-Prologo-

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È notte.

È notte fonda e vago per le strade buie e isolate della mia piccola cittadina americana.

Mi chiamo Skyler Blake, ho 19 anni e vivo in California, America.

Sto salendo questa collina,la strada si interrompeva poco prima e c'era da faticare per arrivare nel 'mio posto'. Ho le cuffie nelle orecchie, la musica al massimo, come per scacciare i brutti pensieri.

La mia routine è sempre la stessa, la mattina ed il pomeriggio college, e in teoria anche la notte, ma scappo per sentirmi libera per sentirmi più me stessa, per poi tornare come sempre.
È un po' come se la notte mi dà l'opportunità di non pensare e di essere uno spirito libero.

La salita si faceva sentire, ma ero praticamente arrivata. Attorno a me alberi e prati un po' secchi per il clima abbastanza elevato e arido, tipico della mia regione.
Ed ecco che dopo pochi passi sono sulla cima del colle ad ammirare la vista mozzafiato.

È buio, ma le luci dei palazzi parevano mille lucciole distanti che vagava nella notte lugubre, e la luna, non del tutto completa, illuminava il cielo attorno a lei, qualcosa di fantastico.

Scattai una foto con la mia polaroid. La porto ovunque per scattare foto di posti, cose o persone che mi evocano ricordi importanti.

Con gli anni mi ci sono abituata, ma ogni volta una strana sensazione mi prende.

Proprio sul precipizio c'è una panchina malmessa, azzurrina. Come sempre mi siedo li, ascolto tutta la mia playlist e in seguito ritorno senza farmi beccare.

Ma la mia noiosa e monotona routine quel giorno fu interrotta, c'era qualcuno su quella panchina.

Sembrava un ragazzo con accanto una moto. Strano, perché non c'è una strada connessa alla collina, perciò non c'è mai nessuno, ed è impossibile arrivarvi con un veicolo. È sempre stato un luogo abbandonato, visitato solo da me la notte.

Ma non oggi. Non ora... Forse dovrei tornare indietro.

O forse no...

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