Prologo

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E eravamo a letto insieme, stavamo ridendo, e non ci importava di nulla.
- C. Bukowski

È soltanto un altro giorno, il vento fresco che le sfiora le gambe scoperte, il mare difronte a se e uno degli ultimi tramonti in questa città.
La sigaretta nella mano destra oramai si sta per spegnere, ma non le importa. Il vestito nero che indossa è troppo leggero, ma non le importa.

Dovrebbe essere da tutt'altra parte a fare un discorso stupido per una persona che non c'è più.

Non l'aveva ancora ammesso.

È incredibile come ci si possa ritrovare soli in così poco tempo. Senza la persona che si ama. Non sentire più la sua voce, non vedere più i suoi occhi. Da un giorno all'altro.

Si è sparato.

Era talmente fatto e sbronzo che non ha resistito alla tentazione di lasciarsi morire.

Lo voleva fare da un po', aveva detto.

Non ce la faceva più, aveva detto.

Era stata l'ultima notte in cui la sua risata aveva riecheggiato nella vecchia camera da letto. Le pareti erano ancora ricoperte dalla carta da parati azzurra di quando era bambino. L'unica differenza era l'odore dell'erba che si sentiva appena si varcava la soglia. Passavano così le loro serate. Una pizza, qualche bottiglia d'alcolici, due pacchetti di sigarette a testa e la droga. Bevevano fino a non sentire più niente e si sballavano fino a quando la testa non girava da farli impazzire. Senza il controllo delle proprie azioni cominciavano a baciarsi con passione e inconsapevolmente finivano per fare l'amore. Al loro risveglio ridevano. Ridevano e basta, lasciando perdere le conversazioni per dare una spiegazione ai loro corpi nudi sotto le lenzuola bianche la domenica mattina. Si dicevano ti voglio bene, si amavano come due fratelli, ma entrambi sapevano che c'era molto di più. Una di quelle notti lei si era giurata di sballarsi senza lasciarsi andare. Alla fine avevano fatto l'amore. Ancora una volta. Entrambi coscienti. Questo però non lo sapeva.

Il sabato sera successivo lui aveva cominciato a bere più del solito. Parlava come se accanto a lui non ci fosse stato nessuno. Poi, da gentil uomo, l'aveva accompagnata alla porta ancor prima di perdersi nuovamente l'uno nell'altro,l'aveva baciata sulle labbra e le aveva augurato la buonanotte. Senza parole e un po' brilla era tornata a casa passando per la spiaggia con il tramonto, che ormai stava per finire, a colmarle il vuoto.

Così era andata prima del suo suicidio. Nessuno sapeva il perché di quell'atto estremo e spiegazioni scritte non le aveva lasciate. L'unica cosa rimasta è una ragazza, ormai donna, sola sulla sabbia quasi fredda a rimuginare ancora una volta su quegli ultimi mesi, sull'ultimo giorno, sull'ultimo bacio.


Non scrivo perché è una mia grande passione. Semplicemente mi diverte e mi piace farlo. So che quello che scriverò avrà bisogno di una rifinitura ma non mi importa. Accetto volentieri critiche, consigli, idee etc.
Detto questo, spero che vi piaccia.

Giulia.

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