Prima prova

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"Maddy, ci dai una mano con i compiti?" - ecco che sono arrivate le pesti: le mie cugine di tredici e dieci anni. Maledico ogni giorno il momento in cui ho detto al padre che non c'era assolutamente nessun problema ad occuparmi di loro per l'intera settimana. Ma oggi è solo il primo giorno!

"Beh sì, per forza, ma dov'è tua sorella?" - chiedo a Teresa, la più grande delle due.

"Ah non so, stava guardando lo specchio".

"Come stava guardando lo specchio!?". Lei mi osserva e fa spallucce, sottolineando che il problema non è il suo. Bene, iniziamo proprio bene!

"Raffaella, forza vieni" - urlo già nervosa a metà giornata cercandola per casa. Finalmente la trovo, è all'ingresso. Non si è nemmeno tolta lo zaino dalle spalle e lavate le mani.

"Raffaella!" - la chiamo di nuovo, ma nulla, ha lo sguardo vacuo, perso nel suo riflesso proiettato allo specchio. Mi affaccio anche io, può essere che abbia visto qualcosa, lo osservo con attenzione, ma non mi sembra ci sia nulla di strano.

"Raffaella" - la richiamo scuotendola.

"Hey, che c'è?" - mi guarda come se l'avessi strappata da un'altra dimensione.

"Andiamo nella mia stanza, devi fare i compiti". Lascio che lei vada avanti e do un'ultima occhiata alla lastra al muro. Non capisco cosa avesse da imbambolarsi così.

La giornata trascorre abbastanza velocemente tra urla, schiamazzi e risate, ma finalmente è arrivato il momento di andare a dormire. Sono esausta e ho solo voglia di sprofondare nella poltrona e guardare un bel film demenziale.

"Maddy, corri". Ci risiamo, in questa casa non si può mai stare tranquilli. Teresa è spuntata nel salotto con la faccia preoccupata.

"Che è successo adesso?" - le chiedo scocciata.

"Raffaella, si comporta in modo strano".

"Ancora? Ma che ha tua sorella oggi? Non sarà un po' troppo emozionata?" - esclamo mentre vado con lei nella camera dove le ho sistemate. Spalanco la porta e non posso credere ai miei occhi. Mi avvicino incredula alla bambina, ma non riesco a capacitarmi del fatto che lei stia avendo una discussione accesa con lo specchio appeso nella loro stanza.

"Ma cosa dovrei fare io? Non so come...mi puoi spiegare?" - continua a ripetere preoccupata, come se stesse parlando davvero con qualcuno.

"Raffaella, ma ti senti bene? Fammi vedere se hai la febbre" - le dico sporgendomi verso di lei e accarezzandole la fronte. Ma non appena la mia mano entra in contatto con la sua pelle, si volta inorridita e mi respinge.

"Vattene brutta stronza" - urla rivolgendosi a me. I suoi occhi sono diversi, è come se non stesse parlando lei, ma in tutti i casi non può rivolgersi a me in questo modo. Le do uno schiaffo e lei sembra scuotersi.

"Ma perché l'hai fatto?" - mi domanda con le lacrime agli occhi.

"Ma Raffaella sei impazzita? Le hai appena dato della stronza" - risponde la sorella al posto mio.

"La smettete di dire le parolacce?" - intervengo esasperata. "Si può sapere cosa ti prende? Basta guardare gli specchi, ti fanno un brutto effetto". La prendo per mano e la costringo a mettersi a letto. "Adesso dormite e non voglio sentir ronzare una mosca. Sono stata chiara?". Sbatto la porta alle mie spalle senza nemmeno aspettare la risposta e mi butto a letto, crollando velocemente.

Bum bum bum. Pesanti colpi mi scuotono dal sonno. Apro gli occhi, ma i rumori si sono fermati, forse l'ho sognato. Mi rimetto a dormire, sperando di non essere più disturbata. Ma non riesco nemmeno a perdere i sensi che i rumori ricominciano, più forti di prima. Un urlo mi fa spaventare del tutto, mi scaravento giù dal letto.

"Ragazze, che succede?" - grido in preda al panico. Nessuno mi risponde. Provo ad accendere la luce, ma gli interruttori non funzionano.

"Teresa? Raffaella? Come state?". Arrivo in camera loro, tasto i letti, ma non ci sono. Apro il primo cassetto dell'armadio e prendo una torcia. Illumino tutta la stanza, ma di loro non c'è traccia. Scendo al piano di sotto, appoggio la mano al corrimano della scala, ma scivola immediatamente. Sento il mio palmo bagnato e viscido, lo illumino e lancio un urlo. È sangue.

"Ragazze vi prego, rispondetemi" - inizio a piangere a dirotto. Scendo definitivamente, ma arrivata al piano di sotto inciampo in qualcosa di duro. Perdo la torcia e tremando tasto tutto il pavimento per ritrovarla. Mi imbatto nell'oggetto che mi ha fatta cadere, ma di nuovo sento quel liquido denso ricoprirmi le mani. Singhiozzo sempre di più e prego di ritrovarle presto. Tocco la torcia, la prendo e l'accendo. Mi sento svenire, sto male e vomito. Sono caduta nel corpo senza vita di Teresa. Intorno alla sua testa c'è una pozza di sangue enorme.

"Teresa, oddio, Teresa". Mi manca l'aria e mi si offusca la vista.

"Ora è il tuo turno" - Raffaella mi guarda in maniera indemoniata. Punto la luce sulla sua faccia e tremando inizio ad avere paura. 

"Che ti succede? Non sei tu, che mi vuoi fare?" - le chiedo agitata.

"Ora vedrai".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 21, 2016 ⏰

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