Sono le quattro del mattino e tutto attorno a me è silenzio e tranquillità. La casa dorme.
Armeggio con alcuni cavi del computer per ripararlo, non ho altro da fare e se dormo vedo i miei demoni quindi no, non posso salire dalla mia adorata e dormire abbracciato a lei.
Ho paura di farla preoccupare o di attivare involontariamente l'armatura e rischiare di ucciderla come è già successo due giorni fa.
Ultimamente non sono in me, sono molto provato da questi continui attacchi di panico e soprattutto sono stanco.
Stanco di dover rischiare la vita ogni giorno, stanco di essere incolpato ogni volta che cerco di cambiare per rendere felice e tranquilla la persona che amo.
Ultimamente sono diventato molto più distaccato con la mia donna, forse perché ho paura di farle qualcosa di sbagliato quando gli attacchi di panico mi trasformano in un mostro disperato.
Un rumore vellutato e delicato mi fa alzare gli occhi e la vedo lì, alta, rossa, bellissima.
La mia Pepper in camicia da notte mi guarda truce con le braccia conserte, già degusto nella mia gola arsa dalla rabbia di non riuscire a fare qualcosa di giusto per una buona volta, la lunga ramanzina che mi rifila ogni volta che sbaglio.
-Perché?
Chiede.
-Cosa vuoi!
Sbotto io aggressivo. No, no, no, non deve andare così, non devo perdere subito le staffe. Non mia piace la situazione.
Gli occhi bellissimi e azzurri della mia fragolina si tingono di rimprovero e offesa, entra nel mio laboratorio e spazio vitale, avendo il coraggio di tirarmi uno schiaffo in faccia che mi merito.
Dio se merito cento di questi schiaffi se solo sapesse il pensiero vile che m'è balenato in mente e già sparito.
-Non usare questo tono con me Tony!
Abbasso il capo e inizio a stringere i pugni non appena la piccola e dolce bocca della mia Pepper si apre per vomitare addosso a me quelle parole dispregiative, scivolano come olio su tela sul mio corpo fino ad entrare nella testa.
Quando un'idea si ferma nella mente non puoi più ignorarla.
-Possibile che non hai ancora capito niente del mio discorso? Se continui così ti ucciderai e io non voglio che accada!
Io sì invece, perché so cosa si sta formando dentro di me ad ogni tua parola, ad ogni tuo movimento. Non deve andare così.
-Io...
-NO! TU NIENTE! DEVI SMETTERLA CON QUESTA STORIA DI FARE L'EROE, PERCHÉ COME PUOI PRETENDERE DI ESSERLO SE NON RIESCI NEPPURE A SALVARE TE STESSO?!
Ti prego vai, scappa, corri, fuggi lontano perché non hai idea di quello che si sta scatenando dentro di me. Pepper mia non starmi così vicino, non voglio, allontanati ti prego.
-Vattene, ti supplico.
Sussurro io al limite, il capo chino e le nocche bianche mentre stringo i denti talmente le mie unghie sono affondate nella pelle.
Ti sento sbuffare. No, no, no, non deve andare così. Non devi rimanere vicino a me. Perché non te ne vai? Ti ho avvisato, ma ancora un passo e giuro che impazzisco.
-Tony, non sei cambia...
Alzo di scatto la testa e quella collera dentro di me esplode tutta insieme e io non riesco più a trattenermi, non so come sono arrivato a questo ma la rabbia mi ha reso cieco.
-HO DETTO BASTA! STAI ZITTA E VATTENE!
E ti vedo, mia fragolina, in quei due secondi che mi separano dal mio lato oscuro, spaventata, ammutolita e già pronta ad indietreggiare.
E mi pento di vederti ancora lì, davanti a me ancora fiduciosa nonostante le parole che mi tiri addosso come fossero proiettili. Ma non volevo farlo, non era mia intenzione arrivare a tanto. Lo giuro.
Solo che i miei demoni sono crudeli, la rabbia è crudele.
Ti faccio cadere a terra e quasi non vedo i tuoi occhi terrorizzati per la rabbia. In un attimo sono sopra di te, ti blocco con il mio peso, seduto sul tuo piccolo stomaco.
Mi avvicino al tuo volto con la faccia deformata dalla crudeltà che mi opprime in un angolo e mi fa agire come una macchina assassina, come se l'uomo fosse diventato l'armatura.
-Io sto cercando di salvarmi e salvare tutti, ma tu mi remi sempre contro!
Ti vedo, o mia dolce Pepper, iniziare a piangere disperatamente, sei talmente spaventata da me che non hai il coraggio di divincolarti. Hai paura e ti capisco, anche io ce l'ho, paura di me.
-E questo mi fa andare fuori di testa!
Cerchi di spostare il viso per non guardarmi, inizi a muovere le gambe nella vana speranza di poter scappare, ma le mie mani sono subito attorno al tuo collo e stringono.
Sono incapace di controllarmi, giuro che non volevo arrivare fino a questo, alla fine hai tirato fuori il peggio di me.
Vedo i tuoi occhi imploranti e la tua bocca cerca di dirmi qualcosa, ma la tua voce arriva ovattata alle mie orecchie. Sento solo il mio cuore che accelera i battiti ogni secondo di più proporzionalmente alla forza che uso per cercare di spezzarti il collo. Io davvero pensavo di farti chiudere quella dolce e impertinente boccuccia?
Non sento però le ossa del tuo fragile collo spezzarsi sotto le mie falangi, sento solo la rabbia che si trasforma in pianto e mi libera del mio demone, liberandoti dalle mie mani.
Ti vedo ancora sotto di me, Pepper, che boccheggi nella disperata ricerca d'aria e piangi, piangi toccandoti il collo dove ti ho lasciato un unico segno rosso che ti marchia ingiustamente come vittima del mio delirio.
Mi alzo da te prima che la rabbia torni, barcollo fino alla scrivania e ci sbatto contro con la testa fra le mani.
Ti vedo fragolina; ti metti a sedere e lentamente prendi quel fiato che ti ho tolto senza volerlo davvero.
-Vai via.
Cerco invano di sparire per sempre, ma tutto quello che sento è la tua mano che incerta avvolge la mia. Alzo lo sguardo e ti vedo ancora tremante vicino a me, lo sguardo pieno di lacrime ma ancora speranzoso guarda il mostro in cui mi hai trasformato.
Una bolgia di istinti si accalcano dentro il mio cuore, ma improvvisamente sento il bisogno di sentirti mia, di farmi perdonare.
-Non ti merito fragolina, guarda che cosa ti ho fatto.
Singhiozzo tra il rimorso, accarezzandoti il collo con delicatezza e non indietreggi spaventata, anzi, ti fai toccare ancora da me e mi chiedo da dove proviene tutto il tuo coraggio e la tua fiducia nei miei confronti.
Ti ho irrimediabilmente tradito Pepper, ho osato alzare le mani contro di te pur di farti smettere e pensare quante volte avrei potuto farti male e invece sono riuscito a controllarmi.
Questa poteva essere una di quelle volte, ma la rabbia no, non accetta compromessi.
-Se non puoi salvarti allora lo farò io, ma promettimi che da ora in poi sarai sempre con me. Cuore e mente. Nessun demone.
Non posso meritarti, quelle bellissime parole non possono essere rivolte ad un essere come me, ad un violento senza perdono come me che si crede il dio di tutto e tutti.
Non ho demoni in questo momento che possono contrastare le tue intenzioni, sei troppo forte per me in quell'ambito.
Non posso fare altro che baciarti ancora e ancora, sentendo la tua pelle come carta pesta sotto le mie mani, tremi senza controllo anche se rispondi alle mie labbra.
Non opponi resistenza, non mi implori di lasciarti andare, sai infondo che sono ancora capace di farti del male e nonostante tutto sei ancora qua, stretta su di me.
Sei la persona più bella e unica del mondo piccola mia, non voglio più farti provare quello che hai provato oggi.
Ma c'è ancora quella parte indomita dentro la mia disperazione, quel desiderio di farti sentire appagata che al tempo stesso mi priva di farti sentire meglio.
Ti bacio il collo con aggressività e questa volta voglio tramutare la mia rabbia in amore, in sesso, nei nostri momenti intimi. Passo la lingua su quella linea rossa che contrasta con la tua pelle candida come il tuo carattere.
Mi spoglio dei miei vestiti e ti sento gemere di piacere quando allunghi una mano ad accarezzare il mio petto.
Piccola fragolina, mio splendido fiore di primavera, cancella questo errore dal mio spirito.
Ci abbracciamo nudi, tu ancora tremante perché so che una piccola parte di te ha paura delle mie mani, ma voglio riscattarmi Pepper.
Ti prendo in braccio e lentamente ti accarezzo i seni, ti riempio di carezze e delicatezza anche se all'apparenza posso sembrare rude quando faccio l'amore con te, ma io voglio farti sentire bene.
-Oh Pep, perdonami.
Il tuo magnifico sorriso finisce sulle mie labbra e con irruenza inizi a graffiare la mia schiena quando mi premo contro di te, attaccata al muro dietro la tua schiena.
Entro dentro di te senza aspettarti, perché è disperato il mio bisogno di sentirmi stretta attorno a me.
Tu urli. Un urlo dominato dal dolore e in piccola parte dal piacere e mi dispiace, ma in questo momento sono solo capace di farti del male e non di più, ma giuro che ti terrò sempre con me.
Spingo forte, sprofondo nel tuo corpo con voglia e mi soffermo a baciare i tuoi seni mentre segui il mio bacino con numerosi gemiti di lussuria.
Non ho tuttavia il coraggio di guardarti negli occhi, guardo il grigio a lato del tuo viso e ignoro i tuoi capelli di fuoco.
So che quando faccio così ti senti in soggezione, ma ho paura che i miei occhi siano ancora pregni dei miei demoni e possano farti cambiare idea.
Stringi i denti quando aumento il ritmo per sentire più piacere, imprimi le tue unghie nella mia pelle per trattenerti dal non urlare.
E mi dispiace amore mio, mi dispiace tanto.
Ti porto in camera da letto, poggiandoti sul nostro materasso grande e morbido, ospite delle nostre notti di passione.
Con due dita inizio a sfregare contro il tuo clitoride, in modo circolare, sentendoti stringere ancora di più attorno a me mentre con un ultimo urlo vieni assieme a me.
Mi accascio al tuo fianco, il tuo capo sul mio petto mentre mi accarezzi i graffi brucianti che mi hai lasciato, ma niente brucia di più del sapere cosa ti ho fatto.
E quando ti abbandoni al sonno tormentato dal ricordo di questa notte io allungo una mano verso il comodino e apro il cassetto, tirando fuori quella pillola.
Sarà straziante per te lo so, ma non posso vedere il tuo sguardo mezzo impaurito quando mi guarderai nei prossimi giorni.
È sbagliato lo so, ma non puoi salvarmi, anche se non ti ho promesso di stare sempre con te perché so che un giorno arriverà qualcosa a dividerci.
Voglio lasciarti i ricordi dei miei baci su di te.
Così raggiungo le tue labbra e le bacio piano, quasi non riesco a staccarmi da te che dormi ancora ingenua di cosa ti aspetterà al risveglio.
Non sarà una bella giornata domani Pepper, mi dispiace.
Con mani tremanti infilo la pillola nella mia bocca e senza farmi attaccare dai ripensamenti la ingoio, stringendoti tra le braccia finché non chiudo gli occhi.
Non ho nessun demone piccola, nessuno finché starò lontano da te.
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||No Demons||
Short StoryNon si può sfuggire dalla vita, non si può. I demoni sotto la superficie camminano impazienti di attaccare il loro proprietario, si nascondono nella brutale attesa di strappare la pelle di chi li ha rinchiusi nel proprio cuore per troppi anni. È tem...