sei un lurido bastardo

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Dopo poco sento una porta aprirsi a subito dopo chiudersi.
-Allora ci vuoi dire dove siamo??-

-calma bambola tra poco lo scoprirai- mi dice mettendomi giù.

Finalmente era ora! Sto per togliermi la benda ma le mie mani vengono legate. Quando finalmente il preside mi leva la benda sono in un sgabuzzino legata ad un termosifone.

-perché mi ha legata?-chiedo preoccupata.

-perché così mi diverto di più-ride a dei brividi di terrore mi attraversano la schiena. Perché mi sono cacciata in questo guaio??

'PERCHÉ  SEI UNA STUPIDA'  grazie vocina che complimenti che mi fai.

- Allora sei pronta??-
-NO, non ho intenzione di essere il tuo giocattolo!! Lasciami andare o dirò tutto!-

Lui ride come se avessi detto qualcosa di male. Ma che cazzo!

-e a chi vorresti dirlo al preside? Ops sono io il preside-

Cazzo me ne ero dimenticata, lui è il preside e io sono fottuta!

Mi strappa di dosso i pantaloni e io inizio ad urlare.

-lasciami!!- cerco di liberarmi, ma ha stretto così forte la corda nei miei polsi che più mi dimeno più la corda stringe e solo a quel punto penso veramente che sono finita.

Mi lascio a lui, non posso fare altrimenti. Senza dire o fare altro abbassò lo sguardo e chiuso gli occhi. Non voglio vedere nulla di quello che farà.

Sento le mutande strapparsi e la sua lingua giocare con il clitoride.
Tra i singhiozzi inizio a gemere, anche se io non voglio il mio corpo chiede sempre di più. Fin quando ad un certo punto con una spinta violenta entra dentro di me.

-sei tutta bagnata!- dice tra l'eccitazione e la goduria.

Continua a spingere sempre più forte e sempre più velocemente, fin quando non arriviamo al culmine entrambi. Solo dopo quando sento qualcosa di caldo dentro di me riesco a reagire. Con i piedi lo spingo via.

-sei un lurido bastardo!- gli urlo. -il preservativo?- continuo ormai incazzata nera.

Lui in tutta risposta mi prende il viso e mi bacia.
-Non l'ho usato!- continua a ridere.

-di diverti ad usare le ragazze in questo modo?- dico tirando fuori la unghie e lui mi dirà una sberla nel culo.

-non  rivolgerti a me così. Tu sei il mio giocattolo! È i giocattoli non parlano-dice severo.

-sei un bastardo- dico convinta, ma un'altra pacca sul sedere mi arriva più forte di prima.

- facciamo così bambola. Ogni giorno alla fine delle lezioni tu verrai in questo sgabuzzino, ti spoglierai e mi aspetterai.- dice guardandomi negli occhi. Poi continua -solo quando troverai la persona che ti amerà sul serio, sarai libera. E a quel punto di lascerò andare.- dice leccandosi i baffi, quasi sapesse che non troverò tanto presto l'uomo che si innamorerà di me.

-Ah non dovrai dire a nessuno di quello che è successo, sono pur sempre il preside. Pensi che qualcuno crederà a una ragazza di 18 anni?-

Non posso fare altro che accettare, in fondo mi sono messa io nei casini.

'INSOMMA, REAGISCI RIBELLATI ! PROVA AD ARRIVARE AD UN ALTRO COMPROMESSO' sempra facile vocina..

'DEVI ESSERE CONVINCENTE E FAR CAPIRE CHE NON TI FAI METTERE UN PIEDI IN TESTA DA NESSUNO! NEMMENO DA LUI' va bene, in fondo io sono così..nessuno mi può dire cosa fare i non fare.

-no, non ci sto! Non mi lascierò sfruttare da te- dico convinta

- non hai altra scelta, in questo momento dirigo io il gioco, tu sei solo una pedina...pensi che non mi crederanno i tuoi genitori se dovessi che ti ho beccato in una classe con un tuo compagno?- ride, è uno stronzo.

-perché?- riesco a chiedere tra le lacrime.

-perché cosa?- mi chiede perplesso.

-perché mi fai questo. Là fuori ci sono ragazze della tua età che sarebbero disposte a vendere la casa pur di venire a letto con te. E tu invece ti perdi via con una ragazzina come me?? Perché?- chiedo ormai esausta.

Lui non risponde, prende da un armadio un paio di pantaloni da donna e me li infila e poi mi slega.

-ora vai. Ci vediamo domani.- dice,ma si vede che è triste.

A quel punto, punto i piedi per terra e non mi muovo.

-voglio una spiegazione- dico incrociando le braccia al petto. - perchè un minuto prima sei u  lurido bastardo e un minuto dopo sei così - lo indico e lui mi guarda perplesso.

-così come?-

-così indifeso, come se volessi spiegare tutto, ma qualcosa di trattiene- dico guardandolo dritto negli occhi  È lui arrosisce di poco. Forse ci ho azzeccato.

- non è che mi trattiene qualcosa, è che non sono cazzo tuoi!- mi dice serio.

Ed ecco lo stronzo! Sarà lunatico quando vuoi, ma nasconde qualcosa e io prima o poi lo scoprirò!!

-Allora a domani- sbuffo ed esco da quello sgabuzzino lasciandolo da solo.

Devo pensare a come fare per scoprire cosa nasconde.

Con questo pensiero mi incammino a casa, ma per strada incontro Nathan.

-ehi Jessy, ho la partita vuoi venire a vederla??- mi chiede.
Non ne ho voglia, ma forse mi distraggo un po'.

Senza rispondergli chiamo la mamma.
-dove cazzo dei finita!-mi urla contro.

-sento non alzare il tono con me. Volevo avvisarti che non torno a casa-

-NO! Adesso tu torni a casa. Devo fare la pulizie .-Continua ad urlare. La odio!

-Non ci penso proprio.- dico riattacando.

Mi rivolgo a Nathan.
-Bene,fammi strada.- vado i suoi occhi illuminarsi e assumere un colore più chiaro. Sono bellissimi.

-bene allora seguimi.- si incammina a io al suo fianco.

SPAZIO AUTRICE

Ed eccomi qua con un altro capitolo. Scusate se non ho continuato prima, ma pensavo che la storia non piacesse.

Fatemi sapere cosa ne pensate e mi raccomando 🌟🌟🌟 se vi è piacuto il capitolo 😊 alla prossima

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 13, 2016 ⏰

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