Le frasi in corsivo alla fine fanno parte del testo della canzone
Il tragitto verso casa sembrava durare un'eternità, eppure secondo la legge del viaggiatore - nome originale a detta di suo padre - il ritorno dura sempre meno dell'andata. Forse per la maggior parte delle persone questa teoria risulta essere vera ma di certo Kim Jongdae, ragazzo maggiorenne da soli pochi giorni, non rientrava tra queste.
Tornare a Daejeon, sua città di origine, significava per lui dover riprendere a vivere secondo la solita noiosissima routine quotidiana fatta di scuola, club di canto, studio, e nottate dall'inizio decisamente troppo precoce per i suoi canoni. "Se vai a dormire tardi come pensi di svegliarti e trascorrere la giornata con la giusta energia? Non ci riusciresti, ecco come, quindi ora fila a letto." ripeteva sempre sua madre, costringendo il povero ragazzo a rintanarsi sotto le coperte quando il sole era appena calato.
Riabituarsi alla monotona vita di tutti i giorni richiedeva per lui così tanto impegno da rischiare l'annegamento tra stress e nervosismo. L'unica cosa che - seppur in minima parte - riusciva a tirarlo su di morale era che questo sarebbe stato in assoluto l'ultimo anno passato in quella scuola per snob e figli di papà, come la definiva. Anche lui veniva da una famiglia benestante - per non dire ricca sfondata - ciononostante evitava in tutti modi di far trapelare questa sua "fortuna", se così possa essere definita, al contrario dei suoi compagni di classe che non sprecavano un occasione per vantarsi del proficuo lavoro dei loro genitori.
Jongdae scacciò via quei pensieri che stimolavano in lui solo rabbia e voglia di prendere a cazzotti i faccini perfetti dei compagni, rimpiazzandoli con le immagini del villaggio nel quale era stato turista per due settimane assieme alla sua famiglia e Park Cho-Hee, sua amica sin dalla tenera età di otto anni.
Il loro primo incontro risaliva ad una domenica di Aprile, dieci anni fa. L'arrivo della primavera non era di certo passato inosservato vista la fioritura dei numerosi alberi di ciliegio presenti nel parco dove erano soliti andare il piccolo Jongdae e sua madre nei giorni in cui quest'ultima non lavorava, trasformando quel luogo in un piccolo e rosa paradiso terrestre. Come ogni domenica la signora Kim prendeva posto alla panchina ormai definibile "sua"; l'accurata scelta ricadeva sempre sulla stessa perché, data la posizione ottimale, riusciva a controllare ogni minimo movimento del figlio impegnato a giocare nel cortile.
Se la signora Kim sceglieva sempre la stessa seduta, allo stesso modo Jongdae sceglieva sempre la stessa altalena. Questa, oltre ad essere la meno rovinata perché costruita recentemente, era anche l'unica posta sotto al più alto albero di ciliegio, quello che regnava con la sua maestosità sull'intero parco. Jongdae adorava dondolarsi lì perché, oltre a sentirsi estremamente libero e capace di far qualsiasi cosa, si riteneva in qualche modo protetto da quei lunghi rami che andavano a coprire il grosso dondolo. E poi i petali che, cadendo, andavano a solleticargli la pelle, avrebbe voluto percepire quella soave sensazione per sempre.
Quel giorno però qualcosa - o meglio dire - qualcuno, aveva involontariamente modificato i piani del bambino e frantumato la targhetta con la scritta "Appartenente a Kim Jongdae." attaccata ad un pilastro dell'altalena che, seppur immaginaria, tutti sembravano esserne a conoscenza.
Tutti tranne lei.
Una bambina dai corti capelli neri, il viso leggermente tondeggiante e un vestitino azzurro che si alzava - senza lasciar vedere nulla - ogni qualvolta prendeva velocità, stava ora sorridendo mentre dondolava sull'altalena, sulla sua altalena.
La bocca di Jongdae si contorse in una smorfia di fastidio quando la vide, chi osava appoggiare il didietro in quel pezzo di gomma appartenente fino ad ora solo ed esclusivamente a lui? C'erano molte altre altalene di cui usufruire, perché quella bambina mai vista prima avrebbe dovuto scegliere proprio quella?
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Without You ⇢ Kim Jongdae
Fanfiction〖oneshot〗 ❝Ho bisogno del tuo calore Non avevi detto che sarebbe andato tutto bene? Ho bisogno di te, ho bisogno di te Afferra la mia mano e disegna un cerchio Questo è quanto abbiamo condiviso insieme❞ ─ Without you :: Nct u All rights reserved...