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Con il cuore a battermi nervoso nel petto e le dita che continuavano a tamburellare sul bancone di legno, il mio sguardo continuava a vagare tra la gente. Tutto per colpa di un malinteso. Un malinteso architettato. Uno scherzo che voleva essere a fin di bene, ma che alla fine mi aveva gettato nel panico più totale.
E perché? Perché naturalmente la mia migliore amica voleva rimettermi sul mercato, stanca di vedermi con il cuore di ghiaccio ormai anche a casa, dopo quel fatidico giorno. Credeva sul serio che uscire con quel tipo mi avrebbe fatto bene? E poi per cosa? A malapena mi ero ricordata di lui dopo la sbronza epocale che mi ero presa...
Il mal di testa che mi affiorò spaccandomi il cranio mi svegliò. Avevo la gola irritata e la bocca contaminata dal sapore disgustoso del vomito post-sbronza.
Ah, vero: il matrimonio.
Violento, il ricordo di quello che sarebbe dovuto essere il giorno più bello della mia vita invece che il peggiore, tornò peggiorando la mia condizione, già piuttosto disperata, dovetti ammettere.
Mi coprii il viso con un braccio lasciando andare un sospiro tremolante.
Non mi sembra ancora vero. È davvero tutto finito... Prima di cominciare.
Chiusi gli occhi per poter trattenere le lacrime: non volevo aumentare il mal di testa già di per sé apocalittico e poi... avevo l'idea che non avessi fatto altro che piangere e disperarmi per tutta la notte, probabilmente davanti a tanti bicchieri dato il pietoso stato in cui ero ridotta.
Ho bisogno di un aspirina. Subito.
Mi sedetti lentamente e barcollando, cercando nel frattempo di ricordare come avevo fatto a finire a casa di Cana, soprattutto nelle ipotetiche condizioni in cui sicuramente mi trovavo la notte prima: io sola all'altare, il prete che mi guardava dispiaciuto, io che cadevo a terra in ginocchio a piangere per non so quanto, io che mi alzavo cominciando a vagare per le strade di Las Vegas, per poi cominciare a bere e poi... poof! Nero, nero, nero, maiale etrusco, nero, nero, occhi verdi, vomito, nero, nero, nero e infine io qui a casa di Cana.
Aspetta... maiale etrusco?
Scossi la testa.
Che cosa diamine ho fatto la scorsa notte?
Non feci in tempo a riprovare a ricordare, che qualcuno si lanciò contro il divano.
<< Piccola, come ti senti? >>
<< Uno schifo >> risposi semplicemente, lasciandomi andare contro la sua spalla, come se appoggiarmi a qualcun altro mi permettesse di sentir meno il peso che mi stava gravando sul petto << Dimmi, come ho fatto ad arrivare fino a qui? Il mio ultimo ricordo è di me a Las Vegas, ubriaca >> chiesi, sospirando nel tentativo di accantonare per qualche attimo in un angolo remoto di me stessa tutto ciò che era accaduto e tutte le sue conseguenze. Non avevo la minima voglia di fare un'altra scenata davanti a qualcuno.
Un'altra? L'ho già fatto?
Ma la mia domanda interiore non ebbe risposta poiché ciò che mi disse Cana mi ricatturò nella realtà.
<< Se devo essere sincera sono rimasta stupita da te, stamattina >> mi confessò chinandosi un attimo ai piedi del divano per prendere la birra che aveva appoggiato prima di buttarsi sul divano.
<< Come mai? >>
<< Oh, beh >> mi disse prima di scolare qualche sorso << Ti sei fatta accompagnare da un bel tipo >> mi rivelò guardandomi con un'espressione indecifrabile.
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AGaInSt [NaLu]
FanfictionSe dovessi descrivere in poche parole gli uomini, non me ne basterebbero neanche cento per poter esprimere il mio più totale disappunto sulla loro esistenza. Se non fosse che per procreare servirebbe il loro contributo, mi chiederei che scopo abbian...