Apartment - Di Quella Volta In Cui Natsu e Lucy Andarono a Vivere Insieme

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Con la borsetta beige su una spalla e un pesante pacco di carta contenente tutte le sue riviste preferite di quel periodo, saldamente tenute strette al petto dalle mani candide, Lucy osservò con occhio critico quella palazzina sgangherata e storse il naso nel constatare che, quasi sicuramente, un essere umano non ci metteva piede da almeno un paio d'anni.
Il suo sguardo si posò immediatamente sulla figura accanto e sé, e un'espressione alquanto interrogativa, se non inorridita le prese vita sul volto, come a chiedere se quello fosse uno scherzo; purtroppo però, il sorriso orgoglioso che ricevette in risposta confermò i suoi peggiori timori.
A guardarlo da lontano - ma molto molto lontano - , quell'appartamentino non era poi tanto male - solo un cieco non avrebbe potuto vederne lo squallore. Aveva bisogno solo di qualche piccola manutenzione - ma che dico, sarebbe stato più facile buttarlo giù e ricostruirlo dall'inizio.
Era situato in un quartiere a nord di Magnolia, uno di quelli economici, dove con pochi spiccioli si riusciva ad arrangiarsi in modo alquanto egregio, e magari anche a risparmiare qualcosa.
Solo che il loro era parecchio... parecchio troppo economico anche per quel quartiere.
"Lu, andiamo. Non stare ferma sull'entrata" la incitò Natsu tutto entusiasta caricandosi alcuni borsoni sulle spalle e, con un colpo di fianchi aprì la porta che dava sul mini corridoio già in precario equilibrio.
L'esterno, magari, con una bella riverniciata sarebbe stato anche accettabile, ma l'interno era come un pugno negli occhi per Lucy. Erano quattro stanze contate: una cucina - ai limiti dei canoni igienici -, un bagno -anche questo da brividi -, un salotto unito a sala da pranzo e una camera da letto per due.
"Lo so, è magnifico!" esclamò il ragazzo circondandole il collo con un braccio e scoccandole un bacio sulle labbra spalancate. Probabilmente aveva preso il mutismo della biondina come segno positivo della 'sorpresa'.
Lucy, infatti, non aveva avuto il coraggio di spiccicare parola, ancora sotto shock dallo squallore incomparabile di quel posto; solo Natsu poteva scegliere un luogo del genere. Ammetteva che i suoi standard in fatto di abitazioni fossero molto elevati rispetto alla media, essendo cresciuta in una villa molto sfarzosa e al massimo del comfort.
Forse lasciare carta bianca a Natsu era stata una pessima, pessima e sottolineo pessima idea e, ancora di più credere ai suoi "tranquilla Luce" o "sarà un'esperienza magnifica!", "lascia fare a me. Tu non preoccuparti di niente!".
Se c'era una cosa che aveva imparato in cinque anni di fidanzamento con quella testa calda era che, uno, non doveva mai e poi mai lasciargli prendere decisioni importanti da solo e due, non poteva resistere ai suoi "ti prego Luce, ti amo tanto lo sai" detti con gli occhi da cucciolo e le labbra piegate all'ingiù, per non parlare di quando lo diceva con quel sorriso così attraente - un accoppiata micidiale per la biondina, specialmente quando metteva in mezzo anche il loro gatto, Happy.
D'accordo che i loro risparmi erano limitati, ed era cosciente del fatto che fosse stata scelta comune quella di non dipendere più dai proprio genitori e cavarsela da soli; però potevanocertamente e sicuramente permettersi di meglio.
Però non aveva potuto dire di no perché quando glielo aveva proposto, tutto entusiasta, si era sentita orgogliosa di lui nel vederlo più maturo e responsabile. Vedeva il fatto che avesse preso l'iniziativa di scegliere per conto suo un appartamento come un segno di maturità - siano lodati tutti i Kami -, perciò negargli quella piccola e decisamente rilevante scelta della loro vita di coppia la fece desistere dal prendere parte alla scelta delle loro abitazione.
L'idea di per sé di andare a vivere da soli non era affatto male, anzi, l'elettrizzava più di ogni altra cosa. Stava per compiere, a suo parere, uno dei primi grandi passi dell'età adulta. Finalmente libera e indipendente di vivere la sua vita con l'uomo che amava.
Non appena varcò la soglia un odore di chiuso e muffa le colpì il naso, facendola starnutire più volte e ripetutamente.
Si guardò intorno, in cerca di un appoggio per la sua borsetta e, se doveva trovare un solo aggettivo per descrivere quel posto sarebbe stato sempre lo stesso: squallido. Non le veniva in mente altro modo per definirlo.
Natsu, nel frattempo, era tornato in macchina a scaricare gli altri scatoloni e le valigie che si erano portati, mentre lei, aveva preferito - si fa per dire - esplorare quelle quattro pareti.
Dopo vari minuti di ricerca si rese conto che quella casa era sprovvista di un mobile non impolverato o ricoperto di ragnatele, perciò appese la borsa alla maniglia della porta principale e posò le riviste sul pavimento.
Con passo discreto abbandonò il corridoio ed entrò nel salotto-sala da pranzo. La sua reazione ovviamente non fu delle migliore: i muri scrostati e i battiscopa staccati non erano mai stati i suoi preferiti, per non parlare di quella moquette puzzolente e impolverata, che a quanto pareva i precedenti proprietari adoravano visto che si trovava in ogni stanza della casa.
Tutto ciò che c'era era un divano mezzo rotto e un tavolinetto da campeggio con due sedie in legno piegabili accostate su di un lato.
Cercando di toccare il meno possibile la moquette fece dei passi da gigante, che le fecero perdere l'equilibrio più volte, pur di raggiungere la finestra e aprire per far entrare dell'aria fresca e pura.
Anche le tende erano sudicie e, prendendole con le punte delle dita le scostò quel tanto che bastava per spalancare i vetri - non appena ne avesse avuto l'occasione le avrebbe bruciate quelle cose schifose.
Ripercorse i suoi passi a ritroso e andò nella camera da letto - sempre se poteva definirla tale.
Messo piede lì dentro un brivido di disgusto le percorse tutta la spina dorsale. La prima cosa che notò fu la non-presenza di un letto; cosa fondamentale in una camera da letto le pareva di ricordare. Tutto ciò che c'era lì dentro - oltre alle pareti coperte di muffa e scrostate, per non parlare delle infiltrazioni - era una specie di sgabuzzino che interpretò come la cabina armadio e una cassettiera mangiata dalle termiti - peccato, una cosa in più da bruciare alla brace che avrebbe comprato appositamente per quell'appartamento.
Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma ehi, era masochista perciò ebbe la magnifica pensata di aprire il ripostiglio.
"AHHHH!" un urlò acutissimo uscì dalle corde vocali di Lucy, che con l'agilità di una gazzella saltò all'indietro per cercare di evitare l'inevitabile caduta del materasso - letto trovato!
Dopo aver collezionato un infarto e una medaglia olimpica come miglior schivatrice di materassi si diresse verso la prossima stanza.
Sapeva che quel momento prima o poi sarebbe arrivato, se lo sentiva, il conato di vomito era un segno. Lei sapeva che dietro quel pezzo di legno c'era il bagno e sapeva che prima di entrarci avrebbe avuto bisogno di una seduta dalla psicologa - anche dall'esorcista, faceva lo stesso. Il tanfo era paragonabile solo a quello dei bagni pubblici alla stazione dell'autogrill che avevano incontrato durante il viaggio e il colorito verdognolo e l'incrostazione erano molto simili.
Non volle approfondire le condizioni della vasca da bagno, non si sentiva abbastanza coraggiosa da scostare la tendina in plastica con i pesciolini blu stampati sopra a mani nude. No no, quel l'onore l'avrebbe lasciato al suo caro fidanzato.
Passò oltre, alla cucina, che sperò fosse in condizioni migliori del resto della casa e per una volta i Kami erano con lei - allora esisteva qualcuno che le voleva bene da lì sopra!
Okay, le mensole e il resto erano abbastanza nuovi, non poteva lamentarsi più di tanto - ormai aveva visto di peggio! - e lo stesso valeva per i fornelli e il frigo; l'unico problema era il forno, quello mancava proprio. Happy si sarebbe dovuto accontentare delle scatolette di pesce invece che di quello al forno fresco.
La maniglia della porta si abbassò e Natsu entrò stracarico di roba. Lucy lo raggiunse e nel momento in cui stava per poggiare i loro pochi averi puliti sul pavimento glielo impedì.
"Fermo!"
A Natsu ovviamente prese un colpo e si domandò quale fosse la ragione di quel richiamo da parte della ragazza. Quindi, con il busto ormai piegato in avanti dal peso e in punta di piedi gli fu inevitabile perdere l'equilibrio e cadere, aprendone tutto il contenuto e sparpagliandolo per l'appartamento.
Il versetto inorridito della biondina fu smorzato dalle mani a coprirle la bocca.
Natsu, cadendo aveva alzato un polverone pazzesco, che gli ricadde tutto addosso facendo diventare i suoi capelli rosa ciliegio di un paio di toni più scuri e grigiastri; per non parlare di tutta la biancheria intima e vestiti sparsi ovunque.
A Lucy sarebbe venuto da piangere ed era molto vicina ad una crisi isterica, ma Natsu ovviamente quel disastro lo prese come qualcosa di divertente e infatti si sbellicò dalle risate rotolandosi sulla moquette.
"Non c'è niente da ridere, idiota!"
"Ahahah, ma stiamo scherzando? Hai fatto una faccia"
"1, 2, 3, forza Lucy, arriva fino a 10" la vena pulsante sulla sua tempia stava per esplodere insieme alla sua pazienza e quel baka che faceva? Rideva. Tanto toccata a lei lavare tutto quanto e per sua grande sorpresa era sprovvista di lavatrice.
Natsu le tese la mano per farsi aiutare a rialzarsi e Lucy, ingenua com'era l'afferrò anche. Insomma, questione di secondi, una tirata di mano e un ghigno divertito che Lucy si ritrovò per terra, tutta impolverata e sul petto di Natsu.
Basta, era un uomo morto.
"Io dormo in macchina con Happy. Mi rifiuto di stare qui" proclamò alzandosi da terra e facendo anche male - involontariamente sia chiaro - a Natsu.
"Oh andiamo Lu, non la faresti mai" disse convinto mentre posizionava gli avambracci sul pavimento per sorreggersi.
Stava mettendo davvero a dura prova la sua pazienza e autocontrollo. Un grosso, grossissimo errore.
"Bene, buonanotte."
Così, con il trasportino di Happy sotto braccio, le chiavi in mano e la borsa nell'altra si preparò a passare una notte nella loro macchina.
"E divertiti a trovare il letto." Aggiunse, prima di chiudersi la porta alle spalle, constatando con suo grande piacere che il rosa aveva un'espressione abbastanza confusa.
L'aveva detto Lucy che l'avrebbe fatto. Lei era una donna di parola.


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Angolo autrice:Ehilà bella gente!come vanno le vostre vacanze estive? Spero bene. Le miei diciamo che procedono e, tra uno sclero e l'altro sforno questi obbrobri di One che non hanno né capo né coda. Credo proprio che il sole mi faccia male.
Come avvertimenti ho messo Comico e Demenziale perché a me sembrano (come vi ho detto prima la mia sanità mentale in questo momento è da prendere con le pinze), però non se sono sicura, anzi, penso che certe battute facciano più piangere che ridere. Posso dire di averci provato, almeno.
Volevo informarvi che da poco ho riattivato la mia Pagina Facebook (il link lo trovate nelle mie Info del profilo). Insomma, se volete potete venire a visitarla e magari anche lasciare un like, sempre se vi va ^.^ vi prometto che vi aggiornerò ogni qual volta mi frulla qualcosa per la testa e saprete in anticipo i miei aggiornamenti.
Adesso vi lascio e spero che questa cosetta vi sia quantomeno piaciuta un pochino e spero che me lo facciate sapere con una recensione 😊



Un bacio,

Hanae

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