La fine non è che l'inizio

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Sul bordo di un tavolo di legno ciondolava il capo ormai pesante. Lunghi capelli ricci dai riflessi biondi si macchiavano di sangue con lo stesso ritmo di un orologio. C'era silenzio ma il silenzio è un tesoro vuoto se sulle retine di due occhi vi è disegnato l'urlo terrificante di chi muore con le mani legate. Azzurri,quasi di ghiaccio, oramai erano due pietre grigie incastonate in una bambola senza vita. Il collo, straziato da un taglio profondo aveva gli stessi colori di una maschera africana. Quel rosso, che fino ad un attimo prima quasi schizzava via, era un flusso ormai inesistente... Seguiva con un gioco di linee curve la pelle bianca della vittima e per l'ultima volta la salutava. Un rumore di attrito fra due ferri ruppe improvvisamente il silenzio. La lama si conficcò sulla fronte, creando un secondo rumore, un suono viscido, di carne che si spappola.

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