capitolo 1

32 3 0
                                    


7 LUGLIO 2006 21:30

Era una sera tempestosa,c'era il temporale e io ero dietro al divano con le mani sulle orecchie mentre le urla si facevano sempre più forti.
I miei genitori come sempre continuavano a litigare e mio padre aveva tirato uno schiaffo in piena faccia a mia madre prima e io me ne scappai nel mio nascondiglio.
ad un tratto la porta sbatte segno che uno dei due se ne era andato,le lacrime continuavano a rigare il mio visino ed ero sempre ranicchiata la dietro.

7 LUGLIO 2006 23:30

Ero distesa sul mio letto con gli occhi chiusi facendo finta di dormire,sentivo qualcosa dentro di me,sapevo che stava per succedere qualcosa ma non mi sapevo spiegare cosa.
Ad un tratto il telefono di casa suonò e io aprì gli occhi stando però sempre stesa sul letto sotto alle copertine leggere.
Sentivo la voce di mio padre al piano di sotto e poi il silenzio totale...sentì sei passi sulle scale segno che qualcuno stava salendo le scale.
Sapendo che era il mio papà mi alzai di corsa dal letto ed escì dalla mia camera dalle pareti rosa,andai nel corridoio e mi fermai appena vidi mio padre in lacrime con gli occhi rossi e una bottiglia di qualcosa fra le mani.
Indietreggiai velocemente mentre mio padre mi raggiungeva,buttò la bottiglia sul pavimento sporcandolo e appena arrivò davanti a me mi tirò uno schiaffo facendomi cadere.
Mi prese con forza dai capelli e mi buttò dentro la mia camera sul tappeto davanti al letto,lo guardai con le lacrime agli occhi dal dolore.

-Sophia tua madre è morta...-

ridacchiò rumorosamente mentre il mio cuore si spezzò.
La mia mamma era morta e mio padre era ubriaco a ridere della sua morte.
Mi alzai dal tappeto e andai contro mio padre urlando e iniziai a tirai i pugni sulla pancia mentre lui continuava a ridere di mia madre.
Mi tirò un pugno in piena faccia e non vidi più niente..

10 YEARS LATER

La sveglia iniziò a suonare rumorosamente e la spensi con la mano mentre sbuffavo.
Il silenzio regnava nella casa segno che mio padre dormivo,sono ormai dieci anni dalla morte di mia madre e ogni anno mio padre diventa sempre più crudele.
Cinque anni prima mio padre mi violentò mentre era ubriaco e penso anche fatto.
La mia vita da quel lontano sette luglio duemilasei diventò un inferno,mio padre iniziò a picchiarmi ogni giorno e dal duemilaundici anche a violentarmi.

Andai nel mio bagno e mi feci una doccia veloce,mi misi l'intimo,un leggins nero,una canottiera bianca e infine una felpa larga per nascondere i segni della violenza di mio padre e i miei tagli.
Mi da sempre fastidio quando la gente mi tocca i polsi oppure me li guarda e poi ride di me oppure dice che gli faccio pena.

Mi spazzolai i lunghi capelli biondi e dopo di che mi misj lo zaino in spalle ed uscì di casa cercando di non svegliare mio padre dormiente sul divano.
Vado alla fermata del pullman e appena arrivò mi sedetti in un posto vicino al finestrino,mi misi le cuffie e iniziai ad ascoltare la musica.

Appena il pullman si fermò davanti alla scuola scesi da esso ed entrai nel grande edificio,mi guardai intorno mentre la gente guardava il modo in cui ero vestita,camminai con la testa bassa verso l'armadietto e lo aprì prendendo i libri per la prima ora,appena entrai nell'aula d'inglese mi sedetti nella terza fila vicino al muro.

Se ve lo state chiedendo no...non avevo amici,tutti in quella scuola mi evitavano per il mio modo di vestirmi e per il mio comportamento.
Non avevo amici..nessuno mi voleva r la mia vita faceva altamente schifo,non avevo nessuno è non sentivo i miei parenti da dieci anni.
Appena l'ora finì andai verso l'uscita della classe ma Jeremy,il bullo della scuola,mi spinse a terra facendomi cadere e mi si alzò un po la felpa sui polsi mettendo in mostra i tagli.

-oh povera depressa si taglia..-

Scoppiò in una fragorosa risata mentre indicava i miei polsi,delle galline nell'aula iniziarono a ridere di me quindi mi alzai velocemente mi abbasai le maniche,presi il mio zaino e corsi nel bagno delle femmine.
Mi chiusi li e iniziai a piangere e a guardarmi i polsi pieni di tagli.
Dopo qualche minuto di sfogo mi alti da terra e uscì dal bagno con gli occhi ancora rossi.
Andai all'armadietto e misi a posto i libri prendendo quelli delle ore successive.

Sono ormai le due del pomeriggio e il pullman sarebbe passato verso le due e un quarto,vidi una macchina nera sfrecciare a tutta velocità e si fermò davanti a me.
Il finestrino oscurato si abbassò e vidi mio padre che mi guardò freddamente e mi disse di entrare in macchina,esitai un attimo però dopo entrai,alzò il finestrino e mise una mano sulla mia coscia coperta dal tessuto nero dei miei pantaloni.

Andò verso casa e appena arrivò entrammo in casa,appena chiuse la porta strinse nella sua grossa mano una delle mie chiappe e abbasai la testa mentre le lacrime mi salivano agli occhi.

-tranquilla baby non ti sfondo ora...ti sfondo più tardi perché ora devo andare a vendere un po di roba,a dopo baby.-

Disse prima di uscire,mio padre mi chiama in quel modo dal giorno in cui mi violentò e odio quel nome.
Andai in cucina dove vidi una lista di cose da fare,iniziai a lavare il bagno e poi tutta la grande sala.
Ad un tratto il campanello suonò e mi avviai verso la porta per aprirla.

spazio autore♡

Hello lettori!
io mi chiamo ambra e sono felicissima di aver iniziato a scrivere questa ff.
mi scuso per la lunghezza del primo capitolo ma cercherò di farli più lunghi gli altri.
MI SCUSO PER EVENTUALI ERRORI DI SCRITTURA.

Strong [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora