La storia di Ariana Silente

Era una bella giornata estiva, il cielo era limpido e terso, non c'era neanche una nuvola. Una bambina dai capelli biondi e grandi, meravigliosi occhi azzurri giocava nel giardino di casa sua. Nell'aria risuonavano le sue risate cristalline, come se il vento scuotesse dolcemente tanti piccoli campanelli. Le piaceva moltissimo far danzare i fiori e quando uno di questi le fece un buffo inchino, scoppiò in un'altra sonora risatina. Non si era accorta di essere osservata finché non vide entrare nel giardino, a fatica, attraverso la siepe, tre bambini che la guardavano terrorizzati. Come faceva quella bimba a far ballare i fiori? Dov'era il trucco? La piccola li fissò spaventata. I bambini le chiesero spiegazioni, doveva rivelare a loro il trucco o l'avrebbero punita . Lei provò a spiegare che non aveva fatto nulla, era il vento a farli muovere quei fiori, era spaventata e mentre balbettava queste scuse indietreggiava lentamente. I bambini non erano per niente convinti, sapevano che lei stava mentendo e mossero qualche passo nella sua direzione. Se non voleva dire la verità, loro avrebbero fermato quella piccola "mostriciattola".

La bambina urlò e pianse disperata. Poi tutto fu caos, lei era in preda ai singhiozzi, i bambini stavano fuggendo inseguiti dal suo papà. Lei non riusciva a capire, cosa aveva fatto di male? Stava solo giocando. La sua magia era bella, divertente, lei non avrebbe mai fatto del male a nessuno. Poi un pensierò le balenò in mente: "Sono io quella sbagliata, sono io anormale e per questo che mi hanno fatto del male" e così decise che mai, mai più avrebbe utilizzato la magia. Avrebbe cercato di trattenerla. La magia, però, le si ritorse contro, implose dentro di lei e la fece impazzire, rendendola a volte pericolosa e instabile. Ariana Silente non sarebbe più stata la stessa. Da quel triste giorno cominciò a passare le sue giornate chiusa in casa, nella sua stanza...era da tanto tempo che non vedeva più i fiori danzare, lo stesso periodo di tempo, in effetti, che non vedeva più il suo papà. Era scomparso insieme a quei ragazzini cattivi.

Solitamente era buona, docile e tranquilla, ma c'erano dei momenti in cui la magia spingeva, premeva per uscire e lei si arrabbiava e più cercava di trattenerla, più quella faceva forza per uscire finché non esplodeva completamente fuori controllo. Fu in uno di quei momenti, qualche anno dopo l'aggressione, che ,dopo uno di quegli attacchi, Ariana vide la sua mamma stesa per terra, immobile. Le si avvicinò lentamente e provò a chiamarla <<Mamma? Mamma?>>, le si sedette vicino, con le lacrime che scendevano sulle guance, dondolandosi sul posto...perchè la mamma non si alzava più, non l'abbracciava, non la calmava con le sue consuete parole dolci?. Sentì delle mani delicate tirarla su e portarla via, lontano dalla sua mamma. Accanto a lei c'era suo fratello, il suo preferito, quello al quale era piu affezionata, Aberforth. Lui riusciva sempre a placare la sua ira, era dolce con lei, era bravo. Ogni tanto le permetteva anche di dare da mangiare alla capre; che strane creature erano, lui sembrava adorarle. Lei, invece, le trovava solo curiose mentre mangiavano pigramente dalla sua mano. Aveva anche un altro fratello, Albus, ma non lo vedeva quasi mai, era sempre nella sua stanza o con il suo nuovo amico, Grindelwald.

Un giorno sentì delle grida, sentì un urlo di dolore che sicuramente proveniva dal suo fratello preferito e corse a vedere, inciampando nei suoi stessi piedi. Le urla continuavano, sentiva delle esplosioni e vedeva dei lampi di luce, aveva paura, era letteralmente terrorizzata, non le piaceva tutto quel rumore. Con le mani cercava di coprirsi le orecchie, non lo voleva più sentire il rumore e urlava. Perché non la smettevano? Dov'era suo fratello? Voleva andare da lui, aiutarlo, non dovevano fargli del male...poi ci fu un lampo di luce e tutto fu buio.