoro vennero lanciati verso di lui.
  "Ti spezzerai un'unghia a mani nude." La porta si richiuse prima che Shion potesse ringraziare e la stanza ricadde nuovamente in silenzio. I gesti casuali di gentilezza o quelle parole fredde e indifferenti di qualche minuto prima...a quali doveva credere? Shion non riusciva ad inquadrarlo. Quello era il motivo per cui voleva riuscire a vedere il vero Nezumi. Shion indossò i guanti e sollevò alcuni libri dal pavimento.
  Ma certo. È comodo indossare dei guanti per questo tipo di lavoro. È un'altra cosa che ignoravo.
  Vuoi solo informazioni da convertire in numeri. È l'unico modo che hai per provare a capire gli uomini. Quelle parole che gli erano state gettate in faccia pochi minuti prima, gli restavano ancora nelle orecchie. Analizzare le persone attraverso i dati era qualcosa che Shion era stato abituato a fare per tutta la sua vita in No.6, da quando era stato giudicato top-ranking e gli era stato concesso di studiare nell'ambiente più prestigioso.
  Il corpo umano è costituito da 274 differenti tipi di cellule, 60 miliardi in totale. Ricordava perfettamente i nomi, le forme e le funzioni di ciascuna. Conosceva la locazione e la funzione di ogni organo ed aveva anche imparato i percorsi di trasmissione del segnale tra l'amigdala e la corteccia peririnale dell'ippocampo.
  Ma questo tipo di conoscenza gli era del tutto inutile. Non importa quanta della sua conoscenza provasse a mettere in uso, era completamente inutile per comprendere la persona con cui stava vivendo da quasi un mese.
  Nezumi pensava davvero che sarebbero diventati nemici un giorno? Che avrebbero finito con l'uccidersi a vicenda...era possibile? Le parole e azioni di Nezumi erano sempre circondate da mistero e confondevano fortemente Shion.
  Non riusciva a capirlo. Ecco perché desiderava vedere che tipo di persona che fosse il suo coinquilino.Voleva conoscere quella parte di Nezumi che non poteva essere sostituita da numeri o simboli. Shion scosse la testa. I topini giocavano correndo intorno ai suoi piedi. La devo smettere. Rimuginarci su non risolverà niente. Per il momento ho una guerra da ingaggiare contro questi libri. [2]
  Si ritrovò in breve madido di sudore, la schiena gli doleva e sentiva le braccia pesanti. Ma quello che distraeva Shion dal suo lavoro non si trovava nel dolore corporeo o nella stanchezza, ma nelle pagine tra cui vagava. Saltava casualmente ad una storia e si ritrovava a scivolare giù sul pavimento per leggerne il resto. Completamente assorbito, finiva presto per perdere traccia del tempo. Ed ogni volta un piccolo topo saltava sulla pagina in rigido rimprovero.
  "Dammi un altro minuto. Lo metto via appena ho finito di leggere questa parte"
  Cheep cheep!
  "E va bene, va bene. Ora la smetto, ok? Sei soddisfatto adesso?"
  E al terzo giorno scoprì sotto una vecchia copia di una rivista scientifica una piccola scatola argentata. Il suo kit di emergenza.
  In quella notte tempestosa di quattro anni prima, Nezumi era apparso, inzuppato fradicio, un intruso improvviso in casa di Shion. Con la spalla macchiata di sangue, il ragazzino grondante d'acqua davanti a lui sembrava sul punto di svenire. Shion aveva allungato la mano senza pensarci. Il suo istinto di protezione si era risvegliato talmente forte che aveva addirittura dimenticato la paura nei confronti dell'intruso. Anche dopo aver scoperto che si trattava di un VC, considerato un criminale violento e pericoloso in No.6, quel sentimento non era cambiato. Shion aveva preso Nezumi sotto la sua ala protettiva e gli aveva fornito cura per la ferita e un respiro momentaneo. Non aveva esitato per un istante. Non sarebbe riuscito a comportarsi diversamente. Come risultato, Shion aveva perso la maggior parte di quello che aveva, insieme ad una larga parte della sua vita sicura e privilegiata.
  Quella notte Shion aveva curato la ferita dolorosa di un proiettile con gli attrezzi e le medicine di quel kit di emergenza. Il mattino successivo quattro cose mancavano all'appello: la maglietta a scacchi, l'asciugamano, il kit di emergenza e lo stesso Nezumi. Di loro, due erano tornati nelle sue mani. O piuttosto, a parte il kit di emergenza, forse non era preciso dire che Nezumi era 'tornato' nelle sue mani. Shion era caduto in una trappola e stava per essere condotto nel Penitenziario del Dipartimento di Sicurezza. Nezumi lo aveva salvato e lo aveva portato in salvo fuori da No.6.
  Non è stato lui a tornare da me, sono stato io a piombare e prendere rifugio qui. Questa era la realtà. Era caduto dalla Città utopica, chiamata persino Santa da alcuni, in quella stanza sotterranea, dove non filtrava la luce del sole. Probabilmente non sarebbe mai stato in grado di fare ritorno in No.6 legalmente. Aveva lasciato lì sua madre. Karan stava pensando ancora a suo figlio anche dopo che era stato dichiarato un criminale in fuga? Shion sapeva che era infruttuoso pensarci, ma il cuore faceva male ugualmente.
  Non poteva buttare via tutto come aveva fatto Nezumi. Non poteva estraniarsi. Non poteva vivere senza legami. Aveva bisogno di aggrapparsi a qualcosa o sarebbe crollato. Doveva avere qualcuno nel cuore sempre o sarebbe impazzito.
  Shion aprì la scatola. Lo sterilizzante automatico funzionava ancora. Un bisturi ed un rotolo di garze brillavano fiocamente sotto la debole luce rossastra della lampada sterile. Un sentimento nostalgico si riscaldò nel petto, come il calore del rivedere un vecchio amico.
  Cheep-Cheep! Chit- Chit-Chit!
  "Cosa? Lo so, lo so. Lo sto facendo. Cavoli, siete davvero severi" Shion sorrise.
  Come per rispondere, il topo sollevò le zampine e squittì.
***
  Era già passata una settimana e Shion era riuscito ad organizzare quasi tutti i libri che dominavano la maggior parte del pavimento. Certo, era impossibile trovare posto per tutti quanti e molte pile di libri restavano ancora al loro posto, ma aveva ripulito una considerevole quantità di spazio per vivere.
  "Allora cosa ne pensi?" Shion gonfiò il petto pieno di orgoglio. Nezumi era sdraiato pigramente su di una sedia, sbadigliando.
  "Il kit di emergenza, un paio di coperte, una tazza, una vecchia stufa. Tutto qui quello che sei riuscito a trovare?"
  "E' tantissimo" replicò Shion indignato.
  "Peccato, non sei riuscito a trovare un permesso d'ingresso per No.6"
  Shion si spostò davanti Nezumi e lo guardò dritto negli occhi. Se voleva parlare sinceramente, allora non doveva distogliere lo sguardo. Era una delle cose che aveva imparato in un mese di convivenza con Nezumi. Shion si chinò in avanti e serrò entrambe le mani sui braccioli della sedia.
  "Cosa?"
  Shion bloccava ora la sedia di Nezumi col suo corpo. Nezumi si riposizionò sulla sedia a disagio.
  "Nezumi, mia madre si trova ancora in No.6. È l'unico parente di sangue che possiedo. Non mi importa quanto mi prendi in giro, ma non riuscirò mai a tagliarla fuori. Ma...ma lascia che ti dica una cosa. Non ho più attaccamento verso la vita in quella città. Anche se qualcuno mi dicesse che c'è un modo per tornare indietro, non vorrei mai tornare al tempo in cui avevo il privilegio di vivere in No.6 come un suo legittimo cittadino. Sono serio...non vorrei tornarci affatto"
  Gli occhi grigi all'altra estremità dello sguardo di Shion non chiusero le palpebre nemmeno una volta.
  "Hai detto che la mia vita in No.6 era falsa. Ora ho potuto sperimentarlo da me. E non vorrei mai tornare ad una vita finta, pacifica e privilegiata solo in apparenza"
  "Quindi saresti preparato a vivere fuori dalla Città Santa, è questo che mi stai dicendo?"
  "Sì"
  "Hai idea di che tipo di posto è questo?"
  Shion esitò a rispondere. Le labbra di Nezumi assunsero un sorriso freddo.
  "Tu non sai niente" disse lentamente. "Non sai cosa significhi morire di fame, tremare per il freddo, lamentarsi per una ferita che si è deteriorata, perché lasciata senza trattamento troppo a lungo; tu non conosci la sofferenza che segue quando quella ferita finisce infettata dalle larve e cominci a marcire vivo; tu non sai come ci si sente nel veder morire qualcuno davanti a te, mentre non c'è nulla che tu possa fare per aiutarlo. Non sai niente di niente. Stai solo dicendo belle parole. Lo hai sperimentato tu stesso, dici? Hai solo scrostato leggermente lo sporco dalla superficie della città e ne hai fiutato l'odore e ti comporti come se conoscessi tutto. Sarà anche una città piena di menzogne, ma in No.6 hai un letto caldo, cibo in abbondanza ed acqua pulita. Hai ospedali equipaggiati, centri di ricreazione, scuole. Tutto quello che i residenti di questo posto non potranno mai avere, per quanto lo possano desiderare. E dici di non avere attaccamento a tutto questo? È arrogante da parte tua. Così arrogante che mi fa venire la pelle d'oca. O è così o sei un bugiardo" Shion inspirò. Rafforzò la presa sulla sedia.
  "Potrebbe sembrare arrogante...ma non sto mentendo. Indipendentemente dal tipo di posto in cui ci troviamo, voglio comunque continuare a vivere qui. Non perché sono stato scacciato da No.6 come un criminale. Anche se non lo fossi stato...non importa quanto orribile si dimostrerà questo posto, voglio restare qui"
  "Che ragione hai?" rilanciò Nezumi "Se non stai mentendo e non stai cercando di impressionarmi con una risposta modello, allora cosa ti porta a prendere una decisione simile?"
  "Perché sono attratto da te"
  "Huh?"
  "Sai cose che io non conosco. Mi hai insegnato cose che nessuno mi aveva mai insegnato prima. Non riesco a esprimerlo bene, ma..." esitò "Sono attratto da te. Un sacco. Ecco perché voglio restare qui. Voglio vedere quello che vedi tu, mangiare quello che mangi tu e respirare la stessa aria che respiri. Voglio stringere con queste mani quello che non sono mai stato in grado di avere in No.6"
  Nezumi sbatté le palpebre due volte. Poi si posò un palmo sulla fronte e scosse la testa lentamente in esasperazione.
  "Shion, lo sto notando da un po' ormai, ma..."
  "Sì?"
  "La tua capacità espressiva è peggio di quella di uno scimpanzé"
  "Ho sentito che il genoma di un uomo ed uno scimpanzé differiscono solo del 1,23%" disse Shion non scoraggiato. "Non penso che dovresti deridere uno scimpanzé"
  "Io sto prendendo in giro te. Idiota. Non hai idea di come vanno usate propriamente le parole?"
  "C'era qualcosa di strano in quello che ho detto?"
  "Non dire parole come 'attratto' così facilmente. È una parola molto pesante e importante. Si suppone che la si usi solo per una persona speciale e insostituibile nella tua vita"
  "E allora cosa dovrei dire? Devo dire ti amo?"
  Nezumi tirò un lungo sospiro esagerato. "Lascia stare" brontolò. "Parlare con te mi fa andare fuori di testa. Tieni" spinse un grosso libro nelle mani di Shion e si alzò. "Amleto, leggilo"
  "L'ho già fatto"
  "Allora leggilo di nuovo. Dai a quella tua storpiata capacità di linguaggio un po' di sano, duro allenamento. Impara qualche parola"
  "Ero fuori traccia cosi tanto?"
  Le parole di Nezumi si sveltirono.
  "Sei solo affascinato da cose nuove ed inusuali. Sei come uno studioso che ha scoperto un nuovo pianeta o un nuovo tipo di batterio. Sei solleticato dalla curiosità perché hai incontrato qualcuno che è diverso da tutte le persone che sei abituato ad avere intorno. Ecco tutto. Non sei attratto da me e non sei innamorato di me. Sei semplicemente eccitato dell'animale esotico che hai scoperto. Non riesci nemmeno a capire le differenze?"
  Erano parole dure. Divennero spine appuntite che colpirono i timpani di Shion.
  "Io non mi fido di te" disse Nezumi
  Shion sollevò il viso e lo sguardo si scontrò con quello di Nezumi. Si stava mordendo le labbra senza pensarci.
  "Non mi fido di nulla di quello che dici. Sei una persona che ha vissuto in un'abbondanza artificiale da quando è nato. E sei abbastanza arrogante da essere capace di dire che puoi gettar via quella fortuna facilmente...Shion" disse improvvisamente, "Quando facevi quel lavoro di pulizia nel parco, dovevi fare un rituale tutte le mattine, no?"
  Il rituale era sempre il primo compito nel lavoro di Shion. Doveva posare un palmo sull'immagine del palazzo comunale, o Moon Drop, informalmente, che era mostrato sul monitor del Sistema di Manutenzione e giurare fedeltà.
  "Io ora e sempre prometto la mia ferma alleanza alla città di No.6"
  "La nostra gratitudine per la sua lealtà. Si impegni nel lavoro con sincerità e orgoglio come un buon cittadino di No.6"
  Ogni giorno doveva ripetere la stessa azione. Era stato un doloroso disagio per lui. Il suo orgoglio da giovane gli doleva per dover ripetere queste banali e grandiose parole, e per il rituale in sé, che sembrava stupido.
  Nezumi fece una breve risata.
  "Lo odiavi, vero?"
  "Sì"
  "Ti sentivi soffocato, vero, dall'essere forzato nel dichiarare la tua lealtà"
  "Sì... ora che me lo dici"
  "Ma lo facevi comunque" disse Nezumi. "Invece di rifiutarti, recitavi questa dichiarazione ogni mattina, non intendendo una singola parola di essa e facendo finta che non ti desse fastidio. Lascia che ti dica una cosa, Shion: le parole non sono cose che puoi gettare in giro casualmente. Non puoi forzarti di dire qualcosa e sopportare. Ma in fondo tu non puoi sapere una cosa simile. Ecco perché non ho intenzione di fidarmi di te"
  La mano di Nezumi improvvisamente si estese verso di lui. Il palmo toccò la guancia di Shion.
  "Fa male?" chiese gentilmente.
  "Abbastanza..."
  "...Io non ho alcun rancore nei tuoi confronti, né tantomeno ti odio"
  "Lo so..." rispose Shion con calma. "Almeno questo riesco a capirlo"
  "Shion"
  "Mh?"
  "Te la senti di andare fuori?"
  Le sue dita accarezzarono i capelli di Shion.
  "Ti sei completamente ristabilito adesso, vero? Te la senti di vedere da te il posto dove hai deciso di continuare a vivere?"
  La mano di Nezumi si allontanò lentamente. Diverse ciocche di capelli bianchi rimasero impigliati alle dita lunghe. I capelli di Shion mantenevano la lucentezza anche privati del loro colore ed a certi occhi immaginò potessero apparire graziosi. Ma vedeva questa bellezza come crudele. In una singola notte il colore era svanito dai capelli e aveva ricevuto una ferita rossa che avvolgeva l'intero corpo come un serpente. Era stato visto da alcuni bambini che avevano urlato alla sua vista. Non riusciva a dimenticare i loro sguardi. Erano pieni di sgomento e terrore come gli occhi di chi vede un mostro deforme. Ma doveva andare fuori. Voleva vedere con i suoi stessi occhi il mondo in cui avrebbe vissuto, ascoltarne il suono con le sue stesse orecchie, odorarne il profumo col proprio naso e sentirlo sulla sua stessa pelle. Allora, poi, ne avrebbe parlato di nuovo con Nezumi.
  Non importa che tipo di posto è questo, voglio continuare a vivere qui. Piuttosto che essere circondato da falsità, ed essere forzato a mandar giù parole banali, voglio vivere qui...anche se significasse dover fare uno sforzo...
  "Possiamo tingere i tuoi capelli, se ti fa sentire meglio" disse Nezumi "Nero, castano, verde...qualsiasi colore desideri. Cosa vuoi fare?"
  "No, va bene cosi"
  "Vuoi tenerteli cosi?"
  "Sì, terrò i capelli così. I capelli bianchi non sono poi così male. Immagino sia meglio che essere completamente calvi"
  Nezumi abbassò il volto. Le spalle stavano tremando.
  "Sei molto divertente, lo sai?" disse, la voce tremava trattenendo una risata. "Seriamente. Lo dico davvero"
  "Lo sono?" disse Shion dubbioso "Nessuno mi ha mai detto che sono divertente..."
  "Sei un commediante naturale. Dovresti gettar via i libri di teoria e studiare commedia invece"
  "Ci penserò"
  "Dovresti. E va bene...allora domani ti porterò in giro"
  "Va bene" accettò Shion.
  "E c'è un luogo dove devi andare assolutamente"
  "Latch Building" rispose Shion per lui.
'Intorno LK-3000. Latch Bl 3F. Non certa - K'
  Era un biglietto da parte di Karan ed era criptico. Shion non sapeva dove portava o chi ci avrebbero trovato.
  "Hai scoperto dove si trova Latch Building?"
  "No" rispose Nezumi "Non abbiamo numerazioni elaborate per i palazzi qui. Ma tempo fa questo luogo era una città decente e sono riuscito ad ottenere una mappa di allora. E guarda caso c'è una regione marcata lk-3000"
  "Hai scoperto tutto questo..." mormorò Shion in ammirazione.
  "Per passare il tempo"
  "Non credevo avessi tempo da perdere. Sembravi sempre così impegnato..."
  "Oh, e scrivi una lettera" interruppe Nezumi con nonchalance.
  "Huh?"
  "Per la tua mammina. Ma tienila in 15 parole. Una semplice nota. Il topolino qui dice che gli manca il pane fatto a mano da tua madre"
  "Consegnerai la lettera per me?"
  "Piuttosto una nota" disse bruscamente "Sotto le 15 parole. Non posso garantire che arriverà senza pericolo"
  "Nezumi..."
  "Cosa?"
  "Grazie..."
  Nezumi si allontanò da Shion e lo fissò con uno sguardo terrificato.
  "Puoi evitare di guardarmi cosi? Mi fai venire i brividi. Quel che accadrà domani accadrà domani. Vado a farmi una doccia. Oh, e prima che scrivi la lettera a tua madre leggi una storia a quel poveretto. È rimasto ad aspettare per tutto questo tempo"
  Nezumi scomparve nel bagno. Shion si rannicchiò in una sedia e aprì il libro che gli era stato passato poco prima. C'era un leggero odore di carta. Si lasciò istantaneamente trasportare dalla lettura e presto si perse tra le pagine.
  Se m'hai tenuto nel tuo cuore,
  tieniti ancor lontano, per un poco, dalla gioia suprema del trapasso,
  e seguita su questo duro mondo a respirare ancora il tuo dolore
  per raccontare ad altri la mia storia [3]
  Amleto tirò l'ultimo respiro tra le braccia dell'amico. Shion chiuse lentamente il libro. Si udiva il suono della pioggia. Si chiedeva come mai sembrasse sempre filtrare nella stanza sotterranea attraverso i muri. Filtrava all'interno e riecheggiava, come il soffice suono della musica.
  E seguita su questo duro mondo a respirare ancora il tuo dolore. Forse vivere in questo mondo significava...soffrire nel dolore. E Nezumi lo sapeva. Quella conoscenza si era radicata nel suo corpo. Un topo squittì ai suoi piedi.
  "Oh, mi spiace. Quale vuoi che ti legga?"
  Il topo si arrampicò fino al ginocchio e mosse il musetto.
  "Vuoi che ti legga questo libro?"
  Cheep.
  "Ti piacciono veramente tanto le tragedie. Perché non scegli qualcosa di più divertente?"
  Incrociò le gambe con il topo ancora seduto sul ginocchio.
  "Leggigli la tragedia" la voce di Nezumi parlò dalle sue spalle. Non aveva nemmeno notato Nezumi uscire dal bagno. Non aveva sentito o avvertito nessuna presenza.
  "Hai una buona voce. Questo piccolino ama che gli venga letto qualcosa. Ed ama ascoltarti leggere le tragedie"
  "Davvero?"
  Il topolino sbatté gli occhi color uva verso di lui. Shion immaginò che fosse il suo modo di dire di sì.
  "Ok, ok. Allora dall'inizio del quinto atto..."
  "Shh..." la mano umida di Nezumi si posò sulla bocca di Shion "Ho sentito qualcosa"
  "Huh?"
  Prima che Shion potesse chiedere di cosa si trattasse, il rumore raggiunse anche le sue orecchie. Il suono di passi che scendevano le scale velocemente. La porta pesante che veniva colpita. Qualcuno stava bussando al centro della porta ed il suono era frenetico, anche se non forte.
  Un bambino.
  Un bambino stava bussando disperatamente alla loro porta. Shion si alzò e si diresse verso l'entrata.
  "Non così veloce" Nezumi lo fermò. Sotto la frangia bagnata, gli occhi grigi osservavano la porta guardinghi.
  "Non aprire ancora la porta"
  "Perché no?"
  "E' pericoloso. Non aprire mai la porta senza alcuna difesa"
  "C'è un bambino che bussa là fuori. E sembra urgente. Dev'essere successo qualcosa"
  "Come puoi esserne così sicuro? Un soldato armato può bussare nella parte bassa della porta, non avrebbe problemi"
  Lo sguardo di Shion viaggiò dal viso di Nezumi alla porta.
  Aiutatemi.
  Pensò di aver udito una debole voce piangere chiedendo aiuto. Deglutì, tolse il chiavistello dalla porta e afferrò la maniglia.
  "Shion!"
  Aprì la porta. Un freddo spiffero entrò nella stanza. Si stava facendo buio fuori e stava soffiando un vento gelido.
  Nell'oscurità che avanzava c'era una ragazzina. Gli occhi erano pieni di lacrime mentre guardava Shion. L'aveva già vista prima, viveva nelle baracche nella distesa sotto la scarpata. Era la ragazza che non riusciva a dimenticare...la ragazzina che aveva gridato per i capelli bianchi e la cicatrice rossa che serpeggiava su per il collo. Per la prima volta qualcuno lo aveva guardato come si guarda un deforme. Ma ora i suoi occhi larghi erano traboccanti di lacrime e non contenevano alcun segno di terrore, invece brillavano di delirante urgenza..
  "Aiutatemi...vi prego...sta morendo!"
  Shion prese velocemente la bambina per mano e iniziò ad arrampicarsi su per le scale. Poi con impazienza gridò dietro di sè.
  "Nezumi, porta il kit di emergenza e alcune coperte!"
  Poi corse fuori nel boschetto di tronchi spogli e foglie cadenti.

-FINE CAPITOLO-

No.6 (Volume 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora