III

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Who cares when it feels like crack?
Boy you know that you always do it right
Man, fuck your pride, just take it on back,boy
Take it on back boy, take it back all night
Mmm, do what you gotta do, keep me up all night
Hurting vibe, man, and it hurts inside
When i look in your eyes

Qualche ora più tardi, Maggie bussò alla porta del bagno per accompagnarmi nella stanza dei ragazzi.

"Cristo Audrey, ci hai messo mezz'ora solo per conciarti così?" sbottò quando mi vide.

"Bene", dissi, soddisfatta. Avevo raccolto i capelli in uno chignon disordinato, mi ero struccata e alle lenti a contatto avevo preferito gli occhiali con la montatura rettangolare.
Avanzai con i miei calzini a pois neri, fiera di sfoggiare una T-shirt e un paio di pantaloni della tuta.
Avevo pensato che apparire scialba sarebbe stato in ogni caso il piano migliore.
E l'aspetto lo avrebbe scoraggiato anche nel caso in cui avesse voluto essermi amico.
Non mi aveva mai vista così.
Mi facevo sempre carina per lui, e a volte andavo a dormire con lui ancora con il fondotinta e il mascara.

Elsa sputò la gomma da masticare nel cestino.
"Sei davvero banale. Potevi completare il tuo look rotolandoti nella merda."

"Non voglio fare colpo su nessuno" risposi.

"Mi sembra ovvio."

Arrivati davanti alla stanza, Ashton aprì la porta e scoppiò a ridere quando feci il mio ingresso.

"Cosa ti è successo?"

"Non vuole fare colpo su nessuno" spiegò Maggie.

Entrammo nella stanza e c'era già abbastanza gente.
La porta si chiuse alle loro spalle e io restai sola con la sensazione di essere fuori posto.
Mi sedetti su un letto e mi misi a gambe incrociate.

"Era ora!" esclamò Luke buttandosi su un letto vicino a quello dove ero seduta.

Sorrisi e sistemai gli occhiali sul naso, aspettando che manifestasse disgusto per il mio aspetto.
Ma non aveva battuto ciglio di fronte ai miei capelli disordinati, e la cosa mi indispettì.

"Mi piace questo look naturale. Non ti ho mai vista così."

A queste sue parole mi sentii le orecchie in fiamme.
Lui sfoderò un ghigno divertito, infantile, e io m'infuriai ancora di più, sperando però che la rabbia mascherasse il disagio.

"Stavo per uscire a cena. Hai fame Audrey?"
Luke si alzò.

"Ho già mangiato" risposi con indifferenza.

"Non è vero!" disse Elsa prima di rendersi conto dell'errore.

"Oh...ehm...certo, mi ero scordata che ti sei presa una...pizza...prima."

Feci una smorfia di fronte a quel misero tentativo di rimediare e attesi la reazione di Luke.

Lui attraversò la stanza e aprì la porta.
"Forza, sarai affamata."

"Dove vai?"

"Dove vuoi. Possiamo mangiarci una pizza."

Diedi una rapida occhiata ai miei vestiti.
"Non sono presentabile."

Luke mi studiò per un istante e fece un gran sorriso.

"Stai benissimo, andiamo."

Mi alzai e salutai le mie amiche superando Luke per attraversare il corridoio.
Mi fermai nel parcheggio e lo guardai inorridita mentre si sedeva in sella a una moto nera opaca.

"Da quando hai una moto?"

"Da un annetto. Ti piace?"

"Uhg." è tutto quello che riuscì a dire.

"Sali, andrò piano."

Sì infilò gli occhiali da sole e il motore ruggì quando lo accese. Salii in sella e cercai qualcosa a cui aggrapparmi, ma le mie dita scivolarono dalla pelle al fanale di plastica.

Luke mi prese le mani e se le mise attorno alla vita.
"Non hai nulla sui cui reggerti, hai solo me."
Disse spingendo la moto all'indietro con i piedi.
Qualche minuto più tardi imboccò a tutta velocità il vialetto d'accesso del ristorante e, non appena si fermò, mi misi in salvo sul marciapiede.
Aprì la porta del locale e un pò frastornata, lo seguì a precipizio nel ristorante, che odorava di grasso e erbe aromatiche.
Disgustoso.
Camminai sulla moquette rossa disseminata di briciole finché Luke scelse un tavolo d'angolo, come faceva sempre quando stavamo insieme.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Mi portai i capelli scompigliati dietro le orecchie,d'un tratto imbarazzata del momento.

"Sai, è strano. Dopo tutto questo tempo adesso siamo uno di fronte all'altro."

Lui appoggiò i gomiti sul tavolo e mi fissò con gli occhi color ghiaccio.

"Adesso odi gli uomini in generale o solo me?"

"Solo te, credo." bofonchiai.

Scoppiò a ridere, divertito.

"Mi fai morire. Dobbiamo essere amici Audrey, proviamoci!"

Da una parte avrei voluto dirgli di no, ma dall'altra quella faccia da schiaffi mi mancava. Cosa sarebbe potuto accadere se fossimo stati solamente amici?

"Okey, ma questo non ti autorizza a cercare di infilarti di nuovo nelle mie mutande."

"Non mi azzarderò nemmeno a pensarci, almeno che non sia tu a chiedermelo."

Appoggiai i gomiti sul tavolo.
"E questo non accadrà, perciò possiamo essere amici."

Un sorriso malizioso accentuò i suoi lineamenti mentre si protendeva verso di me.

"Devo farti una domanda Luke. Perché mi hai lasciata?"chiesi.
Per la prima volta, la sua sicurezza vacillò: sembrava un pò imbarazzato.

"Non mi sembra il momento Audrey. Non voglio litigare."
Le sue risposte cominciavano ad irritarmi.

"Vorrei saperlo."

"Cosa vuoi sapere?"

"Perché mi hai lasciata andare via."

Srotolò con un sospiro le posate avvolte nel tovagliolo, le dispose accanto al piatto e guardò al di sopra della sua spalla con la mascella contratta.

"Senti, non ne ho voglia di parlarne. Come ti ho detto non voglio litigare con te,soprattutto ora che proviamo ad essere amici."

"Stai scherzando." osservai incredula.

"No." osservò distrattamente.

"Va bene, per oggi ci rinuncio. Ma promettimi che me ne parlerai." dissi mettendogli il dito indice davanti alla sua faccia.

"Promesso." sorrise.

🐇

Con il passare dei giorni dovemmo affrontare le voci insistenti sul nostro rapporto.
La fama di Luke, in realtà, contribuì a placare i pettegolezzi: era risaputo che ero la sua ex ragazza.
Nonostante quella situazione ambigua, però, la marea di attenzioni che Luke riceveva dalle sue ammiratrici non diminuì, e un pò ne ero gelosa.
Continuò a sedersi vicino a me nelle lezioni, e a pranzare con me.
Un giorno, in mensa, Luke mi posò davanti un succo di limone.

"Non dovevi. Sarei andata a prenderlo." Dissi togliendomi la sciarpa.

"Be', adesso non c'è né più bisogno." sorrise con la sua solita fossetta.

Elsa sbuffò. "Sei diventato il suo schiavo,Luke? Il prossimo passo sarà farle aria con una foglia di palma indossando un costume della Speedo?"

Gli lanciai un'occhiata assassina e mi lanciai in difesa.
"Ne parliamo dopo, Elsa."

Ci alzammo e Luke mi prese il braccio.
"Ti accompagno a lezione."

"Non c'è bisogno, so andarci da sola."
La sua attenzione fu catturata da una ragazza in minigonna dai lunghi capelli neri che lo superò sorridendogli. Lui la seguì con lo sguardo e annuì nella sua direzione.

"Ti raggiungo dopo, Audrey."

"Si", dissi spazientita mentre si affrettava a raggiungerla.

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