the beginning

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Erano ancora le 11.30 a.m. e quella cazzo di conferenza non finiva più. Ormai erano più di due ore che " ascoltavo" quelle boiate sul carcere misto e su tutti i vantaggi che aveva la convivenza di
Uomini e donne all'interno di esso.
"Come stavo appunto dicendo questo è un carcere di massima sicurezza e potrà ospitare detenuti di tutti i tipi: dagli assini ai ladri di merendine che saranno ovviamente smistati nei diversi settori. Per adesso è ancora semivuuoto per nostra fortuna e proprio per questo abbiamo ideato un progetto a cui hanno aderito anche i vostri genitori" annunciò la voce metallica. Un brusio si sollevò in tutta la sala e ben presto si trasformò in confusione . L'elegante salone ospitava circa 1000 ragazzi di un'età compresa tra i 13 e i 18 anni. Ovviamente, all'annuncio fatto dalla voce metallica anche io mi allarmai e inevitabilmente mi rivolsi a mia madre chiedendole spiegazioni e bombardandola con domande del tipo:" mamma che significa? Cosa c'entriamo noi? Che cazzo avete fatto? Mamma??"
Lei intanto si limitava a guardare fisso davanti a se mentre una serie di lacrime iniziarono a scivolarle lungo le guance . Questo non fece altro che aumentare la mia agitazione e preoccupazione , ma prima che potessi chiedere ulteriori spiegazioni la voce metallica si fece risentire silenziando in un secondo l'intera sala pronunciando:" cari ragazzi sono lieto di presentarvi " the teenagers black hole project" il progetto che attraverso la vostra testimonianza permetterà alla nostra associazione e ai vostri genitori che hanno finanziato l'operazione di testare la sicurezza della struttura da noi realizzata. Quindi congratulazioni a voi prescelti perchè da oggi inizierete una nuova vita. Una vita da reclusi. Una vita da detenuti. Tra poco verrete fatti accomodare nell'altra sala dalle guardie , dove poi riceverete ulteriori informazioni . Io invece rimarrò con i vostri genitori a confermare i vari documenti. Mi sembra di avervi detto tutto. Non mi rimane altro che far partire il timer dei cinque minuti che gentilmente vi concederemo per salutare i vostri cari. Con voi ragazzi ci vediamo dopo"
Ancora non avevo metabolizzato il tutto quando una sirena annunciò che i cinque minuti erano appena cominciati. Non so cosa mi successe: ero shoccata, ancora non credevo alle parole che avevo appena sentito. Pensavo che da li a pochi secondi arrivasse qualcuno a dirmi che era tutto uno scherzo o che avevo capito male. Ma purtroppo per me non fu così. Quando realizzai che di scherzo c'era ben poco mille sensazioni si fecero spazio in me. Avevo paura, ero arrabbiata , sconcertata, e allo stesso tempo mi sentivo vuota; come se la voglia di vivere o la vita stessa stessero scivolando piano piano fuori da me. Quando mi "ripresi " un attimo non potei far altro che cercare consolazione in mia madre anche se sapevo che era tutta colpa sua , che era lei la causa della mia sofferenza, ma d'altro canto era l'unica persona che avevo. Una parola. Solamente una semplice parola uscì malvolentieri dalle mie labbra:" perchè?"
A quella parola mia madre che fino a quel momento aveva continuato a fissare il vuoto davanti a se si girò lentamente verso di me e quando i suoi occhi incontrarono i miei il sangue mi si gelò nelle vene. Quella non era mia madre. Quegli occhi così vuoti ,tristi e stanchi non erano i suoi. Non erano della donna sempre sorridente e apprensiva che mi aveva cresciuta. Dopo attimi che sembrarono infiniti le sue labbra si mosserò rivelando un suono quasi impercettibile , più flebile di un sussuro :" l'ho fatto per te. L'ho fatto per proteggerti"
" per proteggermi da cosa ?" Gracchiai mentre la rabbia iniziava ad impossessarsi di me
" li sarai al sicuro" disse nuovamente con gli occhi che tornarono lucidi.
Prima che potessi rispondere la sirena che avevo sentito anche poco prima annunciò il termine dei cinque minuti. E mentre la sala si trasformava in un inferno di lacrime e urla un mare di guardie fece capolino. Ogni ragazzo venne incappucciato e trascinato via e pian piano la sala si fece mezza vuota e rivelando ancor più esplicitamente la sua enormità. Poco prima che le guardie arrivassero alla mia fila sussurrai a mia madre" tu sei pazza" e poi lo ripetei altre tre volte alzando ogni volta il tono che nonostante fosse deciso rivelava tutta la mia disperazione. Poi un' ultima volta urlai guardandola negli occhi"tu sei una fottutissima pazza" poi tutto buio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 25, 2016 ⏰

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