"Brooklyn, mi stai ascoltando?!" Strepita mia sorella fracassandomi il timpano sinistro.
Siamo da due ore e mezza in macchina in cerca di un parcheggio libero, e sono due ore e mezza che lei parla, parla e parla.
"Neanche una parola."
Fawn, mia sorella maggiore, una grande rompipalle, specializzata nel distruggermi la vita.
Ha gli occhi azzurri, i capelli scuri quasi sempre tenuti in alto da qualche brutto fermaglio e il viso è leggermente allungato.
Non centra assolutamente nulla con i miei occhi verdi, i miei capelli biondi e il mio viso tondo.
A volte mi chiedo se lei, per caso, non sia stata adottata.
"Sei una cazzo di maleducata."
"Ha parlato!" Rispondo alzando le braccia al cielo.
"Ah, sarei io maleducata?!" Mi urla contro mentre suona al ragazzo davanti che non riesce nemmeno a svoltare.
Incapace.
Molto carina, Brook.
Grazie, mi ci impegno.
È un ragazzino, non so se hai notato che questo è un parcheggio di un liceo.
Sii più paziente.
Sei una palla.
Sono la tua coscienza, cosa dovrei fare? Accompagnarti in discoteca e passarti un mojito?
Non sarebbe una cattiva idea, sai.
"Beh, di certo non puoi venirmi tu a parlare di educazione che imprechi ogni volta che nasce un bambino nel mondo." Rispondo a Fawn facendole alzare gli occhi al cielo.
"Comunque, ti stavo dicendo che penso ti troverai bene in questa scuola. Anche la figlia di una mia collega studia qui, sai? Beh, tutto il paese studia qui, praticamente. È l'unico liceo decente nel raggio di miglia! Ma ti volevo chiedere se sei sicura che per te sia okay, prima di entrare in segreteria e confermare l'iscrizione." Sembra un po' titubante nel parlarmene.
Fawn non è mai titubante nel parlare di qualcosa.
So che è così perché sta cercando di pesare bene le parole, lo fa spesso dalla morte di mamma e papà.
Fawn è adulta e vive da anni nel West Virginia, in questo posto orrido e puzzolente ha trovato un ottimo lavoro e anche il suo attuale ragazzo, Ryan, un riccone del posto con la puzza sotto al naso.
A me lui non piace, ma Fawn ne va matta, quindi.
Esattamente tre mesi e ventitre giorni fa io, i miei genitori e la mia sorellina Hollie abbiamo avuto un incidente stradale.
Papà stava guidando, Hollie cantava una canzoncina mentre io le applaudivo, e la mamma ridacchiava per una battuta che aveva appena fatto papà.
Poi un camion che sfreccia in contro mano nella nostra direzione, e subito dopo il buio più totale.
Né mamma né papà ce l'hanno fatta.
"Fawn, io odio questo posto, okay? Ma ci siete tu e Hollie, che ama stare qui. Perciò, farò un sacrificio."
Mi scompiglia i capelli ridacchiando.
"Questa è la mia sorellina"
Finalmente troviamo parcheggio e ci avventuriamo in segreteria.
"Siediti lì, vado a prendere i moduli." Istruisce mia sorella indicandomi le sedie vuote di un giallo sbiadito.
Le guardo schifata e mi giro verso di lei per informarla che mai e poi mai mi sarei seduta su quello schifo, ma è già sparita tra la folla.
Non sono una persona schizzinosa, chiariamoci, ma gradirei non prendermi qualche malattia proprio nella mia età di fioritura, cortesemente.
In uno sbuffo mi lascio cadere su una delle sedie e prendo un libro dalla borsa per passare il tempo.
Dovrebbe essere una storia d'amore, ma è così scontata che mi sta facendo prendere sonno.
Un ragazzo si siede con la delicatezza di un elefante proprio nella sedia affianco alla mia facendomi sobbalzare.
Voglio dire, ci sono una ventina di sedie libere e lui proprio affianco a me si viene a piazzare? Per di più facendomi saltare giù dalla sedia?!
Tragica. Come al solito.
Cagacazzo. Come al solito.
Poi è Fawn quella che impreca, eh.
Continuo a leggere il mio libro, finché non arriva la scena in cui lui le dichiara il suo amore infinito.
"Potrei vomitare." Mi lamento buttando il libro nella borsa.
"È la prima volta che faccio un effetto del genere a una ragazza." Parla il tizio a fianco a me facendomi voltare verso di lui.
Ha i capelli biondi, quasi bianchi buttati all'aria, gli occhi chiarissimi, i vestiti tutti stropicciati e un sorrisetto divertito stampato in faccia.
È particolarmente bello, lo ammetto, ma è troppo biondo per i miei gusti.
Troppo biondo per i tuoi gusti? Le chiediamo perdono, principessa.
Vaffanculo, deficiente! Questo è un figo!
"Sta zitto, cretino." Si lamenta un altra voce davanti a noi.
Solo ora mi accorgo della presenza di un altra ragazza seduta con le gambe accavallate.
Ha i capelli e gli occhi chiari proprio come quelli del tipo vicino a me.
Ma qua sono tutti così biondi?
Te lo stavo per chiedere io!
"Non ti spaventare, fa così con tutte."
Continua la ragazza.
"Solo con quelle particolarmente carine." La corregge facendomi l'occhiolino.
"Ci stai davvero provando con me davanti alla tua ragazza?" Chiedo con un sopracciglio alzato.
Si guardano tra di loro stralunati, per poi scoppiarmi letteralmente a ridere in faccia.
"Puoi ripetere, scusa?" Chiede lei.
"Sembra abbiate appena scopato, lo sapete si?"
"In realtà ci siamo picchiati." Chiarisce lei.
"Siamo fratelli." Aggiunge l'altro.
Assottiglio gli occhi notando quante altre somiglianze si possano trovare tra loro a parte i capelli e gli occhi: le labbra carnose, la postura, le sopracciglia...
"Comunque piacere, io sono Roy e lei
Joy." Dice il ragazzo porgendomi la mano.
"Nomi molto fantasiosi, non c'è che dire." Rispondo sarcasticamente stringendogli la mano.
"Io mi chiamo Brooklyn, mi sono appena trasferita da New York." Mi presento porgendo la mano anche a Joy.
"Una Brooklyn di New York, wow. Anche i tuoi di fantasia ne avevano da vendere." Commenta Joy sorridendomi amabilmente.
Ridacchio fintamente seguita da suo fratello.
Non amo quando viene messo in ballo l'argomento 'genitori'.
"Allora Brook, ti iscriverai qui?" Mi chiede Roy.
"Si, mia sorella sta terminando l'iscrizione."
"Roy Smith e Joy Smith, la preside vi sta aspettando nel suo ufficio." Urla la segretaria facendo scattare in allerta i due fratelli.
"Auguraci buona fortuna." Mi sussurra Joy.
"Buona fortuna." Sorrido a entrambi prima che scompaiano dentro l'ufficio.
"Vedo che hai fatto subito amicizia." Dice mia sorella comparendo all'improvviso al mio fianco con il modulo sottobraccio e una penna in mano.
"Cosa sono? Spacciatori?" Mi chiede poi passandomeli entrambi.
"Si, mi hanno appena passato qualche grammo. Ma li ho messi nelle tette, tranquilla, siamo in una botte di ferro."
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Touch My Soul.
FanfictionCinica, sarcastica e sempre con un libro in mano. Brooklyn Abernathy è una ragazza di città, una studentessa modello e una grandissima stronza. Ha sempre la risposta pronta e non riesce mai a trattenersi dal dire quello che pensa. Dopo la morte dei...