(Cassidy, la protagonista, è la ragazza nella foto di sopra.)
Il college...un'altra fregatura, che purtroppo devo frequentare.
Orlando è molto calda, anche se sono solita indossare felpone e pantaloni pesanti.
Tutti mi guardano straniti a scuola, ma non sanno che ho sempre da sotto, un pantaloncino e un top sportivo per quando ho voglia di correre o solo di allenarmi.
La mia regola è: io non ti do fastidio, se tu non dai fastidio a me.
Quel giorno la giornata era iniziata di merda e quando inizia così, è difficile che finisca in un altro modo: ero in cortile a mangiare il mio pranzo nell'intervallo, quando un ragazzo più alto di me inizia a infastidirmi e insultarmi.
"Sei solo una piccola bambina, anzi sembri proprio un maschiaccio! Ma come ti vesti? Ti guardi allo specchio, maschiaccio? O dovrei chiamarti femminuccia?" quando è troppo è troppo.
Velocemente mi alzai, misi la mano dietro al suo collo, portando violentemente il suo volto contro il tavolino, vedendo la sua testa balzare su di esso come una palla da basket. Subito alzò la testa, portandosi due dita al naso, sporco di sangue.
"Ma che cazz...piccola stronzetta!" mi disse guardandomi in cagnesco. Era pronto ad attaccare ma subito qualcuno intervenne.
"Ei, ei calmi...sbaglio o ero io quello che amava avere il pubblico e fare spettacolo?" Ryan McCarthy, si mise in mezzo, con un altro ragazzi bruno, che mi placcava a uomo, davanti a me.
"Ha iniziato questo stronzo" dissi a denti stretti, stringendo i pugni. Il bruno, Jake, si spostò dandomi la facoltà di avvicinarmi al biondino che era tra me e lo stronzo a cui sanguinava ancora il naso.
"Tu sei soltanto una piccola puttanella" mi disse a denti stretti il ragazzo più alto. Non ci vidi più e scattai in avanti contro il biondino che
stranamente riuscì a bloccarmi.
"Sta buona!" mi ringhiò Ryan, guardandomi male.
"Levati dalle palle!" urlai più aggressiva. Scosse la testa in un no e allora passai alle maniere forti: presi la rincorsa e iniziai a sferrare pugni, che lui riuscì ad evitare all'ultimo, prendendomi poi il polso e mettendomi il braccio violentemente dietro la schiena, bloccandomi.
"Calmati....okay?" mi disse vicino all'orecchio. Con una spinta riuscii a liberarmi da lui, guardandolo male.
"Con te non ho finito, stronzo" dissi alzando il dito contro il ragazzo che ancora perdeva sangue e che velocemente andò via con la coda fra le gambe.
"Abbiamo trovato un'altra persona come te" disse in modo spiritoso Jake, il bruno, guardando Ryan.
"A quanto pare non sono l'unico" disse di rimando il biondino, guardando l'amico.
"Sei forte, comunque" mi disse indicando le mie mani, chiudendole in pugni vicino al viso, come a prepararsi a combattere.
"Sono riuscito a malapena a evitare i tuoi pugni: a ogni pugno evitato, una folata di vento arrivava contro la mia faccia" disse divertito, mentre Jake con il viso basso e un sorriso, continuò a ridere.
"Ho filmato tutto" disse soddisfatto, un ragazzo riccioluto, forse doveva chiamarsi Max, se non sbaglio.
"Ti conviene tenerlo per te, riccioli d'oro: se vengo a scoprire che l'hai caricato su internet, credimi, nemmeno il miglior chirurgo in città possa risistemarti la faccia dopo" dissi minacciandolo. Vidi Max tremare dalla paura, mentre sul viso di Ryan c'era un sorriso molto divertito e allo stesso tempo inquietante.
"Cavolo! Sembra proprio io, in versione femminile" disse ridendo, voltandosi verso i suoi amici che ancora in piedi mi stavano guardando.
"Ma con le palle, però" dissi con un sorriso di sfida.
"Come hai detto?" mi ruggì contro, trasformandosi: da divertito divenne quasi malefico quel suo sorriso, mentre il suo corpo s'irrigidì di colpo.
"Dai, andiamo Ryan" lo incitò l'amico, Jake, richiamandolo vicino a sé. Ryan, annuì, continuando ad osservarmi, mentre si avvicinava all'amico.
"Un cane con la coda fra le gambe: ecco cosa sembri" dissi indicandolo. Non era difficile capire, che un tipo come lui, somigliasse molto a me: era difficile trattenere la nostra rabbia. Subito lo vidi bloccarsi e lentamente voltarsi verso di me, con guardo perfido e accusatorio.
"Sai quelli come noi, intendo come me e te, hanno il problema del disturbo borderline di personalità...te la farò breve: non riusciamo a contenere la rabbia che abbiamo dentro" gli spiegai, con un mezzo sorriso di sfida. Stava iniziando a scaldarsi perché mi accorsi, dato il suo petto nudo che esponeva a tutti il suo corpo ben definito e muscoloso, che iniziò a contrarre tutti i muscoli a partire dalle braccia.
"Non so quali problemi tu abbia, ma io quella fase l'ho passata" disse poi respirando a pieni polmoni, aprendo le braccia. Ryan era il più popolare della scuola, e sappiamo tutti che non sopporta suo padre.
"Ah sì? Mi spiace per te, ma se tuo padre è proprio un cazzone come dicono, credo che tu non sia da meno, sai? Come si dice...tale padre, tale figlio" dissi avvicinandomi a lui di qualche metro. S'irrigidì di nuovo, mentre vidi Jake iniziare a preoccuparsi sul serio a quella mia affermazione.
"Che c'è? Ho toccato un tasto dolente?" chiesi con voce colpevole, molto finta s'intende. Si lasciò scappare una risata nervosa, alzando poi il capo e avvicinandosi a me per guardarmi dritta negli occhi.
"Forse quel ragazzo aveva ragione: sei solo una puttanella" ormai il mio braccio insieme al pugno era già partito, dritto contro il suo bel faccino da miliardario qual era.
"Cazzo" sentenziò Max, mentre si voltò a guardare Jake, preoccupato come lui.
Fu una questione di attimi e anche Ryan mi diede un pugno, spaccandomi il labbro inferiore, facendomi anche uscire il sangue.
Mi passai la lingua su di esso, sentendo il sapore metallico del sangue nella bocca, mentre mi voltavo a guardare Ryan, che sanguinava invece dal naso.
Feci un ghigno, indietreggiando e andandomene.
Avevo perso abbastanza tempo con quel gruppetto di ragazzi, dovevo iniziare gli allenamenti.
Andai verso la parte della spiaggia, che era vicina al college e iniziai a fare i miei soliti 4/5 chilometri di corsa, dopo essermi tolta la felpa e il pantalone, rimanendo con un top sportivo e un pantaloncino corto molto comodi per fare i miei soliti allenamenti.
Misi le cuffie attaccate al telefono, situato sul mio braccio, nell'apposita tasca a strappo del braccio.
Appena ci fu silenzio, quello che va da una canzone all'altra, sentii un clacson troppo vicino a me che mi fece quasi cadere a terra.
Subito fermai la musica voltandomi verso destra, dove vidi una macchina nera fermarmi in corrispondenza mia.
"Ma dico, sei un cretino o cosa?" sbottai appena vidi la faccia sorridente di Ryan, mentre il finestrino scendeva verso il basso.
"Non mi sentivi e ho suonato" mi rispose con tono ovvio...e infatti mi hai anche ucciso un orecchio.
Gli risposi con una smorfia infastidita, mentre con le braccia conserte aspettai, mentre facevo ritornare il mio fiato al ritmo normale.
"Visto il tuo bel destro e questo bel corpo, non è difficile capire che tu lotti. Ti va di venire? Voglio vedere come te la cavi" mi disse alzandosi gli occhiali da sole, sorridendomi. Perché no? Feci il giro della macchina e salii a bordo.
Partì sgommando, facendo colpo su quelli che erano fuori, mentre ci guardavano sbalorditi.
Scossi la testa, schioccando la lingua, ma quanto è cretino?
Arrivammo poco dopo ad un'immensa abitazione: bella, imponente e mozzafiato.
Grandi e alti muri, arcate, stanze spaziose e luminose, piscine e attrezzi da lavoro.
Arrivammo vicino alle piscine e mi voltai verso Ryan, che aveva appena salutato Jake, Max e Baja, la ragazza di Jake.
"E' tutto tuo?" dissi indicandomi intorno.
"Dal primo mattone, fino all'ultimo quadro, bellezza" rispose con tono spiritoso, saltellando sui piedi.
Con un gesto veloce si tolse la maglietta, rimanendo a torso nudo, lanciando la maglia chissà dove.
Unì più volte le mani come a darsi la carica, per poi guardarmi e posizionarsi difronte a me.
"Sei pronta?" mi chiese. Sorrisi, come se quella domanda fosse necessaria. Una sua svista e gli assestai un bel sinistro, che lo sentì tutto, tanto da sputare del sangue dalla bocca.
"Tiri forte per essere un pezzettino" mi disse sfottendomi.
"Anche tu sei un pezzettino" dissi indicandolo.
"Ora si fa sul serio" disse battendo i pugni, saltellando sul posto e avanzando verso di me, pronto ad attaccare: pugni, calci bassi e alti, con prese. Le prese, non riuscii ad evitarle, ma i calci e i pugni sì, con qualche difficoltà.
Mi allontanai e azzardai: attaccai per prima, ma mi precedette con un destro che riuscii a scansare, lo colpii con una serie che amavo: sinistro, destro e montante, andati tutti a segno vedendolo traballante indietreggiare per non subire altri colpi.
"Bello!" sentii urlare Max, che tutto euforico, continuava a filmarci.
Solo un attimo, un fottuto attimo che guardai altrove e mi beccai un destro e un colpo sulle costole che mi fece cadere qualche metro più lontano da Ryan.
"Con questo siamo pari, ragazzina" mi disse sputando altro sangue, Ryan, avvicinandosi lentamente a me.
Posai una mano sulla parte vicino alle costole, mentre digrignavo i denti per il dolore, cercando di capire quanto fosse grave il danno.
Alzai lo sguardo vedendo Ryan, con un sopracciglio spaccato e il sangue colare, mentre con il braccio teso e la mano aperta, stava aspettando che io mi alzassi.
"Come ti chiami?" mi chiese, strinsi la mano e mi alzai grazie al suo aiuto.
"Cassidy" dissi guardando anche gli altri, che con un cenno del capo salutarono.
"Chi ti ha insegnato a tirare pugni così forti?" mi chiese Jake, avvicinandosi a me e al biondino.
"Nessuno" dissi massaggiandomi la parte lesa, vicino alle costole.
"Una piccola autodidatta" scherzò Ryan, continuando, sorridendo divertito.
"E perché combatti e ti alleni?" mi chiese portandosi un dito sul sopracciglio rotto, per vedere quanto era il problema.
"Per una buona causa. E tu perché lo fai?" gli chiesi di rimando.
"Per non essere come mio padre" disse con un'alzata di spalle.
"Mi spiace ma il mio sembrerebbe una causa più impegnativa, sai com'è" dissi iniziando lentamente a camminare, trattenendo il fiato per le
fitte ad ogni passo.
"Fatti una doccia calda, magari ho tirato troppo forte quei pugni, sei gracile"
"Non sono poi così gracile, un po' do muscoli li ho" dissi fermandomi a guardarlo.
"Dolcezza, io ho i muscoli, tu sei ossa e pelle...vai su, la prima porta a destra appena sali le scale" mi disse incitandomi, voltandosi poi parlando con gli altri. Salii a fatica le scale, chiudendomi poi nell'immenso bagno patronale.
Mi spogliai e mi immersi nella vasca piena di acqua calda e sapone.
Non so per quanto tempo rimasi nell'acqua ma appena vidi le mie mani molto rugose, uscii dalla vasca e mi asciugai.
Mi vestii il più velocemente possibile, cercando di non farmi troppo male dato il dolore alle costole e uscii dal bagno, ritrovandomi Ryan appoggiato al muro difronte a me.
"Tieni, è mia, dovrebbe essere abbastanza grande per te" mi disse porgendomi una felpa.
Ringraziai e la indossai, non sembra così stronzo, però.
"Domani ti presenterò il conto per l'uso del mio bagno" disse mentre si allontanava.
Mi sbagliavo. Scesi le scale, ritornando dai ragazzi che appena mi videro si voltarono ad osservarmi.
"Domani sera do una festa, una delle tante. Sei invitata, ovviamente" disse Ryan sorridendomi.
Con un cenno del capo, mi congedai ritornando a casa ringraziando Jake per il passaggio, data la sua vicinanza a casa sua.
STAI LEGGENDO
NEVER BACK DOWN
FanfictionStoria inventata dopo aver visto il film Never Back Down. Spero vi piaccia :) #47 IN AZIONE 06/06/2017