~

471 40 21
                                    

La battaglia contro Ultron durò per svariati giorni. Cominciavamo a perdere ogni speranza anche se, ognuno di noi confidava nelle abilità o poteri dell'altro. Era divertente il fatto che noi Maximoff stessimo aiutando gli Avengers, dal momento in cui eravamo stati noi ad aiutare Ultron a scatenare quella battaglia, per non parlare della bomba che in pochi attimi avrebbe distrutto tutta Sokovia. Correre a quella velocità mi rendeva stremato, non avevo neanche tempo per recuperare fiato. Ero dotato di una velocità sovrannaturale, eppure rimanevo lo stesso un umano. Mi preoccupai di far salire donne, uomini e bambini sulla scialuppa dello S.H.I.E.L.D, guardandomi attorno almeno un milione di volte. Non volevo lasciare che nessun civile rimanesse travolto da quello che stava accadendo, non volevo assolutamente che nessuno soffrisse o perdesse un proprio caro a causa di una mia svista. Ebbi l'opportunità finalmente di potermi fermare e riprendere fiato, mi bastò neanche mezzo minuto e mi sentivo carico ed energico come se non avessi corso affatto. Mi ripulii il sangue dalle mani, strofiandole sul tessuto dei pantaloni e mi soffermai a guardare Sokovia per un'ultima volta. Un rumore familiare mi risvegliò da quella specie di trance; Stavano ancora sparando? Alzai gli occhi e notai un robot /nonché ennesima creazione di Ultron/ aprire il fuoco contro Clint, che per giunta teneva in braccio un bambino. Deglutii rumorosamente e mi precipitai correndo verso i due, più veloce che potevo, riuscendo a spostarli un secondo prima che potesse succedere quello che tanto temevo. Sfortunatamente però, per me non andò proprio come avevo previsto e quei spari mi presero sul polpaccio sinistro, mentre gli altri due andarono a beccare la spalla ed un braccio. Per un momento avvertì una scossa lungo la spina dorsale e sentii il fiato venirmi a meno, non avevo mai provato tanto dolore in vita mia dagli esperimenti di quel pazzo di Strucker. Caddi a terra e pensai che /forse/ non sarei riuscito ad alzarmi più, a causa delle fitte allucinanti che mi dava la ferita al polpaccio.

<< Pietro... >>

Qualcuno mi chiamò o meglio, sussurrò il mio nome ed io non capii da dove o da chi provenisse. Chiusi gli occhi e cercai di respirare normalmente, dovevo convincermi che sarebbe andato tutto bene e sopratutto, avevo promesso a mia sorella Wanda che sarei andato a prenderla quando tutto questo sarebbe finito. Mi sentii sollevare come se fossi diventato un sacco di patate e riconobbi all'istante la voce del Capitano Rogers, che mi fece quasi scattare.

<< Tranquillo Pietro, va tutto bene, ci pensiamo noi a Wanda. Tu devi stare solo tranquillo. >>

Provai a schiudere le labbra per ribattere, cercai disperatamente di dire qualcosa ma l'unica cosa che mi venì in mente e che riuscii a dire fu;

<< Dov'è.. dov'è.. Clint? >>

Captain America mi guardò confuso e mi strinse a sé cominciando a camminare verso la scialuppa, prendendo subito dopo a correre quando vide che mancava poco tempo. Saltò sulla scialuppa e si preoccupò di farmi distendere accanto agli altri feriti, dopo essersi assicurato che le mie ferite non siano state gravi. Tornai a chiudere gli occhi e per la prima volta dopo tanto tempo, cominciai a singhiozzare come farebbe un bambino, stringendomi il più che potevo fra le mie spalle dolenti. Un'ondata di pensieri negativi riempì la mia mente, come ad esempio; L'avrei sicuramente persa ed io non avrei mai accettato la sua morte, come lei la mia. E Clint? Che non avevo più visto da quel momento che ero riuscito a spingerlo via, era riuscito ad arrivare sano e salvo alla scialuppa? Perché il Capitano non m'aveva detto nulla di lui?

<< Le avevo promesso.. le avevo promesso che sarei andato a prenderla. >>

Sussurrai riaprendo a fatica gli occhi e fu proprio in quell'istante che vidi Clint arrivare nella mia direzione, per poi lasciarsi cadere di fianco a me mugugnando qualcosa dolorante anche lui.

<< Ah... che giornataccia. >>

Drizzai le orecchie per sentir meglio e sollevai di poco il capo per guardarlo, ma le lacrime che mi scendevano copiose sul volto e mi riempivano gli occhi me lo impedivano. Lui sicuramente si accorse di me e nel vedermi piangere si sollevò di poco, allungando una mano verso il mio volto. Percepì le sue carezze e me ne beai per un momento, cercandone altre e assecondandolo, strusciando il mio volto lentamente contro il palmo della sua mano come a voler ricercare calore e sopratutto sicurezza. Ero spaventato, tanto spaventato come quella volta che eravamo rimasti io e Wanda sotto ad un letto per tre giorni, attendendo che quella bomba scoppiasse. Ad ogni maceria che spostavamo, avevo timore che potesse accadere l'impensabile ed io la stringevo a me. Le dicevo che ce l'avremmo fatta, saremmo sopravvissuti almeno noi, ne ero più convinto.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 08, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

~ 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘮𝘪 𝘦𝘳𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘰 𝘴𝘧𝘶𝘨𝘨𝘪𝘵𝘰. ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora