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Il tempo, quella domenica, sembrava non trascorrere più. A parte doversi recare nella Sala Grande per i pasti, Harry non faceva altro che vagare come un'anima in pena per tutto il castello, nella vana speranza di far passare più velocemente le ore. Si era anche posizionato ad aspettare nei sotterranei, fuori la Sala Comune dei Serpeverde pensando che Louis, una volta tornato alla scuole, si sarebbe recato nel suo dormitorio per riportare il suo bagaglio nella stanza ma, all'ennesima minaccia ricevuta da uno studente Serpeverde di venir tramutato in una statua se non se ne fosse andato da lì, dovette desistere dal suo intento. Niall e Liam avevano provato a convincerlo a fare un giro con loro ad Hogsmeade, ma aveva rifiutato perché non voleva rischiare di non essere presente quando Louis sarebbe tornato.

Stava passeggiando per i corridoi del terzo piano, dopo aver trascorso un po' di tempo nella biblioteca, quando lo vide. Louis apparve ai piedi della scalinata che portava all'ufficio del preside, con Nicolaus al suo fianco. Notò la loro stretta di mano prima che quest'ultimo lo salutasse per tornare nel suo ufficio. Quando la porta di pietra, sorvegliata da due massicce statue di Gargoyles, si chiuse, il maggiore si voltò arrestando il suo passo quando si accorse della presenza di Harry davanti a sé, distanziato di qualche metro. Il sorriso che era nato automaticamente sulle sue labbra, si spense non appena lo vide voltargli le spalle e fuggire dalla parte opposta.

Il Grifondoro si sorprese di quella sua reazione, lo aveva aspettato per tutto il giorno con l'intenzione di sincerarsi stesse bene e far finalmente scivolare via tutta la tensione, ma quando se lo era ritrovato davanti, aveva sentito la rabbia impossessarsi del suo corpo e l'unica cosa che era stato in grado di fare, era stata quella di allontanarsi dal maggiore il più possibile. Non voleva però aspettare ancora per potergli parlare, perciò andò a rifugiarsi dove sapeva benissimo Louis avrebbe potuto trovarlo.

Dopo poco che aveva raggiunto la Torre di Astronomia, infatti, percepì i passi di qualcuno salire le scale. Non si preoccupò che si trattasse di qualche professore perché sapeva fosse Louis. Poté constatare la veridicità della sua convinzione, quando sentì l'inconfondibile suono della sua voce. «Volevi farti seguire?» Louis aveva intuito che Harry ce l'avesse con lui, aveva immaginato che potesse prendersela per quella sua decisione, ma confidava nella sua capacità di saperlo prendere e forse metterla un po' sull'ironia poteva essere un'idea per smorzare i toni. Il più piccolo era appoggiato alla ringhiera della torre e non aveva fatto seguire alcun cenno alla sua domanda, così decise di raggiungerlo. «Ho incontrato Dean mentre venivo qui, sembrava volesse lanciarmi una qualche maledizione. Evidentemente ce l'ha con me per - » non fece in tempo a terminare la frase ed affiancarlo che un sonoro ceffone andò ad infrangersi sulla sua guancia, facendogli voltare la faccia di lato. No, evidentemente ironizzare non era stata la cosa più giusta da fare.

Si massaggiò la guancia che sentiva scottare e pulsare per il colpo subìto, per poi spostare di nuovo gli occhi su Harry che lo stava già fissando; lo sguardo furioso. «Si può sapere cosa ti è saltato in mente? Tornartene a casa e lasciarmi qui come un coglione qualsiasi senza dirmi nulla!» gli urlò contro, usando tutta l'aria che aveva in corpo. «H, mi dispiace...» «Oh, non ci provare, Lou. Non osare dire che ti dispiace. Se ti fosse dispiaciuto non ti saresti comportato così». Il più piccolo era visibilmente alterato, ma il fatto che l'avesse chiamato con il nomignolo e non con il suo nome intero, era un chiaro segno che avrebbe potuto recuperare la situazione. Sarebbe servito un po' d'impegno ma poteva farcela.

«Me l'ha chiesto Nicolaus, non potevo tirarmi indietro» provò a giustificarsi, ma «Non dire stronzate, per favore» lo interruppe di nuovo Harry «Non penso ti abbia minacciato o quant'altro. Avresti potuto benissimo rifiutare». Louis sospirò appena, la guancia faceva ancora male, probabilmente c'era ben stampata la sagoma della mano di Harry sopra. «Era necessario, H. Data la situazione in cui ci troviamo». «E allora spiegami per quale motivo non me l'hai detto» gli chiese allargando le braccia. Era ferito perché il maggiore anziché confidarsi con lui, aveva agito mettendolo da parte. Aveva trascorso con lui una notte di passione, l'aveva lusingato con le sue parole ed i gesti per poi andarsene di soppiatto, di nascosto e lasciando a Niall il compito di informarlo.

There's No Place For Shadow Where The Sun Shines BrightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora