-Volete davvero farlo? Siete ancora in tempo per tirarvi indietro, se non ve la sentite-
-No, Mira. È da troppo tempo che quel fantasma, o qualunque cosa sia, non ci lascia in pace. Vogliamo sapere perché ci perseguita e chi è-disse risolutiva Evergreen
-Per questo appena abbiamo saputo del tuo dono ci siamo rivolti a te-aggiunse Freed
-Posso parlare con i morti, sentire il loro dolore...a volte le persone mi chiedono di contattare i loro parenti defunti. Vi sembra ancora un dono?-chiese Mira a Evergreen, Freed e Bixlow. Quelli si limitarono a tenere lo sguardo sul tavolo attorno a cui erano seduti, imbarazzati
-Per cominciare...avete qualcosa con cui il fantasma è sicuramente entrato in contatto? Che so, un oggetto che ha fatto cadere o che ha spostato-alle parole dell'albina Evergreen andò in cucina a prendere una grossa pentola
-Stavo cucinando quando per poco non mi si è rovesciata addosso mentre era piena d'acqua bollente. Eppure l'avevo messa bene sul fuoco-
-Un tipo aggressivo-commentò Mira prima di prendere la pentola e poggiarla al centro del tavolo. Dopodiché strinse le mani dei tre ragazzi, che ormai erano più tesi di una corda di violino
-Oh, spirito, tu che perseguiti questi tre poveri ragazzi, tu che giochi con i loro oggetti, tu che li tormenti! Ti chiedo di farti vedere!-davanti aI quattro apparve una figura semi-trasparente. Era un ragazzo alto, biondo, con un pesante cappotto di pelliccia che arrivava fino ai piedi. Attorno alla testa aveva un bizzarro paio di cuffie che terminavano con due spuntoni
-Che cosa vogliono quattro mocciosi come voi da me?-
-Sei tu che ce l'hai con noi! Lasciaci in pace!-esclamò Bixlow
-Dovrò pur ammazzare il tempo in qualche modo, no? L'eternità è così noiosa-
-Vai a divertirti da qualche altra parte, il più lontano possibile da casa nostra-
-Che c'è, mocciosa? Non sono abbastanza simpatico? Oh, aspetta...è vero, tu sei quella con quel fidanzato strano, quello che parla sempre di un vero uomo...Elfman, se non sbaglio-Evergreen guardò stupita Mira in cerca di spiegazioni
-Evidentemente vi ha visti-
-Sei tu quella che mi ha evocato?-chiese il fantasma all'albina
-Sono io, spirito. E ti chiedo di lasciare in pace questi ragazzi, dopotutto non ti hanno fatto nulla di male-
-Intanto non chiamarmi "spirito". Un nome ce l'ho-
-E qual'è?-
-Laxus-il nome lascio l'albina in silenzio, stupefatta
-Laxus...Laxus Dreyar?-
-Cosa t'importa?-
-Sono la figlia di Martha-questa volta fu il fantasma a rimanere in silenzio, prima di scomparire nel nulla
-Cos'è successo, Mira? Perché se n'è andato?-chiese Freed alla ragazza
-Ho perso il contatto. Ma non tornerà, potete stare tranquilli-
-Lui e tua madre si conoscevano?-Mirajane prese un respiro profondo e raccontò la storia.
Sua madre, Martha Strauss, era una medium. Un giorno un vecchietto venne da lei per chiedergli di parlare col nipote, morto in un incidente d'auto. La donna fece ciò che le era stato richiesto, ma un giorno il nonno venne a mancare. Martha restò comunque in contatto con lo spirito, di nome Laxus, sentendolo un po come un figlio, non lasciandolo mai solo
-SMETTILA!-gridò la voce di Laxus, anche se invisibile-Ti prego...smettila...-ora le grida erano singhiozzi sommessi, nonostante non si capisse da dove arrivassero
-Martha mi ha amato con la stessa forza con cui ha amato te e i tuoi fratelli...come se fossi figlio suo...è stata l'unica persona oltre a mio nonno Makarov a volermi bene...e quando lei è morta...sono tornato ad essere quello di prima-
-Ora basta, Laxus. Mia mamma ci parlava sempre di te, e ne ha sempre parlato bene. "Laxus è così simpatico" diceva sempre.
Se la morte di mia madre ha lasciato un vuoto nel tuo cuore, io lo riempirò.
Se mia mamma ti ha amato, lo farò anch'io. Non voglio vederti così-per la prima volta, Mira pensò che forse parlare con i morti non era poi così tanto male.664 parole