Capitolo 4

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GABE.

Attieniti al piano, attieniti al piano...continuo a ripetermi questa frase, mentre lo guardo scappare via da me.

Merda, non doveva andare così, non dovevo lasciarmi sopraffare dalle emozioni.

Alla parola emozioni, una strana sensazione mi stringe il cuore...che cazzo è?

Quando Albert mi ha fatto vedere la sua foto, avrei dovuto lasciare stare tutto, avrei dovuto mandare tutto a puttane, invece no! Sono uno stupido testa di cazzo.

Mi alzo dal letto e mi rivesto mettendomi solo i pantaloni del pigiama, poi vado nello studio chiamando subito il mio socio ed amico Pret.

<<Gabe, tutto bene?>> Risponde subito.

<<No Pret, ho sbagliato tutto.>>

<<Ti avevo avvertito...non dovevi andare avanti con il tuo piano, dovevi lasciarlo stare non appena hai visto la foto.>> Dice.

<<Lo so, lo so. Ma non ci sono riuscito, anche ora ho una voglia matta di rincorrerlo e riportarlo a casa mia.>>

<<Perché? È andato via?>> Chiede.

<<Certo che se ne è andato, l'ho trattato come tutti gli altri.>> Rispondo nervoso.

<<Non so cosa dirti. Sinceramente non hai mai avuto intoppi nei tuoi piani, hai sempre fatto tutto senza preoccuparti mai di nessuno. Cerca solo di stare attento, parlane con Albert, senti che ti dice lui.>> Mi consiglia Pret.

<<Ok. Ascolta, procurami il suo numero di cellulare, e sbriga tu la visione degli spot...non l'ho nemmeno guardati. Scegline uno, quello più idoneo e manda il primo pagamento alla loro agenzia.>>

<<Sarà fatto.>> Risponde chiudendo la conversazione.

Apro il mobiletto dei liquori, mi verso un generoso bicchiere di whisky e me ne torno in stanza gustandomelo sdraiato a letto.

Mentre sorseggio il liquido ambrato, il ricordo va ad Alvin, al suo viso innocente, alla sua voce che tanto mi manca e a tutto quello che ho passato dopo la sua morte.

Chissà cosa penserebbe di quello che sto facendo, chissà se lui cercherebbe la vendetta come la sto cercando io.

Il sonno arriva tardi e la mattina mi sveglio in preda ad un malessere fisico e mentale.

Mi trascino in ufficio come uno zombie, e marcio dritto fino alla mia scrivania, sotto lo sguardo attonito di tutte le persone che mi passano vicino.

Sally entra piano nel mio ufficio e chiede: <<Trovato niente per la conquista del tuo lui?>>

<<No, niente. Chiama Pret e fatti dare il numero che gli ho chiesto e fatti dire se ha contattato la Fashion Post per gli spot televisivi.>> Chiedo non alzando nemmeno lo sguardo dal mio computer portatile.

Dopo appena due minuti rientra porgendomi un foglio con il numero di Erick, e dicendo: <<Il pagamento è stato fatto. Dice che questo pomeriggio si incontrerà con loro per comunicare la scelta dello spot.>>

<<Bene. È tutto, puoi andare.>>

Elaboro velocemente un piano, ed afferro il telefono componendo il numero di Erick.

<<Sì?>> Risponde.

La sua voce è calda, sembra sereno.

<<Erick, ciao sono Gabe!>>

Le urla del passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora