1.Pensieri

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Guardai Luke.

Era calmo e pacifico...

Stava sdraiato sulla schiena, e, con quella sua solita aria tranquilla guardava il cielo, come se le stelle che lo illuminavano fossero un raro capolavoro.

L'erba sotto di noi era fresca e umida.

Io, sdraiata accanto a lui, invece, non facevo che agitarmi e pensare.

Non sapevo come dirglielo, non sapevo come fargli capire quello che sentivo.

Ero felice per lui, ero davvero felice di quel posto che aveva ottenuto nelle forze militari.

Ero orgogliosa di lui.

Fin da bambini, aveva sempre detto che un giorno avrebbe lavorato nell'FBI, o nelle forze segrete, e ora, il suo sogno si stava realizzando.

I suoi capi di addestramento, gli avevano proposto un posto in una squadra che si sarebbe occupata di un progetto top secret, gli avevano detto, che in questa formazione sarebbero stati utili soldati meritevoli, coraggiosi e attenti, tutte qualità che in Luke riconoscevo, proprio come le avevano riconosciute loro.

Probabilmente, nonostante lo negasse, nemmeno lui, sapeva davvero in cosa si stesse cacciando... e questo mi spaventava.

Avevamo finito il liceo a distanza di due anni.

Io lo aveva o finito quello stesso anno, ma tra noi tutto era sempre rimasto uguale.

Eravamo gli stessi che eravamo da bambini.

Anna e Luke, i due moschettieri, sempre insieme, inseparabili.

Lui però, aveva trovato la sua strada nel mondo, aveva da subito saputo cosa sarebbe diventato, io invece, a diciotto anni, mi trovavo senza la minima idea sul mio futuro, e la cosa peggiore era che Luke mi avrebbe di nuovo lasciata sola.

Era tornato qualche mese prima dall'accademia militare, con un permesso.

Era stato con me da maggio fino a fine agosto, e quella era la nostra ultima sera insieme.

Mi ero dimenticata, in quei due anni della sua assenza quanto lui mi fosse mancato.

E ora, che avevo avuto di nuovo la possibilità di averlo accanto, non volevo se ne andasse più: e poi, non sapevo quando ci saremo rivisti, visto il suo nuovo impiego, e peggio ancora, sarei sempre stata in pena per lui.

Inoltre, lui non era tornato solo per vedermi, era tornato per via del divorzio dei miei genitori.

Mi era stato accanto, quando mi sembrava che nulla potesse andare bene: papà ci aveva lasciate, per la compagnia di una giovane stagista del suo studio legale, e io ero rimasta sola con mamma, che da quando papà l'aveva lasciata non aveva fatto altro che deperire, e chiudersi in se stessa.. chiudendo fuori anche me dalla sua vita.

E ora anche Luke mi stava lasciando ancora.

Avevo paura per lui.

Avevo paura per il mio futuro.

E non ero certa, di essere in grado di rimanere lì, a Seattle.

Non senza di lui.

Seattle, la mia città, che di colpo, mi sembrava solo un posto che non mi apparteneva.

Ecco come mi sentivo, ecco cos'avrei voluto dire.

Remember meWhere stories live. Discover now