capitolo 2

58 5 7
                                    

Entro, lo affronto. È li, seduto su una sedia del nostro tavolo, il posto che originariamente occuperei io, ora ci è seduto lui, a gambe incrociate, che mi guarda, percepisco il mio viso andare in fiamme, capisco di essere rossa come un peperone.

-Ehi ciao

Si alza di scatto e mi abbraccia. Non abbiamo mai avuto una grande confidenza io e lui, cioè mi vede da quando sono piccola ma ci salutavamo quando entrava in casa e quando usciva. Mia sorella era molto gelosa di lui, non potevo parlarci un attimo che lei lo portava via.

Mi siedo, prendo una tazza con del latte bollente e inizio a berlo.

Intanto mia madre e Matteo iniziano a parlare e ovviamente mia mamma tira fuori discorsi imbarazzanti tipo il fatto che stessi ancora dormendo e che mi metto sempre cose a caso dall'armadio, al che arrossisco e cerco quasi di nascondermi impercettibilmente nella mia giacca.

Lui mi guarda mentre parla con mia mamma. Ogni volta è come una scarica elettrica giú lungo la colonna vertebrale, e lui lo sa bene. Si è accorto che non è una persona normale per me. Perchè, benchè siano 15 minuti che parliamo, le mie emozioni sono evidenti, diciamo che gli salterei addosso ora.

Dopo circa un'ora che lui e mia mamma parlavano, e dopo il cambio di location dalla cucina al salotto, io decido di prendere il telefono e guardarci un po', lanciandogli rapide occhiate solo ogni tanto. Io e lui siamo vicini sul divano, mentre mia madre è seduta su una poltrona. Ad un certo punto mi metto comoda sul divano e scivolo con la testa sulla sua spalla, realizzo che mi sto appoggiando a lui quando sposta il braccio e mi avvolge le spalle. Faccio uno scatto e mi tiro su velocemente, tanto per cambiare sono bordeaux. Mia mamma mi guarda male, io mi rannicchio da una parte sul divano e ci resto per un po', ascoltando vagamente pezzi di conversazione. Era li da tutta la mattina e mia mamma decise di invitarlo a pranzo. Fantastico. Solo non avevamo molta roba in casa, quindi mia mamma ordinó una pizza, e avendo la pizzeria attaccata a casa la andó a prendere lei.

-Ehm si insomma...scusa per prima n-non volevo appoggiarmi è che s-sono scivolata

-Tranquilla, non è successo niente, anzi, avrei anche preferito se fossi rimasta lí, sei cosí carina.

Se non fossi stata seduta sarei caduta a terra.

-Senti, ti volevo chiedere se magari un giorno possiamo uscire, magari ci mettiamo d'accordo per andare a mangiare da qualche parte, fare un giro, non so.

-S-si mi mi piacerebbe, ci sta.

-Bene, allora ti lascio il mio numero, cosí ci mettiamo d'accordo per il giorno.

-Si, grazie.
-ma, ma tu che lavoro fai?

-beh sono un supplente di matematica e scienze alle elementari.

-ah, capisco.
-scusa, ora vado ad apparecchiare, altrimenti mia madre si farà sentire

-vengo a darti una mano dai, cosí finiamo prima.

Mentre stiamo apparecchiando entra mia madre con le pizze.

-avete anche apparecchiato, grazie mille ragazzi.

Dopo aver mangiato Matteo se ne andó via, ma dopo circa 30 minuti mi mandó un messaggio.

—Ehi, pensavo che magari domani potremmo andare in centro
[Matteo, 15:22 p.m]

—Ciao, per me va bene, dove ci vediamo?
[me, 15:23 p.m]

—va bene davanti a Palazzo Pitti verso le 16?
[Matteo, 15:23 p.m]

—sisi, perfetto, potremmo anche visitare i giardini, non ci sono mai stata.
[me, 15:23 p.m]

—benissimo, allora a domani piccola.
[Matteo, 15:24 p.m]

Ok, mi ha chiamata piccola, potrei morire.

Passo il pomeriggio a prepararmi, lavo i capelli e tiro fuori i vestiti che metteró domani, come mi truccheró eccetera.

Poi esco fuori a cena con alcune mie amiche di scuola.
Quando rientro a casa sono ormai le 23 passate, mi infilo sotto al piumone e guardo il telefono per un po'.

—ehi, come mai online a quest'ora? Non dovresti dormire tu?
[Matteo, 23:54 p.m]

—ma mi stalkeri o cosa? sono appena entrata, ora dormo.
[me, 23:54 p.m]

—no, stavo solo riguardando la chat e ho notato che eri online.
[Matteo, 23:54 p.m]

—mh certo.😏
[me, 23:54 p.m]

—davvero, è andata cosí.
[Matteo, 23:55 p.m]

—vabbeh dai, vado a letto, buonanotte.
[me, 23:55 p.m]

—o forse dovresti dire "quasi buongiorno"
[Matteo, 23:56 p.m]

—si, anche.
[me, 23:56 p.m]

Blocco il telefono e lo appoggio sul comodino e cerco di addormentarmi.
Non ci riesco. Mi giro dall'altro lato, chiudo gli occhi, ma niente. Sono troppo agitata per domani. Dopo svariati tentativi decido di prendere il telefono, magari mi verrà sonno.

—Matte...
[me, 00:17 a.m]

—non riesco a dormire.
[me, 00:17 a.m]

—ehi, dai, ti tengo compagnia io finchè non ti addormenti.
[Matteo, 00:25 a.m]

—beh, grazie.
[me, 00:25 a.m]

Dopo aver parlato per circa un'ora mi addormento con il telefono in mano.

—si esatto, è stato fantastico.
[Matteo, 1:11 a.m]

—suppongo tu ti sia addormentata, buonanotte Margot.
[Matteo, 1:22 a.m]

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Se non con te, con nessun'altro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora