.°○ Una rosa blu ○°.

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Una rosa blu
Sulla pelle tua.
Mi ricordi Londra snob e bionda
Con un filo di follia

Eccolo che si ritrovava a pensare a lei nuovamente.
Nella sua mente presero a susseguirsi ricordi su ricordi:
- Sir come sto?- chiese Marlene uscendo dal bagno.
-Scollata - disse lui incrociando le braccia.
Dovevano andare a Londra e lui era geloso della biondina.
Marlene mise su il broncio.
Poi però sorrise e si avvicinò a lui facendo combaciare le fronti.
Sirius la strinse.
- Mi ricordi Londra, snob e bionda, con un filo di follia - le sussurrò all'orecchia.
Lei lo baciò con ancora le labbra incespate in un sorriso, quella era la loro canzone.

Dicono di te
Male che ci stai
Che ti scaldi presto
Che poi tutto il resto
E non ti leghi mai

Sirius si alzò dal tavolo del numero dodici di Grimmauld Place.
Andò a poggiare le mani sul davanzale della finestra dietro alla quale si stagliava il tramonto in tutta la sua bellezza.
Abbassò lo sguardo pensando che a Marlene era sempre piaciuto il tramonto:
- Basta! Non lo posso più sopportare!- urlò la bionda spingendolo via e scappando per il corridoio.
-Amore, ma cosa ho fatto questa volta?- chiese lui agguantandola per un polso.
- Taylor Harvey, ti dice niente ?-.
Sirius rise e poi la prese per i fianchi.
- Cucciola, mi ha chiesto se le potevo darle i compiti di trasfigurazione, certo che ti scaldi con niente -
Marlene arrossì.
-Davvero?-.
- Pensi che potrei mai tradirti con un'altra bionda ?- le chiese dolcemente prendendole il mento e sfiorandole le labbra.
Lei indicò la finestra.
-Guarda il tramonto, è meraviglioso-.
- Forse, ma mai quanto te ai miei occhi -.

Ma se fossi mia
Io ti legherei
Con un laccio al cuore
Che ti faccia male
Quando te ne vai
Io sulla pelle io te lo scriverei,
Che mi piaci perchè sei come sei.
Col tatuaggio di quella rosa blu
Che il tuo coraggio e la tua risorsa in più.

Sirius ripensò a quella ragazzina con i codini biondi davanti alla quale era arrossito.
Era tanto semplice, tanto bassa, tanto ansiosa, e tanto splendida che rimase a fissarla steso a terra a causa dei lacci delle scarpe che lo avevano fatto inciampare.
-Ehi, come stai?- gli aveva chiesto la bambina mettendosi in ginocchio di fronte a lui.
Il piccolo Sirius si mise a sedere massaggiandosi il braccio e ritrovando il dono della parola.
- B...bene - balbettò.
Marlene gli sorrise e lui si innamorò immediatamente di tutta quella semplicità.

E ti racconto di me di lei
Ma chi se ne frega ma si, doveva andare così.
E non mi accorgo nemmeno che vuol dire ti amo.
Che si è aperta di più la rosa sul tuo seno.

Sirius scoprì la spalla dove c'era il simbolo suo e di Marlene un pò sbiadito a causa degli anni: una rosa blu.
Una solitaria lacrima gli rigò la guancia e appena chiuse gli occhi per impedire ad altra acqua di cadervi vide Marlene che rideva.
C'era stato un periodo in cui erano migliori amici.
Stavano rotolando sul prato ridendo.
Quando si stancarono si allungarono con il fiatone sull'erba alta.
Sirius corrugò la fronte.
- Lene, mi dici che significa la parola amore?- la bionda si stese su un fianco guardandolo conpassionevole poi si protese verso di lui e gli diede un bacio sulla guancia.
-Ecco questo è amore - sussurrò.
Poi sia alzò e prese a correre.
-Dai, pigrone prova a prendermi !-.

Una rosa blu,
Che non va più via
Dolce e un po' perversa,
Come un po'diversa è la tua fantasia.

Sirius ricordò il dolore che aveva provato quando aveva chiesto di Marlene  a Lily e lei lo aveva abbracciato singhiozzando.
Tornò con la memoria al giorno in cui lui e Marlene si trovarono a fantasticare un po'per scherzo sul futuro.
- Sai, ti ci vedo con il vestito bianco - aveva detto Sirius accarezzandole una guancia con la nocca dell'indice.
- Sai che non mi vestirei mai di bianco - sbottò lei alzando gli occhi al cielo.
Lui la baciò lievemente.
-E sentiamo, se ti sposo di che colore vorresti vestire?- chiese Sirius passandosi una mano tra i capelli.
- Beh, visto che diventerei la signora  Black, mi sembrerebbe più coerente vestire di nero - rise lei.
-Mi stai prendendo in giro?- chiese lui posandole una mano sul fianco.
-Sai che adoro farlo-.

Una rosa blu,
Come non ce n'è ma una cosa rara sono io stasera
Che la chiedo a te

Anche quel giorno era vivido nella sua mente.
-Lene, finchè si scherza si scherza ma io ti devo parlare - aveva detto lui serio mentre passeggiavano per la strada principale di Hogsmeade quell'estate mano nella mano.
Lei si preoccupò.
Lui per alleggerire il tutto sorrise per farle capire che era tutto okay.
-Chiudi gli occhi - le aveva detto posandole un bacio sul naso.
Lei eseguì.
Lui le prese una mano e infilò un anello sull'anulare.
La ragazza emise un verso stupito e poi lo fissò.
-Vuoi sposarmi ?- Sirius non ricordava altro episodio in cui Marlene versò così tante lacrime.

Io sulla pelle io me lo scriverei,
L'amore in macchina no, non c'é magia,
Un tatuaggio perchè va dove vai.
Al mare o dove si può purché scappare via.

Era finita la scuola quando incisero quel segno indelebile sulla pelle.
-Fa male?- chiese Marlene.
- Se pensi a me no - gli aveva detto lui baciandole la fronte.
-Giuro che se fa male ti picchio -.
- Perderai la sensibilità al braccio per un po'quindi non me ne preoccupo -.
-Molto rassicurante -

E mi racconto di me, di lei
Ma chi se ne  frega ma si, doveva andare così.
E non mi accorgo nemmeno che ti ho detto ti amo.
Quando si apre di più sul seno la tua rosa blu.

Bevve un bicchiere d'acqua mentre ripensava a quell'episodio:
-Perchè ti comporti così?!- aveva urlato Marlene prendendolo per la spalla in mezzo ad un corridoio affollato.
-Perchè ti amo!- aveva urlato Sirius allora diciasettenne senza nemmeno accorgersene.
Si curò delle parole che aveva detto solo quando notò il rossore sulle gote di Marlene.
Fece per andarsene, ma la ragazza gli si buttò addosso e gli tappò la bocca con un bacio.

Se fossi mia ti legherei
A un laccio al cuore non ci sei.
Al mare o dove c'eri tu,
Mi punge la tua rosa blu
Dolce e un po'perversa la tua fantasia.
Ma una rosa blu,
Sulla pelle mia,
Me ne accorgo adesso,
Passo dopo passo
Che non va più via.

Tirò un pugno al muro ferendosi le nocche.
Lanciò un altro sguardo al tatuaggio.
Non sarebbe mai andato via completamente,  così come il ricordo dell'altra metà che lo aveva sempre reso completo.
Eppure trale lacrime sorrise.
sapeva che Marlene anche se non c'era materialmente gli era vicino.
Poi gli ritornò alla memoria qul biglietto che aveva trovato sotto al cuscino il giorno in cui Lene non tornò a casa.
tre parole che al tempo lo avevano fatto sorridere, ma che in quel momento non facevano altro che far aumentare la sua malinconia: "ci vediamo stasera"
-Me ne accorgo adesso, passo dopo passo, che non va più via - mormorò con le labbra impastate.

N.d.a
Allora? Che dite? Spero che vi sia piaciuta e niente, fatemi sapere cosa ne pensate e se ne volte un'altra su qualche altra ship.




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