Starlight- La luce delle stelle.

Parte 1 . Pazzia.

Pazzia

Qual è il vero significato della parola "pazzia"? Come può una persona essere definita ed autodefinirsi pazza?

Da cosa si evince la pazzia? E cosa nell'essere umano la scatena?

In un primo caso per molti uomini, non è altro che un'alterazione delle facoltà mentali che si manifesta dopo qualche anno di vita. Semplicemente è una parte di noi, da cui non possiamo scinderci mai e poi mai e con cui dobbiamo imparare a convivere. In un secondo caso invece, può essere scatenata da un evento traumatico, uno shock talmente grande, da annullare completamente ogni singola briciola di razionalità presente nell'uomo. La ragione viene abbandonata, non si ha più bisogno di lei, perché niente ha più senso. E in un mondo in cui niente è al suo posto, un mondo in cui l'ordine ha smesso di regnare, cedendo, stanco e affaticato, il suo posto al completo e totale caos, ogni limite tracciato dalla ragione viene oltrepassato; tutti i muri vengono abbattuti e ogni regola viene infranta.

Arya Baxter faceva parte della seconda categoria. I dottori dicevano che, la sua pazzia era stata causata della perdita repentina del fratello avvenuta sei anni prima.

Dicono che quando  una persona se ne va lascia sempre un piccolo frammento di sé sulla Terra, in modo da poter instaurare un piccolo, ma duraturo, legame con essa. A volte, invece, donano questo loro piccolo pezzo ad una persona cara, per fare in modo di non abbandonarla mai, per fargli sapere che ci saranno sempre.

Arya arrivò al punto di non sapere se crederci o meno. Per lei era tutto così confuso... Aveva lottato tanto e con tutte le sue forze, aveva cercato delle prove, aveva cercato di dimostrare a chi non le credeva che aveva ragione, ma invano. Tutto ciò che aveva fatto non era servito a niente, anzi aveva solo peggiorato la sua già abbastanza delicata situazione. Di solito quando tra due gemelli ne muore uno, anche una parte dell'altro se ne va via.

È una cosa che si sente dentro. Una metà del cuore va in frantumi e non c'è modo di rimettere insieme i pezzi.

Eppure lei  sentiva di non aver perso quella parte di sé, era una sensazione che non aveva mai provato, anzi riusciva ad avvertirla ancora al suo interno, nonostante il fatto che, di suo fratello non vi fosse più alcuna traccia. Ed è per questo che le avevano diagnosticato la pazzia: era arrivata al punto di non avere più alcuna arma a sua disposizione, così all'età di quindici anni, era scappata di casa per andare nel luogo in cui suo fratello era scomparso.

Non trovò niente.; nemmeno un piccolo segno o qualcosa che potesse darle una piccola speranza.

Fu allora che capì ed accettò la pura e chiara verità: aveva ceduto alla dolce e confortante tentazione di arrendersi. E insieme alla sua resa era arrivata anche la pace: Sky non c'era più, se n'era andato e aveva portato con sé la salute mentale di sua sorella.  E nello stesso anno Arya venne rinchiusa in un ospedale psichiatrico, non molto lontano da casa, in modo che i suoi familiari potessero andare a trovarla facilmente.

Il giorno in cui compì diciassette anni vennero a trovarla i suoi genitori e i suoi fratelli maggiori. Non si aspettava la visita di qualche altro suo parente o amico; dal momento della sua diagnosi erano spariti tutti. Tanto meglio, meno seccature da affrontare.

Sua madre le aveva portato una piccola torta fatta in casa, suo padre e i suoi fratelli le avevano regalato dei vestiti nuovi; tutti pensieri davvero carini... ma lei non aveva proprio voglia di festeggiare. Odiava il suo compleanno più di tutti gli altri giorni. Sapeva già che lui non c'era più, non aveva bisogno di un giorno speciale che glielo ricordasse. Non se la sentì però di deluderli, erano stati così dolci: diede la torta alle infermiere, promettendo alla madre che l'avrebbe mangiata nel pomeriggio e indossò i vestiti nuovi. Per cinque minuti si sentì quasi una persona normale stando insieme alla sua famiglia, ma poi successe quello che succedeva ogni santa volta: l'orario di visita finì, loro andarono via e Arya sprofondò nuovamente nel baratro della sua follia.