Le gocce scendevano così flemmatiche trasformando la solita San Francisco soleggiata in una versione così cupa e buia, un pò malinconica.
I corridoi della Sullivan High School pullulavano di studenti nervosi. Urla provenienti da ogni armadietto, inni protestanti pieni di ira alle mie spalle, la situazione stava degenerando.
Le luci erano completamente spente, i riscaldamenti rotti e l'immagine di "scuola perfetta" durante la notte era stata distrutta.
Probabilmente qualcuno si era intrufolato durante la notte tagliando tutti i fili per marinare scuola. Un genio
Camminai velocemente, cercando di non bagnarmi, verso lo Yang intravedendo Niall dai vetri.
Indossava una camicia blu, dei pantaloni beige e i soliti mocassini. Il suo ciuffo biondo era perfettamente sistemato all'indietro, la testa china sul notebook bianco e lo sguardo attento sulle sue dita.
Oltrepassata la porta subito i suoi occhi cristallini si poggiarono su di me felicemente. Aveva un aria un pò goffa tenendo la mano nascosta dietro la sedia,ed uno sguardo furbo seguiva ogni mio movimento.
"Tanti auguri Hope!"
"Perchè?"
Una volta sistemata al mio posto una scatolina quadrata di velluto scivolò sul tavolo raggiungendomi. La analizzai sorpresa e lo guardai con un sorriso di gratitudine.
Niall amava comprare cose strambe. Ogni volta che trovava qualche oggetto che, con stupidi ragionamenti lo collegava a me, finiva poi per comprarlo.
Al mio 15esimo compleanno mi regalò una rana perchè sosteneva che avessimo lo stesso sguardo e quando la vide nel negozio diceva che "sussurrava" il mio nome.
"Oggi è la festa dei coglioni, quindi ho ben pensato di farti un regalo"
Ruotai gli occhi al cielo ignorando la sua affermazione.
La aprii esitante e vi trovai un medaglione verde con una piccola "H" incisa sopra. Molto particolare, dai gusti raffinati.
"Ti piace? Verde, proprio il colore della speranza"
Poggiava i gomiti sul tavolo sporgendosi per analizzare la mia espressione facciale.
"Sei sicuro di essere in te? Pensavo di ritrovarmi un'altro biglietto per fare un giro su un elefante"
Mi lanciò un'occhiataccia e mise il broncio facendomi ridacchiare.
"Quindi il verde è il mio colore?"
"Esatto"
"Ma io preferisco il blu!"
Sbuffò esausto dal mio prenderlo in giro ed ordinò due caffè ignorandomi.
"Hai visto i nuov..."
Il cigolio della porta interruppe Niall ed era abbastanza strano poichè il quel quartiere non veniva mai nessuno eccetto noi e qualche anziano che abitava nelle vicinanze.
Mi voltai ed analizzai il ragazzo sconosciuto vicino il bancone.
Pelle ambrata, lineamenti molto evidenti e un pò rozzi. Indossava abiti italiani, si intuiva subito dal taglio e dal modo in cui scendevano su di lui. Il suo grande ciuffo scuro vagava liberamente sulla sua testa rendendolo molto affascinate.
"Hope" un sussurro mi fece voltare con una faccia interrogativa sul mio volto.
"Qualcuno ha preso la Rumor House!"
Affermò la frase in modo ovvio, ma non capivo il continuo di essa. La Rumor House era un pò come la casa di American Horror Story, inquietante.
Non avevano mai trovato un acquirente ma ora dopo 10 anni, qualcuno aveva messo la paura da parte e si era deciso a prenderla.
"Quel marrocchino lì sarà sicuramente nuovo. Poi guarda che tipo strano, è proprio uno da Rumor House!""Sono inglese!" Una voce profonda ma allo stesso tempo dolce, parlò alle mie spalle facendo impallidire il mio amico.
"Bella collana, dove l'hai trovata?"
Si sedette con Nonchalance affianco a me e cominciò ad analizzare ogni angolo del mio regalo con attenzione, persino lo scatolino.
Potei osservare meglio il suo viso, la leggera barbetta che gli contornava le labbra rosee, le ciglia lunghe degli occhi marroni e il piercing all'orecchio.
"Gliel'ho regalata io!" Niall si vantò rispondendo al mio posto.
"Non parlavo con te"
Nascosi il viso dietro la tazza, evitando di scoppiare a ridere per la faccia di Niall, e non appena lo sconosciuto si voltò verso di me, feci finta i star osservando la finestra per l'imbarazzo.
Era davvero un ragazzo intrigante, aveva un aria così diversa da San Francisco. Il suo accento inglese, i suoi abiti, i modi di fare.
Si alzò dalla sedia controllando continuamente l'orologio, sembrava impaurito. Mi rivolse un sorriso per poi girarsi verso il mio amico che teneva le braccia incrociate al petto.
"Si chiama Villa Styles ora"
Raggiunse la porta lasciandoci confusi. Il tonfo della chiusura di quest'ultima aumentò le nostre perplessità. Era una porta molto rigida e fastidiosa, a malapena si chiudeva.
"Quindi è abitata e lui sarebbe uno Styles?"
"Suppongo di si..."
Scrollò le spalle mentre io rimasi coi miei pensieri.
Styles Styles Styles.
Sembrava il nome di una famiglia ricca e data la tariffa della Rumors House di sicuro non erano poveri. Ma fra le tante ville di San Francisco perchè proprio quella? Perchè quel quartiere?
Condussi nuovamente la tazza fino alle mie labbra leggermente screpolate ed osservai la pioggia rilassarsi dolcemente.
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"Sicura di non voler venire?"
Niall mi stava trattenendo fuori la porta da più di un ora, cominciava ad essere insopportabile.
"Sicura che non vuoi che resti?"
Sbuffai per le sue continue preoccupazioni.
"Sono sicurissima e felicissima. Vai alla festa e divertiti, starò bene!"
Mi guardò un pò esitante ma si arrese lasciandomi un bacio sulla guancia e proseguendo per la sua strada.
Era preoccupato di lasciarmi sola a casa nonostante avessi 18 anni. I miei genitori quella sera erano ad una conferenza , ma in loro assenza Niall li sostituiva ed era addirittura più premuroso.
Chiusi la porta alle mie spalle, mi tolsi le scarpe infilando le pantofole e mi diressi in cucina.
Erano circa le 9 di sera, avevamo passato il pomeriggio da lui con una maratona di Harry Potter interrotta però da una chiamata di Chris. I nuovi ragazzi Styles arrivati in città avevano organizzato una festa alla quale decisi però di non partecipare.
Quella villa mi inquietava fin troppo per metterci piede dentro, e dopo lo strano incontro di quella mattina mi ero promessa di stare alla larga dagli Styles.
Mi preparai una cioccolata calda e andai in veranda per gustarmi quel lieve venticello.
Rimasi per un bel pò ad osservare l'oscurità della notte finchè non riuscii a placare le mie ansie e zittire i miei pensieri.
Tutto assunse una forma più lieve e magica, ma prima che diventasse anche un pò sfumata vidi una strana presenza tra i cespugli.
Non ebbi tempo di preoccuparmi di ciò poichè caddi in un lungo sonno abbandonando la mia coscienza che dormiente mi rivelò il verde dei suoi occhi.
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Green Eyes » H.S.
Fanfiction"Non ti cerco, ma sei tu che vieni a me, come un'anima perduta in un corpo che l'ama segretamente. E anche se non lo sai, sei tu quest'anima che strugge la mia." -Green Eyes. 22.05.16