Capitolo 1

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Nel mondo ci sono 7 miliardi di persone tra anziani, uomini, donne e bambini, e poi ci sono io: Cassandra Emoth, un nome come tanti d'altronde. Cosa posso pretendere? Una ragazza come me non può essere conosciuta al mondo intero, ma è forse per il mio passato che sia giusto conoscere la mia storia. Bè, peccato che io abbia deciso di chiudere definitivamente quel capitolo della mia vita già da tre anni. La mia vita era normalissima: vivevo con mia mamma e mia sorella in una casetta in campagna e, nonostante i problemi economici, mia madre è riuscita a trovarmi un posto al college.  È proprio qui che l'ho incontrato...quel ragazzo dall'aria tenebrosa si è aggrappato alla mia vita fino a diventare parte di me.

Driin driin

Il solito suono fastidio della sveglia. Odio alzarmi presto, odio quei rumori fastidiosi mentre dormo, odio qualunque cosa mi possa svegliare in poche parole. Mia madre entra nella stanza e, come al suo solito, inizia ad urlare: "sveglia signorina, siamo già in ritardo! Ti devi alzare ora!" Dice sistemando il disordine in camera mia, prima di uscire.
Apro un occhio e cerco di leggere l'orario: manca ancora un 1:30. Mia madre ha sempre avuto l'abitudine di dirmi che sono in ritardo e quindi mi sveglia sempre prima del devuto. Spengo la sveglia e mi rimetto sotto le coperte, dopo mezz'ora arriva ancora mia mamma. Tira le tende, inizia ad urlare e mi sposta le coperte, solo allora mi alzo urlando contro mia madre e mi vado a fare una doccia. Mi lavo i denti, piastro i capelli, mi infilo una canottiera grigia e un paio di calzoncini, infine opto per un paio di vans grigie. Stranamente ho fatto tutto in fretta e sono puntuale, come non esserlo data la mia solita agitazione che si fa sentire quasi sempre. Sono sempre agitata, se non per una cosa, per l'altra; ormai di secondo nome faccio Cassandra ansiolitica Emoth.
" Cass, sbrigati! Ho già caricato i bagagli in macchina!" Urla mia mamma dalle scale. Scendo in fretta, saluto velocemente la mia insopportabile sorellina e salgo in macchina. Vi chiederete perché non ho amici da salutare, semplicemente perché le persone che reputavo mie amiche sono state le prime a voltarmi le spalle nel momento del bisogno; perfino la mia migliore amica.
Ma ora sono pronta a rifarmi una nuova vita, lontano da qui, da questo posto infernale. Oggi si parte per il college. In macchina infilo le cuffie per evitare discorsi con mia madre, e guardo le varie case che susseguono lungo il tragitto. E come il mio secondo nome ricorda, ad ogni chilometro più vicino al college inizia a salirmi l'ansia.

Finalmente siamo arrivate, ho il parametro dell'agitazione alle stelle. Scendo dall'auto e saluto mia madre che comincia a farmi 300 mila raccomandazioni ma che sinceramente non sto neanche ascoltando.
"Cass... Cass... CASS!"
" DIMMI MAMMA"
"Hai capito tutto?" mi guarda come se stessi per intraprendere un viaggio verso l'inferno
"Si mamma, non ti preoccupare. Ho capito tutto" dico rassicurandola.
Lei mi abbraccia e poi se ne va in auto piangendo. Già anche se a volte le mamme sono davvero snervanti, sono le uniche che ti vorranno sempre bene qualsiasi cosa farai o dirai.
Eccomi davanti al cancello del college, finalmente il mio sogno si è realizzato.
Entrata nel campus cerco subito il dormitorio femminile, ed eccomi davanti ad un enorme palazzo. Fermo una ragazza per strada e chiedo
"Scusa, questo è il dormitorio femminile?"
La ragazza scoppia in una risata. Ma cosa ho detto di tanto divertente? Questa è completamente pazza.
" Non c'è un dormitorio femminile qua"
"Cosa?! Ma io ho la stanza numero 102" Questa deve essere davvero pazza.
" No scema! Cos'hai capito! Qui c'è solo un dormitorio ed è condiviso da ragazzi e ragazze" Ditemi che è uno scherzo " e per tua fortuna ragazza ti hanno messo in camera con un bellissimo ragazzo, anche se un po' strano" continua lei. Poi mi fa cenno di seguirla e mi porta alla mia stanza. Non ci posso credere dovrò condividere la stanza con un ragazzo! Ora capisco perché in questo college si paga molto meno che in altri. La ragazza mi lascia davanti alla camera e se ne va, nonostante ciò non rimango da sola: c'è la mia amica ansia con me.
Ok, Cassandra, che vuoi che sia. È solo un ragazzo, non ti mangia mica.
Apro la porta e...

E poi sei arrivato tuWhere stories live. Discover now