Un fiore dall'ombra - 2

1.1K 80 7
                                    



Non vi era nessuno.

Ma lui sapeva che non era così. Per questo stava osando.

Si muoveva piano, silenzioso. Ombra fra le ombre.

Era diventato bravo in questo.

Percepì il suo profumo. Si arrestò e indietreggiò nascondendosi dietro l'alto scaffale rigurgitante di libri.

Lei era lì.

Ma lo sapeva lui. Per questo stava osando.

Era circondata da grossi libri che sfogliava con cauta attenzione. Emanavano una luminescenza verdastra e pericolosa.

Sorrise. Quel tipo di libri non la facevano desistere. La sua sete di conoscenza era tale da affrontare qualsiasi ostacolo pur di soddisfarla.

La osservava ammaliato.

Passava le dita eleganti sulle pagine in una carezza che lo fece rabbrividire. Vi era nei gesti di lei una sensualità che ammalava. Sfiorava i libri con la dolcezza di un amante e lui desiderò assurdamente essere quel libro per poter essere accarezzato in quel modo da lei.

Guardarla mentre leggeva stava diventando un bisogno impellente per lui.

Trovava un po' di pace nel buio angoscioso in cui ormai viveva da troppo tempo.

Ritrovava il sogno. L'amore.

Ritrovava lei.

La Mezzosangue.

Trasalì.

Lei aveva preso ad accarezzarsi il collo con la piuma con cui stava scrivendo. Un gesto lento, troppo lento.

Deglutì perché era certo che lei stesse provando piacere in quello sfiorarsi morbido e delicato.

«Le mie dita sarebbero più dolci e molto più eccitanti, bambina» sospirò a se stesso.

La Mezzosangue ancora non si conosceva ma lui lo aveva capito. Era passionale, colma di desideri controllati in modo implacabile da quella sua mente terribile, come un feroce cane a tre teste che doveva tenere a bada l'Hermione segreta, quella che solo il suo uomo avrebbe potuto conoscere.

Il suo uomo.

Serrò i pugni.

Pelo Rosso.

Come poteva lei solo pensare di mettersi con quella patetica cosa? Non aveva nulla in comune con quell'idiota che faceva una cosa sola nella sua miserevole vita, seguire come un cane il Sopravvissuto.

- Lui non è un Mangiamorte - sussurrò la sua anima stanca.

Lei si mosse sulla sedia.

Di scatto si nascose dietro la pesante tenda di velluto che celava una delle alte finestre della Biblioteca.

Ma lei era all'erta e scrutava le ombre che si andavano accumulando laddove non vi era più nessun studente a consultare libri.

Draco sentì il suo cuore battere forte.

Lei lo percepiva.

Lo percepiva.

Trattenne il respiro.

Si era avvicinata alla tenda e lui temette e desiderò che lo scoprisse. Nascosto come un ladro. Come il mendicante che era. Colmo di una passione che a fatica controllava odiandosi, pieno di un amore che gli creava disgusto ma dal quale si lasciava sconfiggere perché era ciò che lo stava salvando dall'annientamento della sua anima.

L'amore che portava per lei era la zattera a cui si era aggrappato, naufrago di se stesso, in balia di un oceano di terrore che voleva solo ucciderlo.

La Mezzosangue lo stava salvando e lei non lo sapeva.

«Hermione! Sei qui?» risuonò una voce che riconobbe all'istante e che gli provocò un moto di rabbia furiosa.

Lei si era girata di scatto.

«Harry! Mi hai spaventata» disse allontanandosi dalla tenda di velluto.

Sospirò. Non sapeva se di sollievo o di furia. Doveva ringraziare Potter forse?

Scostò di poco la tenda e lo guardò.

Lo odiava. Ma non come odiava Pelo Rosso.

In verità odiava tutto ciò che non era lui, persino i libri che avevano il privilegio di essere toccati da lei.

La vide allontanarsi alla ricerca di un libro.

Agì d'impulso.

Sfilò la bacchetta dalla tasca e la mosse piano sospirando un segreto, poi la ritirò dietro la tenda.

Con il cuore in tumulto.

Perso nell'attesa di vedere la reazione di lei. Trascinato via dall'orrore di ciò che stava architettando da lei.

Lei che lo stava salvando senza saperlo.

Li sentì ritornare.

Parlavano sottovoce, complici. E il suo cuore sanguinò di gelosia.

Ah! Come si stava vendicando la Mezzosangue! Tutti gli schifosi insulti che le aveva dedicato gli si stavano rivoltando contro feroci, implacabili!

«Mi aiuti a rimetterli a posto, Harry?»

Potter obbedì. Come un cagnolino. Ma lui non se ne stupì. Chi avrebbe potuto resisterle?

Il Sopravvissuto (ma ancora per poco!) si allontanò portando via i libri più pesanti.

Lei raccolse le piume e le pergamene riponendole nella sua borsa per poi fermarsi attonita.

Guardava qualcosa che non si aspettava.

Allungò la mano e strinse le dita su di una splendida rosa rossa, turgida, profumata.

In un gesto spontaneo si portò la rosa al volto e la annusò socchiudendo gli occhi. Poi si guardò intorno.

Lui tremò, attento a non smuovere la tenda. Spiandola da un esile filo di luce. Un sorriso esitava sulle sue labbra gelide.

Lei aveva le guance arrossate. Gli occhi luminosi saettavano ansiosi, curiosi.

Il richiamo lontano di Potter la fece trasalire. Afferrò la borsa e corse via stringendosi la rosa al petto.

Ecco.

Era andata via.

E non avrebbe mai saputo chi le aveva donato quella rosa meravigliosa.

Indietreggiò e il suo sguardo si perse verso i vetri dell'alta finestra dove premeva la notte. Erano bagnati. Pioveva, ma a lui non importava.

Provava una sensazione calda, palpitante, qualcosa che gli parve di riconoscere.

Che importava che fosse andata via?

Che importava che non sapesse di lui?

Aveva tremato per quel suo dono.

L'aveva turbata.

Perché adesso sapeva che c'era un cuore appassionato che l'amava come lei si meritava di essere amata.

Poggiò la testa contro il muro e sorrise.

Le tenebre lo bramavano, era vero, ma almeno per quella notte lui era in salvo.

Era in salvo.

Cuore di DracoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora