Capitolo 1

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Sono emozionatissima.
Emozionatissima è dire poco, sono super euforica. Perché? Il ragazzo di cui mi sono perdutamente innamorata quasi 5 anni fa, mi ha chiesto di uscire e ha mostrato finalmente degli interessi nei miei confronti. È la cosa più bella che mi sia successa da quando sono arrivata a Seattle. Prima vivevo con i miei genitori a Fresno, in California. Quella città occuperà sempre un posto nel mio cuore, purtroppo non in senso positivo. In senso negativo. Molto negativo direi. Nella casa dove abitavo c'era una stanza che rimarrà sempre nei miei pensieri: la stanza delle torture. I miei erano dei pazzi drogati e ogni volta che facevo qualcosa contro la loro volontà mi portavano in quella stanza, e mi picchiavano, forte. Io cercavo di urlare per chiedere aiuto ma loro mi minacciavano: se io osavo dire a qualcuno quello che mi facevano, loro mi avrebbero ucciso proprio in quella stanza.
Ma il 13 novembre 2011 qualcosa dentro di me si svegliò, e quel qualcosa mi diceva di combattere, combattere per la mia libertà. Così dopo una giornata piena di torture e aggressioni, alle 2:13 di notte scappai, andai alla centrale di polizia e mostrai ai poliziotti i lividi che avevo nel corpo. Da quel giorno non rividi più i miei genitori. Andai a vivere a Seattle dai miei due zii Christina e Mark, che presero la mia tutela.  Sono passati 5 anni e ogni volta che penso a quei sgradevoli ricordi mi vengono i brividi.
Ma ora non pensiamo a questo! Pensiamo piuttosto a come dovrei vestirmi per l'appuntamento con Zack, visto che non ne ho la minima idea. Non sono molto brava per quanto riguarda la moda. Così decido di chiamare il mio migliore amico Matteo e di andare con lui al centro commerciale.
<<Ehi piccolo, pizza e centro commerciale, tra 30 minuti? >>
<<Ciao, piccola. Va bene, paghi tu la pizza?>> Piccolo e piccola erano i nostri soprannomi. Alcuni ci scambiano per fidanzati, ma non è assolutamente vero. Lui è l'unico che mi sia rimasto accanto durante il periodo più brutto della mia vita. Anche lui viveva a Fresno; sapeva tutto quello che i miei genitori mi facevano e io lo pregavo affinché non dicesse niente a nessuno. Dopo 3 settimane dal mio trasferimento a Seattle me lo ritrovai sullo zerbino di casa con un mazzo di fiori in mano. Matteo lo considero un dono che mi ha fatto Dio e rimarrò sempre al suo fianco. Come amica ovviamente. <<Si, si. Tranquillo.>> Quanto é spilorcio... Metto dei jeans, una maglietta bianca con una scritta nera, le mie amate vans e esco.

Un amore senza fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora