La neve scendeva candida e fredda quel giorno; Belle, in piedi davanti alla finestra, restava a fissarla come fosse ipnotizzata. Gli occhi azzurri fissi a contemplare quel perfetto e puro quadro invernale, la mente libera da ogni preoccupazione.Forse, per la prima volta, dopo tanti mesi in quel castello polveroso e pieno di mestieri, lei si sentiva libera.
Passarono lunghi istanti prima di rendersi conto che aveva ancora uno straccio in mano, e che avrebbe dovuto usarlo prima che lui se ne fosse accorto. Belle di certo sapeva quanto poteva diventare irritante se non eseguiva i suoi ordini.
Ma quel giorno non fu esattamente così.
"Belle! Perché-" La sua voce irruppe nel tenebroso silenzio e riempì la stanza in una frazione di secondo. Non fece neanche in tempo a terminare la fase che Belle si affrettò a dare spiegazioni, appiattendosi contro la finestra.
"I-io, si lo so io.. stavo solo vedendo la neve ma.. ora riprendo subito Signore" così, si girò velocemente verso la grande vetrata e cominciò a spolverare velocemente e superficialmente il vetro, nella speranza di non doversi sorbire una delle solite ramanzine del Signore Oscuro.
"Belle!" Tremotino si avvicinò a lei, fermandosi ad un passo di distanza dalla ragazza tanto da poterla sentir sobbalzare.
"Quante volte ti dico che non devi interrompermi quando parlo?" continuò poi, alzando appena il tono della voce. Belle, dall'altro lato, continuava a strofinare contro il vetro e ad annuire, come volesse allontanarlo, come volesse cercare di cacciarlo via per vivere almeno quel giorno in pace con sé stessa. E continuava impulsivamente a strofinare e strofinare e strofinare sempre sullo stesso punto, mentre sentiva il respiro accelerarsi e la mente annebbiarsi, e continuava senza nessun motivo apparente, tanto da chiedersi se mai sarebbe riuscita a fermarsi.
Tremotino restò ad osservarla per dei secondi che sembrarono interminabili, riuscendo quasi a percepire la sua esasperazione. E nella totale confusione, allungò la mano verso la sua spalla e sentì, sotto al suo tocco, che la ragazza improvvisamente si fermò.
"Io..in realtà volevo chiederti se volessi venire con me accanto al fuoco. Dovrei parlarti di un cosa importante. Quindi smetti di lavorare e vieni su-" si fermò di scatto rendendosi conto, forse per la prima volta, che stava sbagliando il modo di atteggiarsi con lei. Sospirò appena sottraendo la mano. "Vieni con me. Vo.. vorresti?"
Silenzio.
Belle dall'altra parte fissava il suo riflesso: i suoi occhi inumiditi e appena arrossati si socchiusero lentamente. La ragazza esitò un attimo prima di girarsi verso Tremotino, abbozzò un sorriso e annuì flebilmente.
"Va bene, andiamo."
________
Fuori tempesta, dentro la quiete.
Sembrava quasi un paradosso.
Tremotino si sedette su un'imponente sedia accanto al camino, e con un gesto della mano indicò a Belle di sedersi accanto a lui. La ragazza obbedì senza proferir parola, limitandosi ad osservarlo. Piegando la testa di lato e corrugando la fronte, restò così, immobile, a studiarlo.
Dopo un lungo minuto di imbarazzante silenzio, Belle si schiarì la voce e cominciò a parlare.
"Brutto tempo oggi, non credete?"
"Non siamo qui per parlare del tempo, cara. In realtà, siamo qui perché mi servi." continuò l'uomo intrecciando le mani e fissando la ragazza dritta negli occhi, sporgendosi verso il suo viso. "Devi custodire un oggetto di vitale importanza per me, mentre sarò via." mormorò, il viso pericolosamente vicino a quello della ragazza.
"I-io.. non capisco. Dite di essere il più potente stregone di tutti i reami e avete bisogno di me per proteggere un oggetto di valore?" rispose confusa Belle.
"Si da il caso, cara, che io non debba dare spiegazioni a nessuno. Tantomeno a te." ghignò l'uomo e si rimise a sedere comodamente sulla sua poltrona.
"E dovrai, perché se non lo farai.. io ti ucciderò." finì, abbozzando un sorriso sghembo.
Belle, che era rimasta ad ascoltarlo, si lasciò scappare una risatina divertita. E, sotto lo sguardo sbigottito del mago, rispose .
"No, voi non lo farete. Se aveste voluto uccidermi lo avreste fatto molto tempo fa. Ditemi invece, perché avete bisogno di me?"
Tremotino fece una smorfia di sconfitta che non riuscì a mascherare e si rivolse alla ragazza con schiettezza.
"Lo sapevo, non riesci a non farti gli affari tuoi. Torna a lavorare, serva. " terminò lui, la voce ricolma di disprezzo.
"Hey." Belle si alzò di scatto e si inginocchiò davanti a Tremotino, in un gesto totalmente spontaneo. Poggiò una mano sul ginocchio dello stregone sotto il suo sguardo tanto sorpreso quanto.. spaventato.
Sarà per la spontaneità di Belle o per la sua indole dolce e premurosa che in un attimo si lasciò andare al suo tocco. Lo sguardo esitante di Tremotino andò lentamente a cercare quello della ragazza accovacciata davanti a lui, aggrappandosi a quell'azzurro intenso e trovando lì il suo riparo.
"Sapete che a me potete dire tutto" mormorò allora la ragazza, senza interrompere quel gioco di sguardi.
E dopo forse troppi anni, quel castello si era impregnato di uno strano odore familiare. Saranno stati i suoi capelli castani, raccolti in un semplice chignon, sarà stata la sua pelle, morbida e candida, di cui aveva avuto sempre tanta cura. Sarà stata la dolce ma pungente fragranza.. dell'amore.
Amore.
L'elemento che mancava a Tremotino per rendere la sua vita migliore. Ma sarebbe davvero stato pronto ad abbandonarsi ad un così intenso sentimento? Poteva sentire il modo in cui gli occhi di Belle cercavano il suo sguardo, ancora una volta, mentre lui lo teneva basso per non lasciarsi indebolire dalla ragazza. Per lui era decisamente troppo.
"Tremotino?" sussurrò lei, spostando la mano dal ginocchio al suo braccio e poi, ancora, portandola alla sua guancia, sporgendosi poi lentamente in avanti per cercare di catturare la sua attenzione. Bastò un secondo e gli occhi di Tremotino andarono a rincontrare i suoi, perdendovisi ancora una volta.
"Vi fidate di me?"
E lui voleva risponderle di si, lo voleva con tutto ciò che era rimasto del suo cuore perché, dannazione, sì, lui si fidava.
Avrebbe voluto risponderle che sì, sapeva di poterle dire tutto perché lei avrebbe mantenuto il segreto. Si fidava ciecamente di lei, avrebbe donato la sua preziosa vita per tenerla al sicuro... eppure ancora non trovava il coraggio di lasciarsi andare. Quelle parole gli si insinuarono in testa; domande che si trasformavano in dubbi, dubbi che si trasformavano in risposte incerte, risposte incerte che aumentavano e vorticavano nella sua mente.
Era perso per sempre.
Si sarebbe presto arreso o avrebbe continuato a lottare per il potere?
"Belle.. io mi fido dite. Tu sei la scelta meno egoista che io abbia fatto in vita mia."
-
Quella sera, nevicava.
Freddo fuori, caldo dentro.
Quella sera, Belle accovacciata davanti a lui, lo osservava e capiva, capiva dentro di sé che era il momento. Capiva ma taceva, perché non avrebbe voluto rischiare. Non ancora.
Quella sera, Belle realizzò che c'era ancora molta strada da fare.
E, quella sera, Belle decise che non si sarebbe arresa.
E mentre fuori irrompeva la tempesta, dentro, due cuori imparavano a conoscersi e ad amarsi per la prima volta.
________________
NOTA DELL'AUTRICE
Ho voluto rimanere un po' sul vago quando ho parlato dell'oggetto "misterioso" perchè avrei intenzione di scrivere un'altra one shot correlata a questa, approfondendo meglio l'argomento.
In ogni modo, spero vi sia piaciuta lo stesso :)
STAI LEGGENDO
« Will you trust me? »
FanfictionE dopo forse troppi anni, quel castello si era impregnato di uno strano odore familiare. Saranno stati i suoi capelli castani, raccolti in un semplice chignon, sarà stata la sua pelle, morbida e candida, di cui aveva avuto sempre tanta cura. Sarà st...