Più il tempo passava più il mio amore per lei cresceva. E anche il suo amore dava segni di vita, ma lei per paura/vergogna cercava, inutilmente, di nasconderlo. Lei stava dimenticando quel tipo e cominciava ad aprirsi con me, questo mi dava molto sollievo e mi sentivo bene. Con lei avevo trovato la felicità, con lei ho sorriso, soprattutto conoscendo la mia vita di merda. Con me la vita è sempre stata crudele ho perso tutto e tutti e ho sempre sperato che lei sarebbe rimasta perché avevo davvero bisogno di lei. HO, davvero bisogno di lei. Le settimane passavano felicemente e io ormai ero cotto fino all'osso. Io vedevo tutto il suo amore, ma lei continuava a legare. Cosi decisi di fare di tutto per farle dire "ti amo". Passai un mese accanto a lei ad amarla. Un giorno mi innervosii e le dissi che doveva spegnere il cervello e ascoltare cosa diceva il suo cuore, perché io lo sentivo urlare a squarcia gola cosa provava e mi faceva star male sentirlo gridare. "Ti amo ok? Ti amo. Ma non voglio soffrire." Disse lei. Ero cosi felice, mi sentivo in paradiso, finalmente aveva ascoltato il suo cuore e anche lei adesso sorrideva davvero. Non ci siamo mai chiamati per nome, anzi, guai se ci chiamavamo per nome, era una tragedia. Io la chiamavo sempre amore, cucciola, patatina, piccola, bimba, dolcezza, regina, principessa, vita, bambolina, cucciolotta. Lei lo stesso, ma preferiva uno in particolare come nomignolo: Bimbo. Ogni giorno fin dall'inizio mi chiamava così. Bimbo, bimbo, bimbo e bimbo. Ero il suo bimbo anche avendo quasi tre anni in più rispetto a lei. Ma l'amore non ha età e una cosa che le ho sempre detto è "gli altri ti vedono come una bambina, anche io, ma tu sei la MIA bambina e ti cresco io". Sarà anche una frase fatta, ma coglieva in pieno il mio pensiero. Lei era mia. E lo sarà per sempre. Il mese di agosto stava finendo, precisamente era il 27 agosto. Erano ormai 79 giorni che ci conoscevamo, il tempo era volato, come il nostro amore, che ha spiccato il volo, la madre le vietava ancora di vedermi. Mi sentivo ingrato, mi sembrava di non ringraziarla abbastanza, lei mi aveva migliorato la vita. Cosi decisi di farle un regalo magnifico e pieno di significato, ma questa, ovviamente, è un altra storia.